Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

sabato 9 novembre 2019

SCO 30 - I furbi sono perspicaci, hanno una marcia in più ma nel Male

Venerdì 8 novembre 2019

+ Dal Vangelo secondo Luca (16,1-8)
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
L’opera dell’amministratore disonesto è astuta, trova il modo per garantirsi un sostanziale benessere per il futuro, senza darsi pensiero che quel denaro è di provenienza illecita e maledetta. Quel denaro ottenuto con una modalità maliziosa, gli ricadrà addosso come un peso enorme e gli causerà grandi mali.
Quello che si possiede deve essere valutato secondo il criterio della provenienza, come si è ottenuto. I cristiani onesti non hanno alcun problema, camminano a testa alta per quanto posseggono e non temono di patire disgrazie che arrivano sempre come ai corrotti, molti dei quali possiedono denaro acquisito disonestamente.
I buoni dormono sonni tranquilli, i loro beni materiali sono benedetti da Gesù, non cercano modi disonesti per ottenere vantaggi economici.
Questa società ha ipnotizzato tantissimi sull’importanza di possedere molti beni materiali, è si considera l’unica ragione per una vita gratificante.
La parabola raccontata da Gesù non ha la finalità di ammirare l’opera disonesta dell’amministratore, che rimane un corrotto, però lo prende come esempio per evidenziare la sua astuzia, la sua intraprendenza, la smaliziata capacità di provvedere al suo futuro.
È un’azione opposta alla predicazione di Gesù, e la sua condanna è garantita, rimane comunque da valutare la scaltrezza utilizzata dal disonesto mentre una simile scaltrezza non viene utilizzata nella verità, dai seguaci di Gesù Cristo.
Si trova tutto qui il significato di questa parabola, Gesù vuol dire che i suoi seguaci hanno poca astuzia nel pensare al loro futuro, alle cose di Dio, alla vita eterna.
Il Signore evidenzia che i furbi sono scattanti e perspicaci come se avessero una marcia in più ma nel Male, ed è un tipo di agilità iniqua.
Non avere questa dinamicità nel Male per i buoni è tutta santità, essi devono volgersi solo verso il Bene e qui bisogna capire come fare.
Non dobbiamo imitare la mentalità dell’amministratore disonesto, questo è stato chiarito, è interessante la sua scaltrezza, la capacità di elaborare un piano per trovare la migliore soluzione e garantirsi un futuro tranquillo, senza preoccupazioni.
Noi dobbiamo vivere con la mente rivolta a Dio, impegnati nel compiere solamente opere buone e in modo spirituale. Solo così l’intelletto si purifica e si scopre un’intelligenza pura e non maliziosa. Anche satana è intelligente, anche fin troppo, la utilizza solo per odiare e dare morte, addirittura per patire maggiormente nell’inferno per ogni opera che compie contro l’umanità soprattutto contro i veri seguaci di Cristo.
Tutti i cristiani che non pregano o pregano poco o agiscono mossi dall’orgoglio, sono bloccati alle loro idee e ad esse obbediscono. Quasi sempre sono intrise di amor proprio ed è difficile per loro trovare l’equilibrio. Cadono di male in peggio.
Chi obbedisce a sé non serve Gesù, non ha nella mente santi propositi che elevano l’anima e stabiliscono una profonda comunione con il Signore.
La vita oggi è troppo veloce in tutti i sensi, il tempo sembra volar via con una velocità raddoppiata e gli impegni giornalieri non permettono a molti di fermarsi e riflettere. Dalla mattina alla sera i pensieri umani e le preoccupazioni si intrecciano e non rimane mai il tempo per interessarsi della cosa in assoluta più importante: l’anima.
Così la confusione, la tristezza, l’orgoglio, la superbia, la certezza delle proprie idee e di essere migliori di tutti, «paralizzano» l’anima.
Ciò che si dimentica nella vita è il bene dell’anima e cosa fare per farla diventare santa. Manca la scaltrezza, l’astuzia, l’abilità dell’amministratore disonesto, intuitivo nel trovare la soluzione per il suo futuro. Noi quale futuro vogliamo? Stiamo andando dietro a qualcosa che nel futuro ci restituirà grandi ricompense davanti a Dio?
Quello che appare in molti cristiani è la dimenticanza di Dio.
Molti parroci non hanno più la percezione della Chiesa come Casa di Dio e luogo sacro per eccellenza, luogo di salvezza delle anime. Non dedicano tempo ai fedeli e chiudono le Chiese, mostrano di non avere alcun amore e legame spirituale con Gesù, vivono senza porsi la tremenda domanda sulla fine eterna delle persone a loro affidate da Dio.
I cattolici devono comunque cercare le Chiese aperte per adorare l’Eucaristia e parlare con Gesù delle loro cose. Se non c’è adesso l’abilità di curare l’anima e di arricchirla di meriti che riceveranno grandi ricompense, la responsabilità è di chi ha trascurato la sua anima, preoccupandosi eccessivamente di cose marginali.
Invece di accumulare beni che appesantiscono l’anima, la migliore scelta per i cristiani è quella di arricchire l’anima della Grazia divina.
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