Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

mercoledì 22 dicembre 2010

L'attesa del Natale (Contributi 418)

Desidero proporvi l'ultimo editoriale di SamizdatOnLine,un bella riflessione di Massimo Camisasca sul Natale:

Stiamo vivendo il tempo di Avvento che ci porta al Natale. L’Avvento è anzitutto un tempo liturgico, ma per sua natura investe tre diverse dimensioni temporali: il presente, il passato e il futuro. Questo tempo tra passato, presente e futuro, che San Bernardo chiama «il triplice Avvento», può avere ancora molto da dire a ciascuno di noi oggi, anche a chi distrattamente si affanna nella frenesia delle luci di Natale.

Trattandosi della storia di una nascita, il riferimento al passato è fondamentale. Non possiamo, infatti, pensare a Gesù che viene e che verrà, se non partendo dalla considerazione del fatto che è già venuto.
Colui che invochiamo e che attendiamo è già presente.
La venuta di Cristo non è un mito o un sogno, ma un evento accaduto e giunto fino a noi nella sua storicità. Per questo la prima dimensione fondamentale che l’Avvento ci invita a vivere è la memoria, la storia passata che si rende presente.
Nel rapporto con il passato si possono percorrere due strade sbagliate. Molti uomini vivono la vita con la nostalgia del passato, sottraendosi al presente, rinunciando di fatto a vivere. Il passato è un evento inefficace, perduto, che non è più capace di cambiare il presente.
Il Natale stesso può diventare un pio ricordo, una bella favola, ultimamente inefficace.
Una seconda negazione della memoria è chiudersi in una visione negativa del passato. La storia si riempie di coloro che non ci hanno amato, che non ci hanno capito, che ci hanno ingannato. Il passato è vissuto come angoscia. Diventa impossibile perdonare. Nel primo caso il cristianesimo rimane una bella fiaba delle origini, nel secondo una dottrina di fratellanza che non riesce a incidere sul rapporto con il nostro vissuto.


L’Avvento ci fa guardare anche al futuro. Vivendo, sorgono in noi molte immagini riguardo il futuro, attraverso le quali vorremmo come prevederlo. È necessario che le nostre immagini e le nostre attese, il nostro desiderio di Cristo, si purifichino. Potremmo, infatti, cadere nell’errore di amare più le immagini che ci facciamo di Dio che Dio stesso.
Noi non sappiamo quando Cristo tornerà, o meglio, quando verrà l’ultima volta. Sappiamo una cosa: che la sua ultima venuta è il compimento delle sue continue venute presenti. Sarà il compimento della storia.
La storia, infatti, si compirà quando Dio sarà tutto in tutti, quando il Figlio consegnerà al Padre il mondo in lui ricapitolato.
Dio non sta ritardando la sua venuta, ma dà all’uomo il tempo per convertirsi a lui. Il tempo ha dunque un peso.
Non solo Dio ha creato il tempo, ma è entrato nel tempo, lo ha assunto come forma del suo rapporto con noi.
Il Mistero non mi raggiunge se non attraverso il tempo. Esso è innanzitutto il sacramento della contemporaneità di Cristo, della sua vicinanza alla mia vita. Per questo è fatto di un’infinità di istanti presenti, attraverso i quali Cristo mi raggiunge continuamente. Egli è l’amato nascosto, che si rivela a noi in mille modi.
In sintesi: il fondamento storico dà a questa nostra attesa, che riguarda il presente e il futuro, una sua veridicità, toglie ogni mitologia, ogni sentimentalismo spiritualistico e ci permette di assumere la posizione vera verso questo tempo.
L’Avvento non è solo una parte del nostro tempo, ma ne è una dimensione permanente.
L’attesa costituisce l’umano nella sua dimensione più profonda e più vera.

Il mio augurio per questo tempo di Avvento e per il vicino Natale è in un pensiero di sant’Agostino: «Se abbiamo un piccolo sacchetto potrà entrarvi poca cosa; se abbiamo un grande sacchetto potrà entrarvi molto».
Dobbiamo dilatare gli spazi del nostro desiderio, in modo che possa entrarvi Cristo stesso e, con lui, tutto ciò che ha preparato per noi.
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1 commento:

  1. Bellissima la frase di Sant'agostino,e come dire se abbiamo un cuore piccolo poco vi entra se lo abbiamo grande tanto ci sta...ma il quesito che mi pongo e questo?Sono capace io di accogliere tutto questo amore che il Signore mi da di ricevere con la sua venuta?Sono, come fece la piccola Maria inconsapevole della grandezza che doveva accogliere,pronta a accogliere i bisogni dei miei fratelli?tutto questo egoismo che investe il mondo spesso ci mette come una benda agli occhi,come un velo che non ci permette di vedere, e di capire che oltre a noi esistono tante realtà, che non sono sempre piacevoli, e spesso andamo avanti così inermi,senza fare nulla...e perchè poi lo dovremmo fare? che ci importa di chi non ha nulla che passerà questo natale da solo,in malattia, con il cuore che piange per la sofferenza o per la solitudne...certo qualcuno potrà pensare e facile scriverle le parole, ma Gesu ci ha insegnato che bisogna mettere in atto la Sua parola con opere, fatti concreti,azioni, ed è giusto bisogna farlo,e si puo partire anche da piccole cose,come andare a trovare qualcuno che sappiamo che è solo,donare un sorriso,una buona parola, Gesu ci ha insegnato che non ci chiede più di quello che non possiamo fare, ci chiede che quello che vogliamo fare per amore dei fratelli con gesti veri,senza ipocrisia,con gesti che anche se a noi sembrano di poca importanza illuminano la giornata di chi in quel momento ne ha bisogno..voglio sperare di vivere questo Natale non in modo scontato come i ricordi che mi sovvengono di qualche Natale passato nell'apatia e nella banlità,voglio cercare di aprire il mio cuore alle condivisioni con altri fratelli,e voglio sperare per me e per chi come me spera ogni anno in un Natale migliore,vivere il presente con la speranza che, questa nostra contemporaneita, diventi concreta nel donarsi vivamente e pienamente, a tutto quell'amore che Gesu bambino e venuto a portarci, il grande messaggio dell'amore per un mondo migliore,il messaggio del Suo regno come regalo per tutti noi,basta solo saperlo accogliere,cosi senza rumore,ma con umiltà, con semplicita...un caro saluto a tuti gli amici del blog..Ivana

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Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..

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