Cari fratelli e sorelle, durante
questa celebrazione eucaristica, in unione con tutta la Chiesa diffusa nel
mondo, e in particolare con le diocesi di tutt'Italia, preghiamo per i nostri
fratelli, i cristiani dell’Iraq, costretti a lasciare le loro case e tutti i
loro beni per fuggire di fronte a una volontà di morte che chiede loro di
rinnegare la fede in cambio della vita. Allo stesso modo preghiamo per tutti
coloro che, pur appartenendo ad altre fedi e religioni, stanno subendo la
stessa ingiustizia.
La testimonianza dei nostri
fratelli ci insegna che la fede è il bene più prezioso che abbiamo. Essa
illumina la nostra vita e la riempie di significato. Ci rende anche capaci di
portare il peso della sofferenza e del dolore. Nello stesso tempo le vicende
terribili dell’Iraq, ricordandoci il numero impressionante di martiri di questo
inizio di millennio, ci invitano a chiedere che la libertà religiosa sia il
fondamento della convivenza civile in ogni Paese. Esprimiamo dunque nella
preghiera la comunione profonda con i nostri fratelli perseguitati e chiediamo
a Maria Assunta di proteggerli nel loro difficile cammino.
Cosa vuole insegnare alla nostra
vita quotidiana la festa di oggi? Quale dono vuol fare la Chiesa a noi con la
solennità dell’Assunzione di Maria? Qualcuno potrebbe pensare che una
celebrazione dedicata a guardare Colei che sale in cielo in anima e corpo,
sottraendosi allo sguardo dei presenti, ci inviti quasi ad uscire da questa
vita per trasferirci spiritualmente nella vita futura. In tutto ciò è nascosta
una grande tentazione che anche molte filosofie hanno vissuto. Ma Cristo non ci
invita a uscire da questa vita prima del tempo. Egli stesso ha detto, poco
prima di lasciarci, rivolgendosi al Padre: non voglio che tu li tolga dal
mondo, ma che li custodisca dal male (cfr. Gv 17,15).
La vita cristiana non è un oppio
che ci fa dimenticare le responsabilità e i problemi dell’esistenza. All’opposto,
Gesù è venuto proprio per portarci una luce, per essere lui stesso la luce che
illumina la vita degli uomini. Per aiutarci a distinguere il bene dal male. Per
indicarci le strade onde operare delle scelte giuste e fruttuose. Egli è venuto
per cambiare il nostro cuore e per donarci la forza di compiere il bene. Ci
aiuta ad estirpare le radici di male e opera attraverso di noi, per quanto
possibile alla nostra fragilità umana, azioni giuste e sante.
Nello stesso tempo l’invito a
guardare in alto contiene una verità, che è espressa anche con la preghiera con
cui abbiamo iniziato questa Messa: «Fa’ che viviamo in questo mondo
costantemente rivolti ai beni eterni». Cosa sono questi beni eterni se non la
persona stessa di Gesù? Come Maria, allora, dobbiamo imparare a vivere le
responsabilità e le circostanze della vita quotidiana guardando a suo Figlio.
Come Maria siamo chiamati a trattenere nel nostro cuore le parole che Dio ci
rivolge perché esse ci aprano il senso di ciò che accade.
Nella sua parola Dio non soltanto
rivela la sua sapienza, ma dona se stesso. Come per Maria la parola di Dio era
quel bambino o quel ragazzo che viveva nella sua casa, così anche per noi la
Parola si è fatta carne ed abita in mezzo a noi, si è resa presente nella
nostra vita in mille modi e ci invita a diventare testimoni della carità presso
gli uomini e le donne del nostro tempo come ha fatto Maria.
Il vangelo che abbiamo appena
ascoltato ci parla della Madonna che non ha avuto paura, subito dopo il
concepimento di Gesù, di iniziare un lungo viaggio per andare ad aiutare la
parente Elisabetta, rimasta incinta in tarda età e con una gravidanza
difficile. Maria ha percorso molti chilometri per portare Gesù. Tutte le
preoccupazioni di quel momento, i discorsi della gente, la comprensibile ansia
per quello che avrebbe pensato Giuseppe, tutto passa in secondo piano e diventa
un inno di lode a Dio.
Ecco che cosa vuol dire avere lo
sguardo rivolto verso l’alto: saper leggere in profondità ciò che accade.
Restare umili. Imparare a vedere ciò che Dio opera. Imparare la lode e
l’esultanza. Facciamoci tutti discepoli come Maria. Ella ha saputo custodire
nel silenzio le verità più grandi e i momenti più drammatici della sua vita.
Non ha preteso di capire subito tutto, ma ha accettato di percorrere fino in
fondo l’itinerario che il Padre aveva scelto per suo Figlio e per lei. Ed è
stata così ricolmata di gioia e di gloria.
Sosteniamoci a vicenda,
aiutiamoci perché anche nel nostro cuore nascano gli stessi sentimenti, nella
nostra mente gli stessi pensieri che hanno abitato nella mente e nel cuore di
Maria. Il Signore ci aiuta nel cammino, spesso difficile, della vita. Portiamo
questo aiuto ai fratelli (cfr. 2Cor 1,4)! Quando si accende dentro di noi il
fuoco dell’incarnazione, quando conosciamo che Dio si è fatto uomo per
raccoglierci dal nostro male, diventiamo desiderosi di essere noi stessi fuoco
che illumina e riscalda la vita degli altri uomini, donando generosamente
quello che abbiamo ricevuto. Amen.
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Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..