Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

venerdì 19 agosto 2011

Una baby prostituta diventa consacrata (Articoli 64)

Il titolo già rivela il contenuto di questa bellissima storia narrata in un articolo di Raffaella Frullone su La Bussola:

Che futuro può avere una quattordicenne cresciuta in una famiglia poverissima della periferia di Bangkok, barattata dalla famiglia per mille dollari e condotta nella capitale tailandese per prostituirsi?
Come potrà sopravvivere nella giungla della lussuria e nello squallore di una città di 8 milioni di abitanti, parlando solo il dialetto, umiliata nel corpo e nell'anima, ridotta schiava e completamente sola? Potrà mai sperare di avere una vita felice?
Lek aveva appena compiuto 14 anni quando alla porta di casa bussano "protettrici". Le donne, dopo averla vista, offrono mille dollari per portarla a Bangkok con la promessa di un lavoro sicuro. Mille dollari sono una cifra esorbitante per un padre e una madre senza lavoro, che vivono in una baracca senza acqua potabile e senza sapere cosa riusciranno a dar da mangiare ai propri figli, e la promessa di un lavoro nella capitale è troppo allettante per un’adolescente che fino ad allora non poteva permettersi nemmeno di sognare.
Ma le “protettrici” non proteggevano proprio nessuno. Scrutavano corpi, osservavano movenze per trasformerle in merce adatta a soddisfare le voglie perverse dei turisti occidentali e Lek, poco più che bambina, lo capisce solo una volta arrivata nella capitale, solo una volta scaraventata in uno squallido bordello.
Ingannata col miraggio di un lavoro, si ritrova costretta a alla prostituzione insieme ad altre migliaia di ragazzine. Secondo una ricerca dell'istituto del sistema sanitario tailandese, oggi sono circa 50 mila le prostitute minorenni nella capitale, che lavorano accanto a quelle "adulte", ovvero che hanno superato il diciottesimo anno, che sono circa 100 mila.
Nonostante sia senza soldi, senza la libertà di muoversi, senza documenti, e parli solo il dialetto, Lek non si rassegna e cerca di contattare sua sorella, che si trovava nel centro di formazione professionale cattolico «Baan Marina», diretto dalle Missionarie del Sacro cuore di Gesù e Maria. La congregazione, nata all'inizio del secolo scorso in Spagna, da 45 anni in Thailandia accoglie le ragazze provenienti dai quartieri poveri o dalla strada, aiutandole a recuperare la dignita' e aiutandole a costruire un futuro.
Lek sa che l’unico modo per uscire dalla schiavitù è quello di "saldare il debito", ossia dare ai suoi sfruttatori la stessa cifra che gli stessi avevano “pagato” ai suoi genitori: un’impresa impossibile considerato che si trova costretta a consegnare quasi l’intero importo del suo "compenso". Ecco che allra decide di rivolgersi proprio alle suore missionarie, grazie all'aiuto della sorella.
Non senza sforzi, viste le limitate disponibilità economiche dell’istituto, le religiose riescono a raccogliere la cifra necessaria per riscattare la libertà di Lek ed estinguere il debito. Un gesto di grande generosità che avrebbe dato, anni più tardi, frutti inimmaginabili...
Entusiasta e profondamente grata per aver ritrovato una prospettiva di vita, Lek trascorre sei anni nell’istituto. Insieme ad altre cento ragazze studia ed impara il lavoro della sarta che – sperava – le avrebbe permesso di trovare lavoro in uno dei tanti laboratori della capitale. Intanto, giorno dopo giorno, sente crescere la fede in Cristo, che aveva mosso le sorelle ad aiutarla in un momento di estremo bisogno.
Piano piano abbandona il buddismo e decide di farsi battezzare, poi di ricevere la Comunione e di confermarsi nella Cresima, sacramenti accompagnati da un crescente impegno nell’istituto come collaboratrice delle suore e catechista alle ragazze più giovani giunte a Bangkok dopo di lei e strappate dalla strada.
La speranza ritrovata di «Baan Marina» e la fede tuttavia non spengono il desiderio di infinito nel cuore della giovane che deciderà di consacrarsi e dedicare la sua vita al Signore.
Oggi da quel quattordicesimo compleanno trascorso sulle strade di Bangkok, sono trascorsi 20 anni. Lek vive la sua vocazione nel silenzio mentre le Missionarie del Sacro Cuore di Gesù e Maria, pur proteggendo la sua pricavy, raccontano la sua straordinaria vicenda: “Lek oggi è serena, non serba rancore nei confronti della sua famiglia perché sa che anche loro sono stati ingannati – fanno sapere le suore – vorremmo che la sua storia possa dare speranza a tutte le ragazze che l’hanno perduta, specialmente alle giovanissime prostitute di Bangkok che si sentono perse nel buio della loro schiavitù”. Anche delle loro vite, il Signore può fare miracoli.
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