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Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

martedì 28 dicembre 2010

E il Papa spiegò Dickens alla Bbc (Contributi 422)

Vi propongo questo articolo di Massimo Introvigne tratto dalla Bussola:

Al termine del Canto di Natale in prosa di Charles Dickens (1812-1870), riproposto di recente anche da alcune affascinanti versioni cinematografiche, il piccolo Tim – il bambino malato che ha contribuito a redimere il vecchio avaro Scrooge – esclama: «Il Signore vi benedica tutti». Con queste stesse parole notissime a ogni inglese, che ha studiato a scuola almeno una volta il Canto di Natale di Dickens, Benedetto XVI ha concluso, il 24 dicembre, uno dei suoi più singolari messaggi.

C'era una volta la BBC, la radio-televisione inglese che attaccava la Chiesa Cattolica e il Papa a ogni pié sospinto. E c'è ancora. Ma dal viaggio del Papa in Gran Bretagna del settembre 2010, un successo straordinario e del tutto imprevisto, qualcosa è cambiato. Ed ecco l'invito della BBC al Papa per tre minuti di messaggio radiofonico in lingua inglese, il 24 dicembre.
Tre minuti che hanno stupito le decine di milioni di ascoltatori della BBC in tutto il mondo anglofono. Nessuna polemica, ma il messaggio di Gesù Cristo senza sconti per nessuno. Si potrebbe dire che ci sono il Catechismo della Chiesa Cattolica e il suo Compendio. E che ora ci sono i tre minuti della BBC, il compendio del compendio, la storia della salvezza raccontata in tre battute.


Primo minuto: il mondo, ricorda il Papa, è sempre in attesa di qualcosa. È fatto così. L’attesa, in un certo senso, lo costituisce, almeno dopo il peccato originale. Ma spesso il mondo sbaglia attesa. Succede oggi. E succedeva ai tempi di Gesù, quando «il popolo scelto da Dio, i figli di Israele, vivevano un’attesa intensa. Aspettavano il Messia che Dio aveva promesso di inviare, e lo descrivevano come un grande leader che li avrebbe riscattati dal dominio straniero e avrebbe restaurato la loro libertà». In questa attesa c'era qualche cosa di giusto: la fiducia nelle promesse di Dio, la speranza della libertà. Ma anche qualcosa di sbagliato: l'idea che la liberazione sarebbe arrivata per via materiale e soltanto politica.


Secondo minuto: il Papa spiega che «Dio è sempre fedele alle sue promesse, ma spesso ci sorprende nel modo di compierle». Gli ebrei attendevano la liberazione. L’attesa non è andata delusa. «Il bimbo nato a Betlemme ha portato la liberazione». Ma una liberazione diversa da quella che molti ebrei aspettavano: «la liberazione che egli ha portato non era politica […]: al contrario, Cristo ha distrutto la morte per sempre e rinnovato la vita per mezzo della sua morte obbrobriosa sulla croce. E benché sia nato nella povertà e nel nascondimento, lontano dai centri del potere terreno, egli era lo stesso Figlio di Dio. Per amore nostro egli ha preso su di sé la nostra condizione umana, la nostra fragilità, la nostra vulnerabilità, e ha aperto per noi la via che porta alla pienezza della vita, alla partecipazione alla vita stessa di Dio». Gli ebrei aspettavano la liberazione nel senso di fine del dominio romano. È venuto qualcosa di molto più grande, la redenzione universale ci tutti – non degli ebrei soltanto – per mezzo della povertà e della sofferenza dello stesso Figlio di Dio.


Terzo minuto: Dio ci ha dunque dato molto, più di quanto aspettavamo. in effetti, ci ha dato tutto nel Figlio Suo che ci ha redento. Ma si attende da noi una duplice risposta: che accogliamo con fede il Figlio suo e che annunciamo agli altri la Buona Novella che abbiamo ricevuto. «Mentre meditiamo nei nostri cuori su questo grande mistero in questo Natale, ringraziamo Dio per la sua bontà verso di noi, e annunciamo con gioia a chi è intorno a noi la buona notizia che Dio ci offre la libertà da tutto ciò che ci opprime: ci dona speranza, ci porta vita».
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