Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

venerdì 9 maggio 2014

La promessa che abbiamo ricevuto (Contributi 960)

Vi propongo un articolo/testimonianza di Francesco Ferrari dal sito della Fraternità Sacerdotale S.Carlo


Quel che so sul Paradiso mi è stato mostrato da chi si è preparato ad andarci.
Il Paradiso è un posto dove incontreremo i nostri santi.
Penso a Marisa, una simpatica vecchina che ho conosciuto in Canada, dove alla nostra casa era affidata una parrocchia italiana. Marisa era emigrata tanti anni prima e ormai era sola e ammalata. Non faceva altro che parlare della «sua Madonnina», la sua stabile compagna. A volte, alla fine della messa, si cantava Andrò a vederla un dì, un bellissimo canto mariano che parla del cielo e dell’incontro che là avverrà con Maria. A Marisa piaceva molto, anzi, lei proprio lo viveva. Ogni volta che veniva intonato, alle parole «andrò a vederla…» si sentiva, dal fondo della chiesa, un forte e spontaneo «Magari!». Era sempre Marisa che non tratteneva la gioia al pensiero che un giorno sarebbe andata a stare con la «sua Madonnina».
Il Paradiso è un posto dove potremo veramente aiutare chi amiamo.
Me lo diceva sempre il signor Pedro. Quando ero in Cile lo andavo a trovare ogni sabato, nella sua casetta povera di Puente Alto, in periferia di Santiago. Lui era sempre là, bloccato nel suo letto dalla malattia. Pedro era stato un gran lavoratore e ora soffriva soprattutto per la sua inattività. Vedeva che sua moglie, sua figlia e i suoi nipoti vivevano nella povertà e non c’era un uomo a guidare la casa. Avrebbe voluto fare tante cose e invece doveva stare lì, allettato, a chiedere aiuto per ogni cosa. Aveva però una grande certezza. «Il Signore mi sta chiamando – mi diceva – e presto potrò davvero aiutare la mia famiglia, perché io li conosco bene e dirò a Dio ciò di cui hanno bisogno». Da allora penso ai miei nonni e ai miei amici che sono in cielo come coloro che mi conoscono bene e sanno cosa chiedere a Dio. È vero ciò che diceva santa Teresina di Lisieux: «Esiste un cielo, e questo cielo è popolato di anime che mi amano, che mi guardano come loro figlia».
Il Paradiso è un grido del nostro cuore.
In noi c’è qualcosa del cielo, un seme della vita eterna. Me lo disse una volta la mia amica Marta. Era ammalata di un tumore che la avrebbe portata alla morte pochi mesi dopo, a 27 anni. Un giorno al telefono mi raccontò stupita di come, dentro a tutti i dolori e le fatiche della malattia, viveva una profonda certezza: «Il mio è un cammino verso la vita, ne sono sicura». È vero. Il nostro è un cammino verso la vita vera. Ogni azione chiede il Paradiso, chiede che tutto sia eterno e pieno di senso. Che tutto sia unito. In noi c’è una sorta di nostalgia del Paradiso, perché tutto in noi grida una vita senza fine.
Il Paradiso è una promessa ricevuta.
Tempo fa parlavo con un caro amico ateo. Mi diceva in modo provocatorio: «Ma cos’è il Paradiso in fondo, se non una convinzione per consolarsi? Come ti sei convinto tu?». Mi ha raggelato. Il Paradiso non è una convinzione. Una convinzione non sostiene nelle ultime ore, svanisce davanti alla morte. Il signor Pedro, la signora Marisa e Marta non erano convinti, erano certi. Il Paradiso non è una convinzione, è una promessa che abbiamo ricevuto. Allora la vera domanda non è come convincersi del Paradiso, ma chi è Colui che ce lo promette.

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