Nel Vangelo di oggi (Luca, 9,18-22) Gesù annuncia ai discepoli che dovrà soffrire molto a causa degli uomini. E questo dopo aver posto la domanda personale e non eludibile “Voi chi dite che Io sia?”
Sappiamo che Pietro riconosce che Gesù è il Messia, ma subito dopo “non approva” il metodo di salvezza che Egli annuncia.
Spesso noi scordiamo infatti che “le Mie vie non sono le vostre vie”. Con buona probabilità ognuno di noi ha una sua idea (in perfetta buona fede) su come il mondo si potrebbe salvare e quasi sicuramente il metodo è molto diverso da quello di Gesù.
Il punto è quindi non tanto riconoscere Gesù ma accogliere il Suo metodo di salvezza per il mondo e per ciascuno di noi. La Sua croce è data dal nostro male che Lui si addossa perché ci ama; è il Suo “perdersi” per salvare ognuno di noi.
La Sua sofferenza è prodotta da tutte le forme del male che abbiamo inventato per salvarci: l'avere, il potere e il sapere o, in altri termini, la ricchezza, la vanagloria e la superbia, il cercare di salvarsi a prescindere da Gesù.
Invece è proprio nel seguire e nell’affidarci al Suo progetto misterioso ma efficace di redenzione che c’è salvezza.
La sofferenza non è condanna ma occasione di conversione personale e partecipazione al Suo disegno redentivo.
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Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
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Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..