Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

mercoledì 6 novembre 2019

SCO 27- L’invito alla salvezza è rivolto a tutti

Martedì 5 novembre 2019

 + Dal Vangelo secondo Luca (14,15-24)
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel Regno di Dio!». Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché Io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
L’ammonimento severo di Gesù in questi tempi viene letto con indifferenza da molti che sono stati chiamati a pascere con il Vangelo il gregge del Signore, essi si sono rivolti altrove e hanno lasciato digiuno il gregge, tanto che il gregge è disperso o fuggito dall’Ovile.
Molti cattolici non vanno a Messa per gli scandali commessi da vescovi e sacerdoti e rimane grande la loro responsabilità.
«Perché Io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena».
Non è una frase da sottovalutare, quantomeno il cristiano deve preoccuparsi e chiedersi se in questo momento sta accettando l’invito di Gesù o lo sta ignorando perché preoccupato di tante altre cose, sicuramente meno importanti.
Gesù desidera la salvezza eterna di tutti, è morto per redimere l’umanità e dare la gloria eterna ai buoni, a quanti pentiti dei loro peccati si sono avvicinati a Lui. Oggi nella parabola fa dire all’uomo che diede una grande cena e fece molti inviti: «Venite, è pronto».
L’invito alla salvezza eterna riguarda l’umanità e per far conoscere il Vangelo di Gesù occorre predicarlo, diffonderlo, parlarne tramite i mezzi di comunicazione, stampare libri e diffonderli senza pensare al lucro.
La Parola di oggi merita una rilettura attenta per cogliere gli aspetti meno evidenti, per capire il suo profondo significato.
Nella parabola Gesù narra di un padrone che inviò i suoi servi alla ricerca degli invitati, questo ci indica che all’inizio un popolo era chiamato a partecipare al grande banchetto. Leggiamo la frase completa: «All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”».
La parabola simile la troviamo in Matteo 22,1-14, in questa è un re che organizza un banchetto per le nozze del figlio e alla fine trova uno dei presenti senza la veste bianca, quella che permette di partecipare degnamente alla festa e di fare parte del Regno di Dio.
Teniamo presente che le due parabole hanno lo stesso significato, in quella di oggi è un uomo ricco che organizza un banchetto, in quella di Matteo è un re che festeggia le nozze del figlio. In tutte e due le parabole gli invitati sono gli stessi, ma essi si rifiutano di partecipare.
Gesù spiega che gli invitati alle nozze erano inizialmente gli ebrei ma essi trovarono pretesti banali e non vollero partecipare alle nozze o alla grande cena. Si rifiutarono di gioire insieme all’uomo ricco che voleva festeggiare.
In queste due parabole che si intrecciano, il significato è uno solo: la condanna di Israele che non volle accogliere Gesù come Messia.
Nella parabola Gesù descrive con amarezza e con determinazione che aprirà le porte del Paradiso solo a quelli che Lo riconosceranno come Dio e saranno felici di partecipare alla grande festa. Non saranno solo gli ebrei convertiti, saranno di ogni parte del mondo.
In questi ultimi secoli sono stati incalcolabili gli inviti alla conversione di Gesù e della Madonna all’umanità, la risposta di molti è il rifiuto.
Nella parabola sembra che l’invito sia rivolto solo ai privilegiati, invece erano gli ebrei che Lo hanno rifiutato e crocifisso, per questo il padrone dice al servo di invitare tutti gli altri: «Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi».
Tutti gli altri rappresentano l’umanità, Gesù afferma che è venuto ed è morto in Croce per ognuno di noi, per chi si pente dei suoi peccati.
Gli ebrei presumevano di essere i prediletti e di andare con estrema facilità in Paradiso, ma rifiutarono l’invito della salvezza non riconoscendo Gesù come Figlio di Dio e persero il privilegio. L’invito «dei poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi», indica tutti gli abitanti del mondo che proprio gli ebrei consideravano inferiori o irreligiosi.
L’invito dell’uomo ricco è esteso a tutti, è Gesù il più ricco che invita a festeggiare eternamente e possono partecipare al banchetto del Cielo quelli che accettano il Signore in questa vita e osservano i suoi insegnamenti.
I buoni accettano, quelli che obbediscono all’invito e seguono docilmente Gesù, senza porsi domande né ribellarsi impulsivamente.
Infine, devo constatare che dopo l’ingresso nel luogo della grande festa dei più emarginati della società, «i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi», rimanevano ancora posti per altri.
Di chi sono questi posti liberi? Saranno occupati oppure rimarranno vuoti perché gli invitati nel momento definitivo della scelta si rifiuteranno?
«Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”».
Dio ha preparato un posto meraviglioso nel Paradiso per ognuno di noi, chi sceglierà diversamente dal progetto divino, lascerà vuoto quel posto riservato, forse sarà occupato da altri oppure resterà eternamente vuoto perché lassù non c’è uno spazio limitato, c’è l’infinito.
Un’infinità di posti da occupare nella gloria di Dio, in Paradiso, ma solo per gli invitati che metteranno il Vangelo come priorità nella loro vita!
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