Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

mercoledì 30 ottobre 2019

SCO20 - La Grazia santifica l'anima, l’ossigeno rifornisce il corpo

Martedì 29 ottobre 2019

+ Dal Vangelo secondo Luca (13,18-21)
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il Regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il Regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Per spiegare la straordinaria capacità che ogni cristiano ha in sé di accogliere il Regno di Dio, Gesù porta due esempi e paragona il suo Regno a un albero maestoso e al pane lievitato. Per raggiungere queste due condizioni bisogna avere pazienza, la cura da prestare al granello di senape e alla farina da far lievitare.
Questo spiega che il cammino spirituale dura tutta la vita, come per tutta la vita bisognerà cibare il proprio corpo per sostenerlo e occorrerà respirare per introdurre l’indispensabile ossigeno per vivere, inoltre l’ossigeno fornisce all’organismo le energie per muoversi, ma non ci si rende conto alle volte che una respirazione inadeguata riduce la vitalità dell’organismo.
Nessuno può fare a meno di respirare, è una delle prime cose che facciamo dopo essere venuti al mondo e l’ultima che compiamo prima di lasciarlo. È un processo automatico, controllato dal nostro sistema nervoso.
Il cammino spirituale necessita della Grazia di Dio, come il corpo necessita dell’ossigeno. Senza la Grazia non c’è cammino spirituale.
Consideriamo che i problemi respiratori possono ostacolare il sistema circolatorio, compromettendo di conseguenza la salute di tutto il corpo. I peccati e la dissolutezza ostacolano invece la presenza della Grazia e la Fede non cresce, il credente rimane sempre poco spirituale, con tutti i suoi limiti accresciuti.
Se non c’è il sostegno della preghiera costante, si finisce per cadere pericolosamente nella tiepidezza.
La vita spirituale e il processo fisico della respirazione hanno diverse funzioni ma tutti e due sono indispensabili per chi vuole realizzarsi: una per la comunione con Dio e vivere il Vangelo di Gesù l’altra per mantenere vivo il corpo.
Mentre la vita spirituale richiede sforzo e vigilanza, la respirazione è un processo automatico ma indispensabile per la vita fisica.
Per mantenere vivo il corpo occorre respirare e consiste nell’assumere aria (inspirando) e nel lasciarla fuoriuscire (espirando).
Durante l’inspirazione, l’aria entra nel corpo attraverso il naso e la bocca e scende lungo la trachea fino a raggiungere i bronchi. A loro volta, i bronchi inviano l’aria agli alveoli riempiendo i polmoni. A questo punto il sangue trasporta l’ossigeno contenuto nell’aria in ogni parte del corpo.
La Grazia di Dio avvolge la persona che la cerca e ne ha i requisiti. La Grazia che entra nell’anima la inonda, e si riversa immediatamente in ogni parte della persona. Se c’è la Grazia di Dio in una persona, è presente in tutto il corpo. Bisogna ottenerla e poi conservarla, mantenendosi in uno stato spirituale virtuoso.
La presenza della Grazia in una persona arreca benefici indicibili e ineffabili.
Il corpo ha bisogno di ossigeno per funzionare e la maggior parte dell’ossigeno utilizzato proviene dalla respirazione. La vita spirituale ha bisogno di Dio, solo con il suo intervento c’è la conseguente presenza dello Spirito Santo nell’anima.
Nel corpo l’ossigeno è indispensabile, lo è di più la Grazia di Dio perché porta pace e gioia, buoni sentimenti e la pratica delle virtù.
C’è una riflessione che dobbiamo fare: quasi mai si considera la respirazione che si compie giorno e notte, appunto anche quando si dorme.
Si tratta di un impegno automatico controllato dal sistema nervoso. Questo automatismo si da per scontato e non si pensa che fermare la respirazione comporta la conseguente fine della vita fisica. La morte della persona.
Allo stesso modo, se in noi non entra la Grazia di Dio che bisogna cercare, la vita spirituale muore e si vive come i pagani: senza Dio.
Gesù ci dice che ognuno di noi può diventare come un albero maestoso per accogliere e ristorare le persone stanche, far riflettere quelli che sono esaltati dalla vita dissoluta che conducono, proteggere i più deboli e i peccatori con la preghiera costante e devota.
Ognuno di noi anche se è ancora un piccolissimo granello di senape e del lievito informe, può diventare un eccellente e virtuoso cristiano.
Queste parabole di Gesù venivano accolte da molti astanti con sorrisetti beffardi, consideravano Gesù come un buon Uomo nel migliore dei casi, altri invece Lo ricoprivano di diffamazioni e imprecazioni. Dinanzi alla loro considerazione c’era però Dio Onnipotente, lo dimostrava con parole ed opere, ma essi erano ciechi.
A loro Gesù appariva povero, le sue parole spropositate e non vollero accoglierlo.
Forse non avvenne lo stesso a tutti i Santi che Dio ha mandato nel mondo per risvegliare la Fede di molti? Leggendo la vita di tutti i Santi si riscontrano vicende molto simili a quelle sofferte da Gesù ed è motivo di Grazia speciale partecipare alla Vita del Signore.
Quanti rivivono la Vita di Gesù per Volontà di Dio, ricevono inevitabilmente diffamazioni e persecuzioni continue, parolacce e proibizioni.
I cattivi cattolici che perseguitano i buoni, si muovono molto bene nelle tenebre e hanno dalla loro parte tutti gli aiuti dei diavoli, astutamente riescono a farsi considerare prelati e religiosi di spiccate virtù (falsamente), difensori della Sacra Tradizione, veri osservanti perché celebrano la Messa Tridentina (è la più spirituale), grandi apostoli della Chiesa e della devozione alla Madonna. In effetti sono riusciti ad ingannare molti.
Di tutti loro non si conosce pubblicamente quasi nulla di scandaloso, tranne molti scandali di quell’ex generale di un Istituto, ancora stranamente indenne dopo moltissime indagini vaticane corredate da prove, numerosi testimoni, documenti e conti. Egli gestisce indirettamente molte decine di milioni di euro, senz’altro utili per ungere quegli ufficiali vaticani sensibili proprio a questo tipo di «olio», che non è quello benedetto.
Il film su Padre Pio che considero bellissimo, alla fine mostra il ravvedimento del Sacerdote inviato da papa Giovanni XXIII che non apprezzava il grande Santo. Quel Sacerdote sconvolto, piangendo dice a Padre Pio: «È Lei che deve assolvere me. Io l’ho perseguitato, giudicato e condannato.
Dio… quanta cecità! Spesso come i discepoli di Emmaus, Cristo ci passa accanto, cammina con noi, e non Lo riconosciamo.
Chissà se Lei e Dio potrete mai perdonarmi?».
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