Nell'articolo che segue (o che precede, a seconda dei punti di vista) questo post, quello dove si cita S. Agostino riguardo i profughi che arrivano in Italia, viene lanciata una provocazione che, dalle primissime reazioni ricevute forse è sfuggita o comunque non è stata ben compresa.
Può anche essere che sia io a non aver capito nulla dell'articolo ma vorrei condividere con voi quanto ha suscitato in me la lettura del suddetto articolo fermo restando il diritto di chi vuole contribuire al dialogo a commentare.
Personalmente non ho colto nell'articolo nessun livello politico ma solo e semplicemente un livello umano e culturale.
Ciò che ha costituito un baluardo contro le conseguenze negative delle invasioni, barbarica prima, islamica poi, e al tempo stesso è stata possibilità di offrire una risposta al senso della vita ad uomini che, pur provenendo da realtà e cultura diverse, hanno il nostro stesso desiderio di assoluto e di verità, è stato il cristianesimo.
La cultura e la civiltà europea hanno origine e sviluppo con il cristianesimo, così come il loro declino è conseguenza della cancellazione dall'orizzonte dell'uomo europeo dello stesso cristianesimo. Cancellazione voluta, auspicata da moltissimi intellettuali e governanti a partire dal XVIII secolo.
Il punto che interessa, a mio avviso, l'autore dell'articolo, (e che comunque interessa me) è ribadire che, o l'europa intesa non come insieme politico di nazioni unite non si sa bene perchè o da chi, ma come unione di persone, recupera, ritrova il suo essere cristiana, il volto che l'ha costituita al suo nascere, o sparisce senza lasciare traccia e rimpianti.
Io non so se coloro che arrivano sono tutti profughi o fra loro ci sono invasori, teste d'ariete per la conquista islamica dell'europa, so che coloro che sono morti nella traversata su un'improbabile imbarcazione erano uomini, erano persone, come persone sono tutti i malati che in Belgio (tanto per citare una nazione a caso) subiscono l'eutanasia senza averla desiderata o chiesta.
E sono convinto che non è un vuoto di valori e di proposte culturali ad essere valida accoglienza per gli immigrati, ma un volto preciso di una cultura che ha costruito cattedrali e monasteri facendo rifiorire vita e civiltà dove erano stati fortemente attaccate.
Senza Cristo ci sono solo profughi da accogliere abdicando a qualunque nostro valore (al punto che l'agenda europea nella sua prima versione si scorda delle feste cristiane e che in certe scuole ci si vergogna a festeggiare il Natale) oppure invasori da combattere senza pietà, o anche malati e anziani da eliminare perchè non produttivi, mentre aborti e contraccettivi sono l'ulteriore passo per l'autodistruzione di questa nostra preseunta civiltà.
L'articolo che ho citato vuole ricordarci che solo ritornando a Cristo si può proporre (non imporre come vorrebbe qualcuno di altra fede) una visione e una speranza diversa a chi lasciando il proprio paese è arrivato nel nostro, a chi spera di colonizzarci (ma già altre volte questo progetto è sfumato), a chi soffre per età o malattia o a chi ancora deve nascere.
Perchè tutti loro sono persone, e solo se anche noi riprendiamo coscienza del nostro essere persone (ritornando appunto a Cristo) si potrà dialogare e rapportarsi con loro.
Senza questo, non c'è storia. L'alternativa è Cristo o il nulla.
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Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
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