Ecco un altro articolo (di Robi Ronza) tratto dalla Bussola che ci aiuta a copire la gravità della situazione:
Abbandonando lodevolmente per una volta il suo consueto linguaggio diplomatico, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha definito “un’indecenza” il fatto che in un diario scolastico edito in tre milioni di copie a cura della Commissione Europea tra le festività religiose in calendario non ci sia il Natale. Stampato in tutte le lingue dell’Unione, il diario, che contiene l’indicazione delle feste delle più diverse fedi, ignora così una delle due maggiori feste cristiane, quella che appunto ricorda la nascita di Gesù.
Frattini ha chiesto che il diario venga ritirato e che il presidente della Commissione Barroso apra un’inchiesta sull’episodio. Anche in questo ha fatto benissimo: che vi si ponga rimedio infatti è necessario ma non sufficiente. Occorre pure andare a vedere come ciò sia potuto accadere al fine di creare poi le condizioni perché cose del genere non si possano ripetere. Oportet ut scandala eveniant, (è opportuno avvengano scandali) viene da dire citando il Vangelo. Il masochismo anti-cristiano di una parte consistente delle élites europee comincia a suscitare reazioni che da anni si stavano attendendo invano. Un primo segnale che qualcosa stava cambiando era venuto dalle prese di posizione contro il tentativo di imporre tramite una sentenza della Corte Europea di Giustizia che il crocifisso venisse tolto dalle aule scolastiche e dagli uffici pubblici del nostro Paese.
Lo scorso 26 novembre il Parlamento Europeo, su proposta del deputato italiano Mario Mauro, ha votato una risoluzione nella quale si denuncia la persecuzione dei cristiani iracheni, mentre in precedenza una lettera di solidarietà con i cristiani perseguitati nel mondo era stata sottoscritta da 160 deputati, ossia da oltre la metà di essi. Se si pensa che questo stesso Parlamento aveva in passato sottoscritto più risoluzioni critiche contro la Santa Sede che contro le violazioni dei diritti umani in Cina ci si può fare un’idea dell’entità della svolta.
Molto significative sono anche alcune importanti prese di posizione del Cancelliere tedesco Angela Merkel che in recenti discorsi ha sottolineato la rilevanza del fatto cristiano affermando tra l’altro che oggi il problema in Germania “non è che abbiamo troppo islam; è che abbiamo troppo poco cristianesimo”.
Al pensiero di tutte queste cose, in questa notte di Natale in cui sto scrivendo in fretta volendo finire in tempo per la Messa, mi si riaffaccia alla memoria la cruciale domanda che si ritrova ne i Cori della Rocca di T.S. Eliot: “E’ l’umanità che ha abbandonato la Chiesa o è la Chiesa che ha abbandonato l’umanità?”. Una domanda che riguarda non solo la Chiesa come istituzione ma anche tutti coloro che, come me, la vedono non come estranea e nemmeno come qualcosa di buono ma di altro da sé, ma invece sono convinti che “la Chiesa siamo noi”.
Oggi più che mai tutti quanti dobbiamo assumerci la responsabilità di rendere apertamente ragione della nostra fede e della nostra speranza, e prima ancora di vivere in un modo che sia ipso facto una testimonianza.
E’ una responsabilità che ha chiunque, e non solo chi riveste un ruolo pubblico.
Ciascuno di noi, anche il meno noto e all’apparenza il meno influente, per pochi o tanti è noto e influente là dove vive e lavora.
E ci sono persone che certe cose le possono ascoltare e sono disposte ad ascoltarle molto più da lui che dallo scrittore noto o dal famoso commentatore radiofonico o televisivo. Teniamone conto.
****
In altre parole la diffusione della parola di Gesù nel luogo dove siamo, viviamo, ci muoviamo è compito nostro, responsabilità nostra. E sarà a noi che verrà chiesto conto di ogni parola non detta e di ogni tesimonianza non data....
Pensiamoci prima di nasconderci dietro la sindrome di Pietro la notte del giovedì santo (= io non Lo conosco) e se ciò fosse accaduto, continuiamo ad imitare il primo Papa con il sincero pentimento..
Buon anno nuovo a tutti. E che sia anno di vero e sincero cambiamento.
-----
Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
Io credo che sono ancora molti i cristiani che non conoscono l'esortazione apostolica "Christi fidelis laici" di Giovanni PaoloII, ma credo che siano ancora di più i sacerdoti che non si preoccupano di farla conoscere e formare così i "laici" perché siano veri cristiani nel mondo: in famiglia, negli ambienti di lavoro, a scuola e nei vari ambiti della vita sociale.
RispondiEliminaGesù può nascere soltanto laddove ci sono fedeli capaci di dargli testimonianza, altrimenti rimane solo un personaggio storico che non ha niente di diverso da dire rispetto a tanti altri. Ma anche in Italia il Natale, anche se ancora si celebra, non è più la festa di Gesù che viene a chiederci di poter nascere nei nostri cuori, è solo la festa dei consumi, dei pranzi, delle cene e dei regali. Finché non capiamo che l'unico regalo di cui ognuno di noi ha bisogno è Gesù non si farà vera festa a Natale. Noi cristiani abbiamo il sacrosanto dovere di non lasciarci contagiare dal grande chiasso che si fa attorno al natale, dobbiamo fr toccare con mano a chi non è credente o ha perso la fede che Gesù è veramente il VERBO DI DIO FATTO CARNE venuto ad abitare in mezzo a noi. Non meravigliamoci quindi se l'Europa ignora le feste cristiane, anche noi in realtà le ignoriamo!
Un caro saluto ed un augurio sincero per un nuovo anno con Gesù sempre di più nel cuore.