Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

sabato 16 giugno 2012

Siamo in cerca del Dio vicino (Contributi 664)

Un breve articolo di Elena Pagetti da Cultura Cattolica fa il bilancio della visita di Benedetto XVI all'incontro mondiale delle famiglie di Milano:


La visita di Benedetto XVI a Milano, a conclusione del VII congresso mondiale della famiglia, è stata una grande affermazione della vita. Quella buona, che tutti desideriamo, mentre ci affanniamo tra un’incombenza e l’altra, tra un dovere pressante e il desiderio di poter avere un po’ di tempo per noi stessi. 
“Tracce” di vita buona le abbiamo accanto tutti i giorni, ma non sono sotto i riflettori dei media, che, anzi, le evitano accuratamente per non correre il rischio che venga incrinata la mentalità qualunquista per cui la famiglia oggi ha ben poco da dire. L’incontro di Milano ha coinvolto uomini e donne, giovani e bambini di tutte le età e nazionalità. 
Non può essere confuso con un fenomeno locale o italiano, relegato a un paese che, per una storia particolare, vive ancora di un retaggio del passato e di un legame con la Chiesa che altre nazioni, soprattutto europee, hanno perso da tempo. 
Non è così. 
Occorre chiedersi con lealtà che cosa permette che un numero così grande di persone di cultura e provenienza diverse possa riunirsi e riconoscersi in unità, celebrando la gioia della festa e dell’accoglienza ospitale. 
Cosa permette l’accadere di fatti come quello di Milano? Perché le folle accorrono dove c’è il Papa? 
Ripercorrendo il contenuto dei discorsi pronunciati dal Santo Padre, viene spontaneo considerare come le sue osservazioni, ancorate alla concretezza dell’esperienza umana, colpiscano per la loro leale semplicità e la chiarezza razionale. Chiarezza frutto di una ragione illuminata dalla fede e di un cuore che vive realmente nella Presenza di Dio. Proprio perché Dio è vicino, la realtà si fa più chiara, la ragione più sicura, la libertà più forte. 
Nella Lectio divina, al Convegno Ecclesiale della diocesi di Roma, parlando delle conseguenze dell’essere battezzati, ha detto che “Dio non è più lontano per noi, non è una realtà da discutere – se c’è o non c’è – ma noi siamo in Dio e Dio è in noi. Dio è l’ambiente della mia vita … Il cristianesimo non è una cosa puramente spirituale, soggettiva, del sentimento, della volontà, di idee, ma è una realtà cosmica. Dio è il creatore di tutta la materia, la materia entra nel cristianesimo, e solo in questo grande contesto di materia e spirito insieme siamo cristiani. Molto importante è che il corpo faccia parte della nostra fede”. 
È questa concezione della vita che attrae, che sposta le folle, perché libera. La gente ama il Papa perché riconosce che attraverso la sua Persona e le parole che rivolge, è raggiunta nel suo bisogno più profondo da una Risposta che compie le attese del cuore. Rispondendo a una domanda sulla crisi economica rivoltagli da una coppia durante la veglia con le famiglie, il Papa ha offerto la Sua condivisione della sofferenza, ma ha anche indicato una strada di creatività e di carità nuova: gemellaggi tra città, tra famiglie, tra parrocchie. 
Un’assunzione di responsabilità nell’aiutare gli altri. Sì, perché “pregare non è solo dire parole, ma apre il cuore a Dio e così crea anche creatività nel trovare soluzioni”. 
Come ha detto nell’incontro con le autorità in Vescovado: La “città dell'uomo” non è promossa solo da rapporti di diritti e di doveri, ma ancor più e ancor prima da relazioni di gratuità, di misericordia e di comunione» (Enc. Caritas in veritate, 6). Oggi sembra, invece, dominare “una cultura che non cerca il bene, il cui moralismo è, in realtà, una maschera per confondere, creare confusione e distruzione. Contro questa cultura, in cui la menzogna si presenta nella veste della verità e dell’informazione, che cerca solo il benessere materiale e nega Dio, diciamo “no”(dalla Lectio divina). 
La fede in Gesù Cristo, morto e risorto per noi, vivente in mezzo a noi, deve animare tutto il tessuto della vita, personale e comunitaria, privata e pubblica, così da consentire uno stabile e autentico “ben essere”, a partire dalla famiglia, che va riscoperta quale patrimonio principale dell’umanità, coefficiente e segno di una vera e stabile cultura in favore dell’uomo”.
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