Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

venerdì 12 agosto 2011

Lʼinvasione del divino (Contributi 495)

Un esempio di pensiero cristiano, di semplice stupore che coglie ogni aspetto della realtà, in questo articolo di Luisella Saro tratto da Cultura Cattolica:

E’ bello il tempo dell’estate: è un tempo lento. Puoi guardare le cose e le persone con più attenzione, puoi fermarti a scambiare quattro chiacchiere senza la dittatura dell’orologio, vera o presunta che sia. Ed è in questo tempo lento, in questo sguardo meno frettoloso e superficiale, che puoi scoprire, se lo vuoi, i dettagli. Nelle cose, nelle situazioni, nelle persone. Come l’altro giorno, al bar. Mentre, sola, stavo sfogliando il quotidiano, in attesa del caffè, è entrato il titolare del negozio di giocattoli che si trovava in piazza, accanto a casa mia, e che è ormai chiuso da anni. Al suo posto, ora, una banca.
Con lui, la moglie e l’ultimo dei quattro nipotini. Tra poco compirà tre anni.
Ho posato il giornale ed abbiamo iniziato a parlare. Come se io fossi ancora la bambina che ero, quando, nasetto all’insù, entravo a fantasticare tra i giochi. E con la stessa confidenza di sempre, anche se ci si incrocia solo di rado.
Raccontavo di me, della mia vita ora, e intanto osservavo questi nonni sorridenti e premurosi verso il nipotino, vispo e curioso com’è giusto che sia alla sua età.
Abbiamo bevuto, insieme, il caffè, ed è stato allora che ho notato, all’anulare sinistro di questo signore, una “decina” del rosario. Non un anello. Una coroncina che teneva stretta e che ogni tanto, col pollice, faceva avanzare di un passetto.
L’ho guardata e l’ho guardato.
“Ce l’ho sempre con me”, mi ha detto, “perché l’Ave o Maria, l’invocazione alla Vergine accompagna tutti i momenti di tutte le mie giornate. Non so quanti rosari recito, in un giorno… Prego mentre sono in bicicletta, mentre faccio la fila alla posta o al supermercato, mentre cammino… Prego perché non posso stare senza sentire, qui, accanto a me, la presenza della Madonna. Perché è la preghiera che ci tiene in comunione con il Cielo e con la terra…”.
Mentre la moglie lo ascoltava, nelle labbra, appena accennato, lieve le è comparso un sorriso, e i suoi occhi emanavano una pace e una luce che non diresti possibile in una madre che un giorno di tanti anni fa ha perso, in un incidente in moto, un figlio diciassettenne, all’epoca appena più giovane di me.
Nel poco tempo trascorso insieme, un po’ ascoltavo lui, un po’ gli guardavo la mano sinistra e questa sua inseparabile decina del rosario, un po’ incrociavo lo sguardo dolce e sereno della moglie (eppure il cuore, mi dicevo… chissà come continua a sanguinarle, in mezzo al petto, il cuore…).
E intanto che li osservavo e ascoltavo la delicata tenacia di quest’uomo nel ripetermi che “però c’è modo e modo di pregare, che non serve a niente sgranare Ave o Maria pensando ad altro, e che la preghiera vera è quella fatta col cuore”, mi rendevo conto che solo in quel momento stavo comprendendo davvero, e cioè nel profondo, le parole di papa Paolo VI, che amava ricordare che “il tempo della preghiera non è evasione, ma ‘in-vasione’ del divino nella vita”.
Guardandoli, ho compreso: solo quando la fede diventa esperienza capace di dare senso a tutto, perché “tiene insieme tutto”, proprio come quella coroncina, è possibile guardare al passato, al presente e al futuro con la certezza di un disegno misterioso eppure “buono”. Non esistono in commercio rimmel, o eye liner, o lenti a contatto in grado di rendere “così” gli occhi di una madre che abbia perso un figlio!
Abbiamo bevuto insieme il caffè e poi ciascuno si è apprestato a continuare la sua strada. Il piccolo è salito in bicicletta, nel seggiolino dietro, e ci siamo salutati.
“Racconta alla signora Luisella dove andiamo adesso”, ha detto la nonna rivolgendosi al nipotino. “Andiamo a salutare lo zio Giovanni!”, ha risposto lui: occhi furbissimi e un sorrisone.
Lo zio Giovanni: questo zio che non c’è più, perché gli hanno spiegato che è in Cielo, in braccio alla Madonna, ma che tutti i giorni si può andare a salutare. Non è nascosto, dimenticato, come si fa con i brutti pensieri dai quali cercare in ogni modo di distrarsi. Continua ad essere presente in tutti e una compagnia per tutti. Nei genitori e per i genitori; nelle due sorelle. Anche per i quattro nipotini che mai l’hanno visto. Presente in quella misteriosa eppur concretissima “comunione tra Cielo e terra”, possibile solo grazie alla preghiera.
Li saluto con la mano e seguo con lo sguardo le bici che partono. Ciascuno andrà a fare le cose che deve fare, penso. A vivere la vita che non siamo noi a scegliere, ma che ci è data.
Le nostre biciclette prendono strade diverse, eppure il cuore mi dice che la meta è la stessa.
In questo tempo lento dell’estate, nel dettaglio di una “decina” del rosario, inseparabile compagna di cammino, ho visto che “si può vivere così”: come questo papà e questa mamma. Come questo nonno e questa nonna. In pace con la vita e con la morte. Conviene.
--------

Nessun commento:

Posta un commento

Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..

Lista blog cattolici

LOGO DEL BLOG

LOGO DEL BLOG
inserisci il logo del blog sul tuo blog (anche ridimensionandolo)