Il prof. O’Callaghan al Convegno “La fede e la ragione” alla Santa Croce
ROMA, giovedì, 26 febbraio 2009 (ZENIT.org).
“La fede è la garanzia della razionalità della ragione”. Ad affermarlo è il prof. Paul O’Callaghan, docente stabile di Teologia presso la Pontificia Università della Santa Croce, intervenuto questo giovedì mattina al Convegno “La fede e la ragione” in corso fino a domani presso lo stesso ateneo pontificio.
“Non c’è mai una fede pura, né una ragione pura – ha sottolineato il docente – . Ogni fede è ragionevole/razionale, o dovrebbe esserlo: se non lo è si tratta di una fede patologica; e ogni ragione è affidabile/fiduciosa: se non lo è si tratta di una ragione patologica”.
Lo studioso, prendendo poi spunto dall’enciclica "Fides et ratio" di Giovanni Paolo II, di cui il Convegno celebra il decimo anniversario, ha quindi esposto alcune riflessioni sulla “necessità che la ragione umana ha della fede, e la fede della ragione”.
In pratica, O’Callaghan ha mostrato perché “si può dire che la fede cristiana contribuisce affinché la ragione umana diventi ‘ragione’ nel senso pieno della parola, e perché l’agire dell’uomo deve essere considerato come un elemento essenziale nell’accoglienza della rivelazione divina, ossia nella costituzione della fede”.
E ha affermato che “questa mutua appartenenza fede-ragione” si sviluppa in tre momenti:
ROMA, giovedì, 26 febbraio 2009 (ZENIT.org).
“La fede è la garanzia della razionalità della ragione”. Ad affermarlo è il prof. Paul O’Callaghan, docente stabile di Teologia presso la Pontificia Università della Santa Croce, intervenuto questo giovedì mattina al Convegno “La fede e la ragione” in corso fino a domani presso lo stesso ateneo pontificio.
“Non c’è mai una fede pura, né una ragione pura – ha sottolineato il docente – . Ogni fede è ragionevole/razionale, o dovrebbe esserlo: se non lo è si tratta di una fede patologica; e ogni ragione è affidabile/fiduciosa: se non lo è si tratta di una ragione patologica”.
Lo studioso, prendendo poi spunto dall’enciclica "Fides et ratio" di Giovanni Paolo II, di cui il Convegno celebra il decimo anniversario, ha quindi esposto alcune riflessioni sulla “necessità che la ragione umana ha della fede, e la fede della ragione”.
In pratica, O’Callaghan ha mostrato perché “si può dire che la fede cristiana contribuisce affinché la ragione umana diventi ‘ragione’ nel senso pieno della parola, e perché l’agire dell’uomo deve essere considerato come un elemento essenziale nell’accoglienza della rivelazione divina, ossia nella costituzione della fede”.
E ha affermato che “questa mutua appartenenza fede-ragione” si sviluppa in tre momenti:
“In primo luogo, partendo dalla cristologia, si è notato che la razionalità non è opposta alla fede, perché la ragione umana incontra la sua base in Cristo, il Lógos incarnato, Creatore del mondo, che a sua volta è l’oggetto primordiale dalla fede”.
Inoltre, “la storia della filosofia ha dimostrato che la fede contribuisce alla comprensione della razionalità in tre modi: dando certezza, offrendo coerenza, e invitandolo ad aprirsi ad una intelligibilità esterna che spinge la mente più in là di ciò che potrebbe raggiungere con le proprie forze”.
In terzo luogo, infine, “per quanto riguarda il valore del singolo, la razionalità umana non può prescindere dalla categoria fondamentale della comunicazione tra i lógoi singoli, quella del dialogo”.
Inoltre, “la storia della filosofia ha dimostrato che la fede contribuisce alla comprensione della razionalità in tre modi: dando certezza, offrendo coerenza, e invitandolo ad aprirsi ad una intelligibilità esterna che spinge la mente più in là di ciò che potrebbe raggiungere con le proprie forze”.
In terzo luogo, infine, “per quanto riguarda il valore del singolo, la razionalità umana non può prescindere dalla categoria fondamentale della comunicazione tra i lógoi singoli, quella del dialogo”.
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Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..