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Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

giovedì 19 gennaio 2012

Cristiani alla Giovanna d’Arco (Contributi 564)

Ecco un articolo di Pigi Colognesi da Il Sussidiario:


Sono iniziati, in Francia, i festeggiamenti per il seicentesimo anniversario della nascita di Giovanna d’Arco. Si trattasse semplicemente di una ricorrenza per esaltare un simbolo patriottico, non varrebbe la pena di occuparsene. In realtà, la vicenda della giovane santa del XV secolo ha parecchio da insegnare anche nelle condizioni in cui troviamo oggi; soprattutto per quanto riguarda una realistica considerazione di che cosa sia l’incidenza del cristiano nella storia.
La prima constatazione è che tale incidenza non è per niente frutto di un calcolo strategico; è una chiamata. Chi avrebbe mai potuto immaginare che una sconosciuta ragazza di un piccolo paesello periferico avrebbe potuto cambiare le sorti di una guerra così lunga che è stata chiamata «dei cent’anni»? Certo non avrebbe potuto immaginarlo neppure la protagonista stessa, che probabilmente pensava a un normale futuro di sposa e madre di famiglia.
Senonché Giovanna sente delle «voci» che la chiamano a un’impresa tanto incredibile quanto ardua: vestirsi da soldato, raccogliere le disperse milizie francesi e capeggiare la riscossa della sua patria contro gli inglesi e i loro alleati borgognoni. Proprio perché ubbidisce senza esitazione a questa stranissima chiamata Giovanna riesce nell’impresa che tutti ritenevano disperata: liberare Orléans e far incoronare nella cattedrale di Reims il reticente re Carlo.
La storia di Giovanna insegna, in secondo luogo, che il giudizio di efficacia non può essere effettuato coi parametri del successo mondano. Da questo punto di vista la sua vita dovrebbe essere considerata un fallimento. Dopo le inattese vittorie, Giovanna è stata infatti arrestata, processata e bruciata come eretica, a diciannove anni, sulla piazza di Rouen. E non sono stati solo i suoi avversari in guerra a condannarla: il presidente del tribunale che l’ha mandata al rogo era un vescovo francese e per giunta un intellettuale, un ex rettore della Sorbona.
Anche la vicenda della sua memoria ha parecchio da insegnare. La fine della Pulzella avrebbe potuto essere tranquillamente catalogata come una delle tante esecuzioni di donne giudicate invasate. Eppure, già qualche decennio dopo la sua morte un nuovo processo, condotto quando ancora erano viventi testimoni oculari del suo comportamento, l’ha completamente riabilitata; e questa volta con l’autorevole sigillo del legato pontificio. In seguito Giovanna è stata sostanzialmente dimenticata anche in patria: un curioso episodio della guerra dei Cent’anni.
Per gli illuministi una dimostrazione che la fede cristiana si fonda sull’irrazionalità più patente; per i romantici un’eroina nazionale da immaginetta; pei i positivisti un evidente caso psichiatrico. Per il vescovo di Orléans Dupanloup, invece, una santa. È stato lui che, a fine Ottocento, ha chiesto a Roma che se ne introducesse la causa di beatificazione. E nel giro di qualche decennio, con grave disappunto dei detrattori e degli interessati esaltatori, Giovanna d’Arco è stata proclamata prima beata (1909) e poi santa (1920). E dichiarare una persona santa significa per la Chiesa indicare in essa il massimo esempio di incidenza possibile sulla storia umana. Ovviamente anche dopo non sono mancati i denigratori.
Ciò nonostante Giovanna rimane un conforto per i semplici cristiani e un’insormontabile pietra d’inciampo per chi pensa che la storia si fa con saggi calcoli che ottengono visibili e permanenti successi mondani.
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