E’ recentissima la notizia che un videogioco, per ora disponibile solo su internet, sarà disponibile anche per la vendita. Si tratta di “Euthanasia”. E già il nome dovrebbe suggerire qualcosa. Ma per i più refrattari dirò che trattasi di “gioco” in cui il protagonista Shaun Randall, un ex militare costretto su una sedia a rotelle dopo essere stato investito da un'auto mentre era in missione, tenta il suicidio; entra in coma, è internato in un ospedale psichiatrico militare dove una terapista decide di assecondarne le esplicite volontà iniettandogli una soluzione che gli sarà fatale. E qui comincia il gioco, uno 'sparatutto' fatto di atmosfere tetre e deprimenti.
Già in passato c’erano stati svariati giochi in cui lo scopo era di uccidere il maggior numero di nemici possibili, si trattasse di astronavi o di alieni, di avversari (vai a sapere di che cosa) o di nemici..
Ma questa volta si parte da un tema scottante come il fine vita per farne un gioco in cui la premessa è che è bene togliersi (o farsi togliere) la vita quando questa non è più secondo i nostri (o quelli della società) criteri di efficienza e di validità. Banalizzando in pieno il fatto che la vita è – in ogni caso e in qualunque circostanza – un dono e che il suo valore non dipende dalle nostre capacità.
Siamo nel pieno di un clima completamente ostile ai valori cristiani che hanno fondato la civiltà europea e questo è evidente in tantissimi settori, come ad esempio dall’indifferenza che sostanzialmente si nota nei confronti degli altri, nell’affermare il proprio diverso orientamento sessuale come un diritto da affermare con violenta presunzione (e sembra quasi che “gay è bello, etero no”), e anche dal volere affermare il proprio diritto (o l’egoismo di chi, eventualmente, dovrebbe assisterci) a morire quando “la vita non ci piace più”.
Quello che manca in molti, anche fra coloro che si dicono cristiani, è un concreto ancorarsi a Gesù Cristo, unico salvatore e redentore dell’uomo. Di tutto l’uomo e di ogni circostanza della sua vita.
Cristo ha vissuto tutta la vita umana, anche quella pienamente dolorosa della passione non per un misterioso gusto masochista, ma per affermare e far comprendere all’uomo che il dolore, l’ingiustizia, la sofferenza, la morte stessa, non sono la parola ultima della vita. Tutto questo è già stato redento da Cristo con la Sua resurrezione. Ed è unendo la propria personale e quotidiana fatica, il dolore, la malattia alla Sua passione che queste contraddizioni al desiderio di felicità che alberga in ognuno di noi che queste riescono ad essere vivibili.
Senza Cristo, non solo, come è stato detto, tutto è permesso (anche usare la propria sessualità come leva per un effimero successo personale) ma anche la vita stessa e la sua contraddizione più forte sono ridotte ad un banale spunto per un video game dove mondo reale e virtuale sono talmente confusi fra di loro da risultare difficile se non quasi impossibile distinguerli fra loro.
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Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
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Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..