Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

domenica 25 agosto 2013

Comunicato conclusivo Meeting Rimini 2013

«L’uomo rimane un mistero, irriducibile a qualsivoglia immagine che di esso si formi nella società e il potere mondano cerchi di imporre. Mistero di libertà e di grazia, di povertà e di grandezza. […] 
Ecco allora l’emergenza-uomo che il Meeting per l’Amicizia tra i Popoli pone quest’anno al centro della sua riflessione: l’urgenza di restituire l’uomo a se stesso, alla sua altissima dignità, all'unicità e preziosità di ogni esistenza umana». Il messaggio di papa Francesco ci ha accompagnato lungo tutta la settimana come giudizio sulla situazione drammatica dell’uomo contemporaneo: «Poveri di amore, assetati di verità e giustizia, mendicanti di Dio, come sapientemente il servo di Dio Mons. Luigi Giussani ha sempre sottolineato»; e come indicazione della strada da percorrere: «Restituire l’uomo a se stesso, alla sua altissima dignità, all'unicità e preziosità di ogni esistenza umana dal concepimento fino al termine naturale. Occorre tornare a considerare la sacralità dell’uomo e nello stesso tempo dire con forza che è solo nel rapporto con Dio, cioè nella scoperta e nell'adesione alla propria vocazione, che l’uomo può raggiungere la sua vera statura». «Penso ai giovani che affollano la grande sala di Rimini e auguro loro di dare il contributo che tutti ci attendiamo dalle generazioni più giovani per una nuova fase di sviluppo in tutti i sensi dell’Italia e dell’Europa», aveva detto il presidente Napolitano nel video messaggio che ha inaugurato il Meeting. E concludeva: «Io credo che l’emergenza che viviamo […] è quella di una grave, grave forma di impoverimento spirituale, culturale, di motivazioni umane, di motivazioni non legate soltanto all'immediato interesse materiale. 
Chi può reagire a ciò? Può reagire la cultura, possono reagire certamente le istituzioni più di quanto non facciano. Possono reagire i sistemi educativi, può reagire molto di più di quanto non faccia il sistema di informazione e possono molto contribuire le grandi organizzazioni sociali comprese quelle ispirate ad una fede religiosa. In questo senso il contributo che viene ai più alti livelli dalla Chiesa cattolica è un contributo che soltanto dei ciechi possono non vedere». 
Tanti che sono venuti al Meeting sono stati colpiti dalla serietà dei contenuti proposti negli oltre 100 incontri, nelle 5 grandi mostre, nelle 7 esposizioni “Uomini all'opera”, oppure nei 23 spettacoli, dall'attenzione di migliaia di persone che non sono venute a Rimini per partecipare a un rito di fine estate, ma per cercare risposta all'urgenza del vivere, alla domanda: come si fa a vivere? Questi giorni sono stati un’occasione per andare «incontro a tutti, senza aspettare che siano gli altri a cercarci!». 
Le miriadi di incontri pubblici e personali hanno mostrato quanto il Meeting non abbia paura dell’altro e della diversità, qualunque essa sia − religiosa, etnica, culturale, ideologica −, e come il suo scopo sia quello di incontrare chiunque considerato come un bene per se stessi. Lo documentano le 800.000 presenze in fiera, agli incontri, alle mostre e agli spettacoli: visitatori, relatori e ospiti hanno vissuto il Meeting come se fosse casa propria, in un clima di rispetto reale per ciascuno e non di quella generica e astratta tolleranza che lascia indifferenti gli uni gli altri. «Chi lo conosce lo frequenta», ha detto un relatore; e un altro ha commentato: «Qui ho fatto un’esperienza nuova, non fermarsi alle difficoltà politiche ed economiche, ma uscire dal bunker, spalancare le finestre per vedere le realtà che si stanno muovendo». 
All'inizio del Meeting il Corriere della Sera aveva ricordato le parole di don Carrón del maggio 2012 sull'alternativa tra la vita come testimonianza o come ricerca dell’egemonia, invitando a seguire la settimana riminese perché «la fragile società italiana ha bisogno di soggetti che la aiutino a recuperare i propri valori e a ripartire». Le persone che hanno partecipato al Meeting possono giudicare se l’esperienza incontrata a Rimini è stata all'altezza di questa sfida della testimonianza. 
La testimonianza che ci offrono tutti quei cristiani che nel mondo sono perseguitati e uccisi a motivo della loro fede ci ha fatto accogliere il grido di papa Francesco e lanciare un «Appello per i cristiani perseguitati», che in questi giorni ha raccolto decine di migliaia di adesioni − primo firmatario il Presidente del Consiglio Enrico Letta – e che proseguiremo nei prossimi mesi, per proporlo come punto qualificante del programma del prossimo semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea. Al termine del Meeting torniamo nei nostri Paesi (oltre 70) e nelle nostre città con una consapevolezza maggiore dell’emergenza uomo e col desiderio di offrire la nostra esperienza, sempre correggibile, certi che la strada per una ripresa a tutti i livelli è solo in «un evento reale nella vita dell’uomo» (don Giussani). 
Vogliamo continuare a incontrare chiunque, consapevoli che «finché non porteremo Gesù agli uomini avremo fatto per loro sempre troppo poco» e che «l’uomo è la via della Chiesa». 
Per questo il titolo del XXXV Meeting per l’amicizia tra i popoli, che si svolgerà a Rimini dal 24 al 30 agosto 2014 è: «Verso le periferie del mondo e dell’esistenza. Il destino non ha lasciato solo l’uomo».
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