Una testimonianza di Manuela Pradelli dalle zone terremotate dell'Emilia:
La mia casa è in mezzo alle vigne, è bianca con le finestre verdi. E’ il desiderio di una vita realizzato circa dieci anni fa dopo aver abitato con i nostri quattro figli vari posti. Siamo nella campagna Modenese a Bomporto, vicino a Sorbara, terra del lambrusco, dell’aceto balsamico e del parmigiano, al confine con la bassa, circa 12 km da Cavezzo e 15 da S. Felice.
Dalla mia camera nelle giornate limpide si può ammirare l’Appennino e dallo studio le Prealpi. È una casa amata e curata affinché i miei figli ( ormai fuori casa) e i nostri amici quando vengono a trovarci possano godere insieme a noi di questa “dimora” capace di suscitare una gratitudine infinita in ogni momento vissuto dentro quelle solide e vecchie mura.
Tutti i giorni vado a Modena (lavoro in una scuola dell’infanzia), ma quando posso vado in giro per la campagna a cercare la frutta e la verdura dai contadini vicini, per rallegrare la mia tavola.
Martedì 29 maggio ero a scuola a Modena. Alle prime scosse delle 9,03 le prove di evacuazione, che normalmente facciamo con i bambini tre volte l’anno, quasi come se fosse un gioco, diventavano realtà. La responsabilità nei confronti di quei bambini aveva allontanato da me ogni paura. I miei occhi dicevano a loro: “Affrontiamo insieme questa situazione, anche ciò che ci sta accadendo ora ci aiuta a diventare grandi.”
Ero già a casa quando sono arrivate le scosse più forti: stavo preparando il pranzo, mentre mia suocera di 92 anni, in carrozzina, mi aspettava al sicuro vicino al campo di barbabietole. Ero ai fornelli quando è arrivato il solito minaccioso boato che precede la scossa; lo stavo quasi aspettando. È così: la paura ti mette in attesa. Ho spento i fornelli e mi sono precipitata fuori in mezzo ai campi per trovare rifugio, ma quale rifugio? Quali braccia mi accoglievano in quel momento per proteggermi e consolarmi? Guardavo la mia casa muoversi e scricchiolare, aspettandomi di vederla crollare.
Verso quale rifugio andavo incontro correndo fuori? Diventavano carne le parole del salmo 45: “Dio è per noi rifugio e forza aiuto sempre vicino nelle angosce, perciò non temiamo se trema la terra.” “Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio, la santa dimora dell’Altissimo, Dio sta in essa non potrà vacillare, la soccorrerà Dio prima del mattino”. In quel momento mi sono detta: “Io sono la Sua santa dimora”.
Ora mentre sto scrivendo sono le due, la terra trema in continuazione sotto di me e sotto la mia casa, provata, ma ancora in piedi. Durante la notte tutti i rumori e i movimenti sono amplificati, ma… Dio sta in me, non potrò vacillare, mi soccorrerà Dio prima del mattino, qualsiasi cosa succeda.
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Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
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Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..