Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

martedì 15 novembre 2011

Il governo dei monaci (Contributi 547)

Un articolo di Pigi Colognesi dal Sussidiario a riguardo dell'attuale crisi continentale:


Certamente lo scorso 9 novembre avevamo altro da pensare che non celebrare la Giornata mondiale della libertà, ricorrendo in quel giorno l’anniversario della caduta del muro di Berlino. Eppure la coincidenza dell’inizio della crisi di governo con la data della fine dell’impero sovietico ha qualcosa di evocativo. Si è parlato di «fine del berlusconismo» e lo si è connesso col tramonto di tutto il mondo occidentale, che scopre sempre più acutamente le sue debolezze, la perdita del primato planetario, la fragilità del suo modello esistenziale, la vacuità della sua proposta culturale. Così, dopo la fine - per fortuna non sanguinosa - dell’utopia marxista nella sua versione sovietica, stiamo assistendo al declino della versione capitalistica della modernità, caratterizzata da cieca fiducia nel progresso, da stili di vita gaudenti, dall’abbandono della tradizione, da quello che è stato chiamato «nichilismo gaio».
Qual è il compito dei cristiani in un simile frangente? La nostra lunga storia ha già presentato situazioni analoghe, e forse quella che più chiaramente ha mostrato i fattori in gioco è la crisi dell’impero romano. Cos’hanno fatto, allora, i cristiani? Rispondo con le parole di Alasdair MacIntyre: «Un punto di svolta decisivo in quella storia più antica si ebbe quando uomini e donne di buona volontà si distolsero dal compito di puntellare l’imperium romano e smisero di identificare la continuazione della civiltà e della comunità morale con la conservazione di tale imperium. Il compito che invece si prefissero (spesso senza rendersi conto pienamente di ciò che stavano facendo) fu la costruzione di nuove forme di comunità entro cui la vita morale potesse essere sostenuta, in modo che sia la civiltà sia la morale avessero la possibilità di sopravvivere all’epoca incipiente di barbarie e di oscurità. Ciò che conta, in questa fase, è la costruzione di forme locali di comunità al cui interno la civiltà e la vita morale e intellettuale possano essere conservate attraverso i nuovi secoli oscuri che già incombono su di noi. E se la tradizione delle virtù è stata in grado di sopravvivere agli orrori dell’ultima età oscura, non siamo del tutto privi di fondamenti per la speranza. Questa volta però i barbari non aspettano al di là delle frontiere: ci hanno già governato per parecchio tempo. Ed è la nostra inconsapevolezza di questo fatto a costituire parte delle nostre difficoltà. Stiamo aspettando: non Godot, ma un altro San Benedetto, senza dubbio molto diverso».
Il compito dunque è che nel buio della crisi continui a splendere una luce, una luce pur piccola come quella di un accendino, ma irriducibilmente diversa dall’oscurità. Non la luce di una teoria più sgamata o di un’analisi più raffinata; la luce di una diversità umana già in atto, già sperimentata. 
Esattamente come quella che brillava nei nascenti monasteri benedettini, dove uomini normali mostrarono possibile la stabilità in un mondo travolto da irrefrenabili migrazioni, la fraternità in mezzo alla violenza, la costruttività alternativa al crollo di tutto. 
E poco importa se i professionisti della politica diranno che è un’illusione e gli intellettuali che è un’ingenuità. 
Resta il fatto: quei monaci hanno costruito, senza neppure pensarci, una civiltà.
-----------------

Nessun commento:

Posta un commento

Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..

Lista blog cattolici

LOGO DEL BLOG

LOGO DEL BLOG
inserisci il logo del blog sul tuo blog (anche ridimensionandolo)