Capita di frequente che i blog di alcuni amici pubblichino cose lodevoli (anche perché fra i miei amici ve ne sono alcuni di molto favoriti dalla Grazia). Capita anche che talvolta io mi accorga di tali piccoli gioielli (anche se in ritardo come in questo caso) e ne renda adotti i miei lettori. Nel caso di specie il ritardo non è neanche eccessivo visto che il post risale allo scorso 11 gennaio. E dato che si fa cenno ad un doodle di Google, che ve mostro qui sotto a separazione fra il mio testo e quello dell'amico Berlicche:
Quelli che vanno oggi su Google possono vedere un curioso doodle fatto a “strati geologici”. Cliccandoci sopra potete apprendere che si tratta di un tributo a Niels Stensen, alias Nicolaus Steno, alias Stenone.
Nel corso degi vostri studi magari siete incappati in qualcuna delle sue scoperte. Esiste un “dotto di Stenone” in anatomia; la stratigrafia, nei suoi assunti fondamentali, si deve a lui; ha detto la sua in paleontologia, biologia e cristallografia. Era una mente curiosissima, che lo condusse dalla nativa Danimarca in Italia, dove visse gran parte della vita.
Ma c’è un particolare su questo sagace e brillante scienziato del XVII secolo che forse ignorate. Potete pregarlo, perché è stato fatto beato.
Questo danese, nato luterano, non si fermò a quello che vedeva. Da quello che vedeva – fosse un dente di squalo fossilizzato o la struttura di un muscolo o una processione religiosa – tirava le conseguenze.
Suo il detto:
Sono belle le cose che si vedono, più belle quelle che si conoscono, bellissime di gran lunga quelle che si ignorano.
Verificava ogni cosa, anche la sua fede. Capì che il cattolicesimo, più che il luteranesimo, era ciò che poteva sostenere l’impeto della sua intelligenza indagatrice. Questo scienziato a tutto campo, conteso dalle corti umanistiche italiane per il suo genio indiscusso, si fece sacerdote.
Poco dopo fu nominato vescovo e vicario apostolico e tornò su nel freddo nord, dove i cattolici non erano ben visti. I prìncipi protestanti non lo gradivano certo. Visse gli ultimi anni sempre in viaggio, vestito di cenci. Aveva venduto anello e croce vescovile per dare il ricavato ai poveri. Morì di malattia, probabilmente dovuta agli stenti, a soli 48 anni.
Ora, io vi domando: la morte di Stenone deve essere considerata un di meno o un di più? Lui lasciò gli agi dei palazzi toscani per un carro scoperto nella inospitale Germania; attraversò tutta la scienza del suo tempo e andò oltre.
Ve lo chiedo ancora: volete fermarvi all’apparenza, a ciò che si vede, o cercare di scoprire le cose bellissime che ancora ignorate?
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Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
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