Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

mercoledì 23 novembre 2011

Un dono misterioso (Contributi 549)

Una testimonianza di Accursio Ciaccio missionario della Fraternità Sacerdotale San Carlo a Denver:


Un giorno di qualche mese fa, ero da solo in parrocchia e ho ricevuto una telefonata da una famiglia per organizzare un funerale. Di solito in questi casi i parrocchiani vengono in chiesa da noi; questa famiglia invece aveva lasciato un messaggio chiedendo di poter andare da loro. Quel giorno non avevo la macchina a disposizione, per cui sono andato in bici. Quando sono arrivato, dentro di me non mi sentivo esattamente come Giussani, davanti ai gradini del Berchet, con la sua bicicletta… La situazione era molto drammatica: due genitori che avevano perso nel giro di poche ore un figlio di vent’anni a causa di una meningite. Loro continuavano a chiedermi «perché?» e io non avevo molto da dire.
Li ho invitati a partecipare alla messa feriale, quando possibile. Nei giorni seguenti, con mia sorpresa, sono venuti più volte a messa e a trovarmi. Nei giorni dopo il funerale abbiamo continuato a incontrarci, e poi ho proposto loro di venire alla scuola di comunità. In breve, hanno ricominciato ad accostarsi alla Chiesa, e alla vita sacramentale con fedeltà e gratitudine. D’estate sono venuti anche in vacanza con le famiglie. Era una vacanza un po’ dimessa – eravamo una decina di adulti ed altrettanti bambini – dalla quale però sono rimasti colpiti. Si sono sempre più legati a noi preti e poi alla piccola comunità di Denver. Tanto che, di recente, il padre mi ha confidato che, per quanto sembrasse strano, gli veniva da pensare che la morte del figlio potesse essere una grazia.
Un altro passo decisivo nel loro cammino è stato l’incontro con don Massimo in occasione dell’udienza con il Papa. Don Massimo ha semplicemente detto loro: grazie per il dono di vostro figlio. In questo modo la domanda che li assillava, «perché?», ha iniziato a ricevere una risposta piena.
Dal rapporto con loro imparo soprattutto due cose. In primo luogo: ciò che di più grande posso offrire è il mio essere disponibile alla presenza di Gesù nella mia povera persona. Non avevo grandi cose da dire, ma non sono fuggito davanti al loro dolore. È questo che li ha colpiti e li ha spinti a tornare. In secondo luogo, ho sempre cercato di avere questa disponibilità di fronte a tutte le persone che incontro, ma non tutti rispondono come quella coppia. Non sono io a decidere chi si converte e quando. Questo mi rende cosciente della mia responsabilità e del Suo potere.
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