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Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

domenica 26 dicembre 2010

L'uomo non può redimere se stesso (Contributi 421)

ROMA, sabato, 25 dicembre 2010 (ZENIT.org)
Nella messa per la notte di Natale Benedetto XVI ha lanciato una critica contro il falso moralismo secondo cui l'uomo può redimersi da sé ed ha spiegato come Dio nel farsi Bambino abbia mostrato il suo vero volto di Amore.

La celebrazione, svoltasi nella Basilica di San Pietro, in una notte di pioggia, ha avuto inizio con la proclamazione della “Kalenda”, l'antico scritto che annuncia la nascita di Cristo, cantato in latino da un cantore della Cappella Sistina.
Nell'omelia per la celebrazione, anticipata di due ore rispetto alla mezzanotte, il Papa ha spiegato il senso di Natale in cui “l’infinita distanza tra Dio e l’uomo è superata” ed ha composto una preghiera per invocare la fine della tirannia della violenza.


Falso spiritualismo e moralismo
Nello spiegare il mistero del Natale e dell'azione di Dio, il Pontefice ha invitato a superare due estremi nella vita spirituale.
In primo luogo quello di chi riconosce “l’operare esclusivo di Dio, come se Egli non avesse chiamato l’uomo ad una risposta libera di amore”.
Sarebbe sbagliata, però, anche un’interpretazione moralizzante, secondo cui l’uomo con la sua buona volontà potrebbe, per così dire, redimere se stesso”, ha avvertito.
“Ambedue le cose vanno insieme – ha aggiunto –: grazia e libertà; l’amore di Dio, che ci previene e senza il quale non potremmo amarLo, e la nostra risposta, che Egli attende e per la quale, nella nascita del suo Figlio, addirittura ci prega”.
“Dio ci ha prevenuto con il dono del suo Figlio – ha detto il Santo Padre –. Sempre di nuovo Dio ci previene in modo inatteso. Non cessa di cercarci, di sollevarci ogniqualvolta ne abbiamo bisogno. Non abbandona la pecora smarrita nel deserto in cui si è persa. Dio non si lascia confondere dal nostro peccato. Egli ricomincia sempre nuovamente con noi”.
“Tuttavia – ha continuato – aspetta il nostro amare insieme con Lui. Egli ci ama affinché noi possiamo diventare persone che amano insieme con Lui e così possa esservi pace sulla terra”.


Una preghiera di Natale
Il Papa ha poi affermato che è vero che dall'incarnazione del Figlio di Dio sono nate delle “isole di pace” - “ovunque essa viene celebrata si ha un’isola di pace, di quella pace che è propria di Dio” - ma è anche vero, come diceva il profeta Isaia, che “'il bastone dell’aguzzino' non è stato spezzato”.
“Anche oggi marciano rimbombanti i calzari dei soldati e sempre ancora e sempre di nuovo c’è il 'mantello intriso di sangue'”, a cui fa riferimento il profeta dell'Antico Testamento.
Per questo, il Successore di Pietro ha recitato questa preghiera per il Natale: “Signore, realizza totalmente la tua promessa. Spezza i bastoni degli aguzzini. Brucia i calzari rimbombanti. Fa che finisca il tempo dei mantelli intrisi di sangue. Realizza la promessa: 'La pace non avrà fine'” (Is 9,6).
Ed ha concluso: “Ti ringraziamo per la tua bontà, ma ti preghiamo anche: mostra la tua potenza. Erigi nel mondo il dominio della tua verità, del tuo amore – il “regno della giustizia, dell’amore e della pace”.
Al termine della messa, l’immagine di Gesù Bambino, accompagnata da alcuni bambini con un omaggio floreale, è stata portata in processione al Presepio della Basilica, davanti al quale il Santo Padre si è fermato in silenziosa preghiera.
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