Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

lunedì 22 marzo 2010

Essere preti è più di “una semplice decisione morale (Contributi 269)

E' sotto gli occhi di tutti l'attacco frontale alla Chiesa che viene portato in questi giorni a partire dalla accuse di pedofilia di alcuni sacerdoti. Viene qui riproposta la prolusione pronunciata dal Card. Angelo Bagnasco al Consiglio Episcopale Permanente a Roma in cui si parla, anche di questo.
E su questo argomento seguono poi alcuni link di altri interessanti ed istruttivi post di altri blog.
In sintesi tengo a segnalare che se è vero che ci sono stati casi di pedofilia fra il clero è altrettanto vero che la percentuale d'incidenza (ho fatto lo statistico per molti anni e questo tipo di numeri esercita sempre un discreto fascino su di me) dei preti pedofili sul totoale è del 0,11%, mentra analoga percentuale con i laici fornisce una percentuale di incidenza del 0,24%. Faccio rispettosamente notare che i laici sono in quantità superiore rispetto ai consacrati.. Ma lascio la parola a S.E. Card. Bagnasco (fonte Zenit). Buona lettura.

“Senza dubbio – ha affermato il presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) - la pedofilia è sempre qualcosa di aberrante e, se commessa da una persona consacrata, acquista una gravità morale ancora maggiore”.

“Per questo - ha aggiunto -, insieme al profondo dolore e ad un insopprimibile senso di vergogna, noi Vescovi ci uniamo al Pastore universale nell’esprimere tutto il nostro rammarico e la nostra vicinanza a chi ha subìto il tradimento di un’infanzia violata”.
Facendo riferimento alla Lettera ai cattolici d’Irlanda di Benedetto XVI, l’Arcivescovo di Genova ha spiegato che “la Chiesa impara dal Papa a non avere paura della verità, anche quando è dolorosa e odiosa, a non tacerla o coprirla”.
“Questo, però, - ha continuato - non significa subire – qualora ci fossero – strategie di discredito generalizzato”.
Secondo il presidente della CEI, bisogna interrogarsi “a proposito di una cultura che ai nostri giorni impera incontrastata e vezzeggiata” e che ha “l’atteggiamento cioè di chi coltiva l’assoluta autonomia dai criteri del giudizio morale e veicola come buoni e seducenti i comportamenti ritagliati anche su voglie individuali e su istinti magari sfrenati”.
Per il cardinale Bagnasco, “l’esasperazione della sessualità sganciata dal suo significato antropologico, l’edonismo a tutto campo e il relativismo che non ammette né argini né sussulti fanno un gran male perché capziosi e talora insospettabilmente pervasivi”.
A questo proposito il porporato ha ripreso San Paolo che nella lettera ai Corinzi scrive “vi supplico in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio” (2Cor 5,20), perchè “questa perorazione raggiungesse in particolare i nostri cari sacerdoti, e li interpretasse nel loro desiderio di autenticità e di rinnovamento della propria testimonianza di vita e di missione”.
Il presidente della CEI ha quindi richiamato il tema dell’identità sacerdotale che resta ‘determinante’ per l’esercizio del sacerdozio ministeriale in un’epoca come la nostra ‘policentrica’ e ‘polimorfa’.
Il sacerdote – secondo il Cardinale Bagnasco – non è né ‘un disagiato, né uno scompensato’, al contrario il sacerdote “è un uomo che – non solo nel tempo del seminario – coltiva la propria umanità nel fuoco dell’amore di Gesù”.
“E’ nell’amore e nell’amicizia con Gesù, che – a parere dell’Arcivescovo di Genova – il sacerdote nutre, pota, orienta, la propria vocazione”.
Nel fare ciò “ogni sacerdote è consapevole di essere stato preso per mano dal suo Signore e chiamato a stare con Lui come amico: per questo è vitale conoscere Dio da vicino, frequentarlo, accompagnarsi a Lui cuore a cuore”.
A questo proposito il presidente della CEI ha ripreso le parole del Pontefice che indicano la celebrazione quotidiana della Messa, la preghiera regolare della Liturgia delle Ore e quella dei momenti più intimi e personali, l’adorazione eucaristica, la pratica del sacramento della penitenza, lo studio anche sistematico che permette di penetrare meglio le sfide del tempo, come “elementi che vanno nell’unica direzione, quella della comunione stabile con Dio in Cristo Gesù”.
Il porporato ha poi sconsigliato “un’insistente proiezione esterna, una parcellizzazione degli impegni, un attivismo esasperato, per l’ancoraggio della vita interiore”, ed ha invece indicato la strada maestra nel “rapporto con Dio, coltivato, preservato, amato”.
“Essere preti – ha sottolineato il porporato - è qualcosa di più di una semplice decisione morale, affidata ad una pur adeguata condotta di vita; è anzitutto una risposta d’amore ad una dichiarazione d’amore”.
“E la missione”, come ha rilevato il Pontefice Benedetto XVI, “non è una cosa aggiunta alla fede, ma è il dinamismo della fede stessa”.
Per il presidente della CEI, “solo tenendo lo sguardo fisso sul Signore e sulla sua sorprendente misericordia, per convertire il cuore, e continuare con gioia a lasciare tutto per Lui” si diventerà capaci di “appassionamento, di com-passione, per soffrire con gli altri, e caricarsi addosso il patire del nostro tempo, il patire della nostra stessa comunità, senza tuttavia lasciarsene sopraffare”.

da LiberoArbitrio
da Fides et Forma
da Samizdat On Line
e se avete altri da suggerire o proporre, fate pure...
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