Un articolo di Don Angelo Busetto da La Bussola:
Lo slogan sta invadendo tutta la pubblicistica cattolica: i giovani d’oggi sono la prima generazione incredula. Questo accade dopo anni di catechismo parrocchiale e di insegnamento della religione cattolica nelle scuole. Come può essere successo?
E tuttavia non è una novità degli ultimi tempi. Una cinquantina di anni fa – e quindi ancor prima della cesura del ’68 - don Luigi Giussani era partito proprio dalla constatazione di cristianesimo solamente di facciata praticato dai giovani del suo tempo. Li aveva incontrati in treno e li incontrava a scuola: bravi ragazzi che frequentavano preti e oratorio, ma in scuola sparivano nel nulla. Evidentemente lo scollamento tra la generazione dei padri e quella dei figli ha radici profonde, che tuttavia ora emergono in superficie con una fioritura impressionante, manifestata dal palese allontanamento della gioventù dalla Chiesa.
C'è un libretto – quasi un pamphlet – La prima generazione incredula (Rubbettino 2010, pp.104, euro 10) di Armando Matteo che ha buon gioco a documentarlo con dovizia di osservazioni e approfondimenti. E’ cambiato l’orizzonte culturale dell’Occidente, dove sono venute a mancare non solo le tradizionali parole e immagini religiose, ma sono andati perduti i fondamenti della speranza della vita, del futuro e della ricerca della felicità. La scienza e la tecnica sembrano aver occupato lo spazio della vita; la programmazione sull’immediato – come un menu à la carte – sembra costituire l’unica ricerca plausibile. La pratica della fede ridotta a sacramentalizzazione si è isterilita, ingabbiandosi con le proprie mani in un cul de sac senza via d’uscita.
L’immagine che la Chiesa offre di sé a livello pubblico è quella di un’istituzione pesante e pedante, pregna di stanco vecchiume. Gli adulti si riciclano dentro gli stessi schemi politici, economici, religiosi; da essi non sembra venire alcuna prospettiva per il mondo dei giovani. In questa panorama desolato, da dove ripartire? A questo punto il nostro autore lancia rapide proposte, con spunti vivaci e interessanti, ma con una tesi di fondo che sembra rimandare all’infinito ogni prospettiva di risposta.
Infatti pare che innanzitutto debba accadere un nuovo radicale cambiamento del mondo e della Chiesa; solo dopo potrà apparire all’orizzonte una nuova vela per il riscatto dei giovani. Inoltre, in questa lettura pur interessante e stimolante, rimangono occultati nell’ombra due elementi: l’uno di tono pastorale, l’altro di rilievo più sostanziale.
Non viene infatti considerato l’impatto che sul mondo giovanile hanno ancora le proposte dei nuovi movimenti e dei più recenti richiami mariani. Inoltre non viene considerata la possibilità più elementare, che cioè il cuore dell’uomo, e del giovane in specie, può venire toccato e ancora viene toccato dalla grazia di un incontro, per l’urgenza e la spinta che lo costituisce e che lo rende inquieto sotto tutti i cieli. E’ capitato fin dall’inizio e ha continuato a capitare nei secoli. Perché non potrà accadere ancora?
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Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
Nel mio libro appena pubblicato "Come e perchè ho abbandonato la fede ma forse la fede non ha abbandonato me" (Elledici ed. pag.128 euro 9.50) ho riportato le motivazioni dei ragazzi che abbandonano la fede (circa il 94%) e anche il loro impegno nel volontariato: un documento provocatorio su questo complesso e difficile tema di giovani e fede..enosrota@libero.it
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