Talvolta abbiamo bisogno di definizioni all’apparenza complesse per riuscire a capire un fenomeno costitutivo dell’esperienza quotidiana. È il caso del titolo del Meeting che si è svolto a Rimini. Abbiamo perso delle categorie semplici che chiarivano aspetti dell’esperienza e ci troviamo a faticare, quasi ad arrabattarci, per comprendere noi stessi, ciò che esprime il nostro agire e ciò che sta nascosto nel profondo del cuore.
Abbiamo bisogno di essere aiutati a vivere la nostra umanità. Lasciati da soli, la ferita di una mancanza costitutiva, dell’incompiutezza che contraddistingue la nostra natura, priva di speranza l’attesa del nostro io. Ci compiamo in un incontro, o meglio, nell’Incontro con la maiuscola. Come diceva Sant’Agostino, il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Dio. Siamo fatti per Lui. Scoprire questo è un avvenimento, origine di una conoscenza nuova. Spiegare il titolo del Meeting di Rimini, “la conoscenza è sempre un avvenimento”, significa raccontare storie in cui il mondo, in primo luogo la persona stessa, per un incontro improvviso e imprevisto anche se inconsapevolmente atteso, ha iniziato a svelare il suo significato.
La prima storia potrebbe proprio essere quella di Agostino, come racconta una delle mostre del Meeting a lui dedicata “Si conosce solo ciò che si ama”; o San Paolo, cui è stata dedicata una delle conferenze più importanti della manifestazione, che da ebreo zelante e persecutore dei cristiani, viene a conoscere sulla via di Damasco la vera natura di Gesù Cristo. La conversione di Paolo ha dato inizio a una conoscenza nuova di se stesso e di tutta la realtà che l’ha portato a dire: “non sono più io che vivo, Cristo vive in me”. Agostino ha rivisto tutta la sua esperienza passata e tutta la cultura a partire dall’avvenimento della sua conversione.
La stessa dinamica si è ripetuta nei secoli e si ripete oggi sia nella testimonianza di uomini che si sono lasciati colpire dall’avvenimento dell’incontro con Cristo. Basta ascoltare la storia di padre Aldo Trento che in Paraguay ha ricostruito una presenza simile alle antiche Reduciones dei Gesuiti, una testimonianza di amore per l’uomo che è un vero avvenimento per chi la vive e per chi ne viene a conoscenza.
Avvenimento che per la sua eccezionalità di testimonianza di amore è totalmente corrispondente al desiderio connaturato di essere amati. Ma la stessa testimonianza ci può venire da uno dei carcerati di Padova che qui, al meeting, dopo una giornata trascorsa in cucina dove prepara dolci raffinati e squisiti, rientra nel carcere di Rimini e parla di sé come un uomo riguadagnato alla vita, finalmente consapevole del senso della realtà, del bene e del male e intenzionato ad abbracciare la salvezza che gli si è presentata con il dono della fede.
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Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..