Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

sabato 25 febbraio 2012

Don Giussani ha salvato dalla morte un’intera generazione di giovani (Contributi 585)

Il settimanale Tempi ha pubblicato un'intervista a Massimo Camisasca su Mons.Luigi Giussani a 7 anni dalla morte:

Mons. Luigi Giussani
A sette anni dalla scomparsa di don Luigi Giussani, tempi.it ha chiesto a don Massimo Camisasca, superiore generale della Fraternità sacerdotale dei missionari di san Carlo Borromeo e fra i primi discepoli del fondatore di Comunione e Liberazione (ha scritto una bella storia del movimento in tre volumi), di tracciare un ricordo del suo maestro.

Don Camisasca, quando ha conosciuto don Giussani?
Ho avuto la fortuna di vedere don Giussani fin da piccolo. Nei primi anni di sacerdozio celebrava la messa nella parrocchia dei miei nonni materni, San Martino e Silvestro, in viale Lazio, a Porta Romana. Era poi paziente di mio zio, medico specialista in tisiologia. Don Giussani soffriva ai polmoni. Nella mia famiglia, dunque, si parlava di lui, era stimato, ammirato. Fin da giovanissimo sacerdote era un uomo a cui si guardava come ad una speranza per la Chiesa e per gli uomini. Il vero incontro con lui lo ebbi a quattordici anni al liceo Berchet, quando cominciai a partecipare alla vita di Gioventù Studentesca. Sempre al Berchet fu mio insegnante di religione. È stata quella la svolta della mia vita. Avvertii in lui un maestro capace di esprime il genio cristiano in una lettura dell’uomo e della storia, in una proposta affascinante e positiva.


Chi era don Giussani per lei?
Don Massimo Camisasca
Don Giussani è stato per me innanzitutto un genio dell’educazione. Ha preso per mano migliaia di ragazzi, portandoli a scoprire la convenienza umana di quella fede che molti davano per scontata e molti non conoscevano più. Il suo metodo era mostrare la ragionevolezza della fede attraverso un coinvolgimento personale: ci portava in montagna, ci raccontava le letture che lo avevano segnato di più, ci faceva ascoltare la musica che lo aveva affascinato durante gli anni di seminario… tutto diventava per noi strada a Dio perché lo era stato e lo era anzitutto per lui.
Anche la sua decisione, dato fondamentale del suo temperamento, altro non era se non il segno visibile di un fuoco che ardeva dentro di lui, acceso dall’esperienza dell’amore ricevuto. Proprio questo suo temperamento lo conduceva a sentirsi destinato ad incontrare chiunque. Abitato da Cristo, si sentiva spinto come da una necessità ad aprirsi a tutti, cercando in ognuno un tratto dell’umanità di Gesù di Nazaret.
In questo modo è stato il creatore di un popolo: non possiamo mai disgiungere la sua persona da ciò che è nato intorno a lui. Chi guarda la storia d’Italia degli anni Settanta e Ottanta, non può non riconoscere che Giussani ha letteralmente salvato dalla morte o da una vita disastrata un’intera generazione di giovani. Potevano essere dei terroristi, dei drogati o alcolizzati, dei borghesi… attraverso di lui sono stati e sono uomini felici di vivere, drammatici, capaci di affrontare le difficoltà della vita, fecondi e creativi.


In che modo l’incontro con don Giussani l’ha spinta a fondare la Fraternità san Carlo?
Durante gli anni di Gioventù Studentesca don Giussani ci portava a Varigotti, dove predicava gli esercizi spirituali per il Triduo di Pasqua. In una delle quelle occasioni tenne una meditazione sulla comunione. Da quel momento capii che tutta la mia vita sarebbe stata spesa per approfondire ad alimentare quel mistero.
La consuetudine di vita con don Giussani fece sorgere in me il desiderio di imitare la sua paternità. Così, dopo alcune peripezie, entrai in seminario e nel 1975 diventai prete. Quando nel 1985 il vescovo di Bergamo diede a me e ad alcuni sacerdoti la possibilità di scegliere il futuro della propria missione, la cosa più naturale fu costituire una comunità missionaria di preti. La fondazione della Fraternità san Carlo raccoglie le esperienze fondamentali che avevano segnato fino a quel momento la mia persona: la sequela della paternità di don Giussani vissuta nel sacerdozio, il desiderio della vita comune e della missione. Con l’appoggio di don Giussani nacque così la san Carlo, espressione di quella comunione e di quell’apertura che avevo vissuto e imparato nel movimento.


Cosa rimane di lui a sette anni dalla sua morte?
Credo nello Spirito che conduce la Chiesa. Don Giussani perciò è vivo e continua dal cielo ad assistere ciò che è nato attraverso di lui. Rimane il movimento da lui fondato, guidato da don Julian Carrón, che don Giussani ha scelto come suo successore. Rimangono le persone che sono state a lungo a fianco di don Giussani e quelle nuove che verranno. Rimangono le sue parole, scritte e nei nostri cuori. Rimane tutta la storia che è nata da lui e che è di fondamentale importanza per capire il presente. Nasceranno anche nuove comunità come segno della fioritura permanente del dono che don Giussani è stato ed è per la Chiesa, alla quale, ultimamente, è consegnato il suo carisma.
--------------------

Nessun commento:

Posta un commento

Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..

Lista blog cattolici

LOGO DEL BLOG

LOGO DEL BLOG
inserisci il logo del blog sul tuo blog (anche ridimensionandolo)