Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

martedì 19 aprile 2011

Per non vivere nel virtuale (Interventi 87)

Propongo dal sito Cultura Cattolica una riflessione di Elena Pagetti sul mondo internet:


Flannery O Connor

La scrittrice Flannery O’Connor si definiva “una cattolica singolarmente in possesso della coscienza moderna”, affermando di scrivere per un pubblico che non crede nell’Incarnazione, “formato da coloro che pensano che Dio sia morto”. Pertanto i suoi racconti mirano a risvegliare il senso religioso servendosi di un linguaggio realista, di immagini e di situazioni shoccanti, quasi incredibili, in cui l’incombere del Mistero apre uno squarcio improvviso: lo spazio della Grazia.
Per tutti valga il racconto “La schiena di Parker”, in cui il protagonista, si fa ricoprire il corpo di tatuaggi, senza però essere mai soddisfatto da questi, nel tentativo disperato di riscattare se stesso, di accettare il detestato nome di battesimo, cominciare a provare stupore verso di sé e attirare l’attenzione delle ragazze prima, poi della moglie. Finché si fece tatuare un Cristo bizantino sul dorso, per ottenere il favore della moglie “redenta” che non avrebbe potuto non apprezzare il disegno di Dio. In realtà la moglie reagì duramente. Tuttavia gli occhi di Dio avevano segnato Parker per sempre.
L’impegno della O’Connor a penetrare l’indifferenza del suo tempo di fronte a Dio e a Cristo colpisce per la sua originalità e per la forza con cui si esprime. È un compito che spetta anche a noi immersi nella stessa indifferenza. Senza questo impegno con la realtà del presente, anche la fede vissuta può essere un rifugiarsi in un mondo virtuale, nostalgico del passato e disarmato verso il futuro, perciò tristemente conservatore.
Per questo servono uomini impegnati con i fatti, gli avvenimenti grandi e piccoli che capitano nella storia, per scoprire in essi la traccia del Mistero, lo spazio della nostra adesione e della nostra responsabilità verso una realtà che non si chiude nella strettoia dell’apparenza.
L’Incarnazione è un fatto che nasconde un Mistero, così i fatti della vita di tutti.
In un recente intervento, il filosofo francese Hadjadj, ha sostenuto che la virtualità dell’informatica e dei videogiochi può costituire un binario parallelo rispetto all’incapacità di vivere il presente che porta a cercare scappatoie. La sfida che ogni tempo porta con sé deve essere affrontata “dal di dentro”. Significativo mi pare, a proposito, l’intervento di Benedetto XVI al Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali. Commentando il diffondersi delle nuove tecnologie ha osservato: “I rischi che si corrono sono sotto gli occhi di tutti: la perdita dell’interiorità, la superficialità nel vivere le relazioni, la fuga nell’emotività, il prevalere dell’opinione più convincente rispetto al desiderio di verità. E tuttavia essi sono la conseguenza di un’incapacità di vivere con pienezza e in maniera autentica il senso delle innovazioni.
Ecco perché la riflessione sui linguaggi sviluppati dalle nuove tecnologie è urgente.
Il punto di partenza è la stessa Rivelazione, che ci testimonia come Dio abbia comunicato le sue meraviglie proprio nel linguaggio e nell’esperienza reale degli uomini, «secondo la cultura propria di ogni epoca» (Gaudium et spes, 58), fino alla piena manifestazione di sé nel Figlio Incarnato.
La fede sempre penetra, arricchisce, esalta e vivifica la cultura, e questa, a sua volta, si fa veicolo della fede, a cui offre il linguaggio per pensarsi ed esprimersi. E’ necessario quindi farsi attenti ascoltatori dei linguaggi degli uomini del nostro tempo, per essere attenti all’opera di Dio nel mondo”. Non fuga ma impegno dell’intelligenza e del cuore per comprendere ed entrare nei nuovi linguaggi di cui spesso, invece, ci si limita a denunciarne i limiti o a esaltarne i vantaggi. Comprendere “l’opera di Dio” è un passo in più per contribuire al servizio della persona nella sua interezza e a superare l’inevitabile impoverimento del virtuale.
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2 commenti:

  1. Sono pienamente d'accordo,soprattutto là dove "il prevalere del'opinione più convincente rispetto al desiderio di verità" Molti, anche fra gli adulti, fanno fatica ad avere opinioni personali, cioè meditate e frutto di un pensiero critico. E così anche nella ricerca dell "verità", pseudo conoscenza e superficialità sono purtroppo un binomio all'apparenza indissolubile. Ed è sul Web, qui, su pagine visitate magari anche frettolosamente, che una parola, una riflessione, possono essere un segno per chi legge e una ricchezza anche se all'apparenza, momentanea. Non è bello rinunciare a comprendere i nuovi linguaggi e a non utilizzarli,come se fossimo tra sordomuti. Forse è il momento di comunicare la "bellezza" della Parola con segni semplici, ma capaci di esprimere efficacemente quanto ci è chiesto in questo momento. Anna Maria

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  2. Ritrovo, un po' in ritardo questo commento che sottoscrivo in pieno. Il nostro lavoro è spargere semi con la certezza che Qualcuno li porterà a frutto in presenz di una libertà consenziente di qualche nostro lettore. Anche se forse non lo sapremo mai.... Grazie Anna AMria per il tuo commento e scusami per il ritardo..

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Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..

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