C’è una bella poesia di Trilussa sull’Ave Maria.
C’è un modo -egli dice- per risolvere i momenti di solitudine, di angoscia, gli affanni: recitare l’Ave Maria. Ovvero stringersi alla Madre Celeste. D’altronde siamo stati affidati a Lei per trovare Dio; e Dio è la Pace e il Senso di tutto.
Fare a meno della Madre Celeste, vuol dire affannarsi e angosciarsi ancora di più. Vuol dire trovarsi ancora più soli nell'esistere di ogni giorno, di ogni ora e di ogni minuto.
Cosa si perdono coloro che non amano la Madonna!
Cosa si perdono coloro che rinunciano a questa meravigliosa bellezza!
Ma sentiamo Trilussa:
Quann’ero ragazzino, mamma mia
me diceva: Ricordati, fijolo,
quanno te senti veramente solo
tu prova a recità n’Ave Maria.
L’anima tua da sola spicca er volo
e te solleva, come pe’ magia.
Ormai so vecchio, er tempo m’è volato;
da un pezzo s’è addormita la vecchietta,
ma quer consijo nun l’ho mai scordato.
Come me sento veramente solo,
io prego la Madonna benedetta
e l’anima da sola pija er volo!
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Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..