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Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

giovedì 24 febbraio 2011

..e prenda ogni giorno la sua croce su di sè-2 (Interventi 75)

Proseguo (e concludo) l'intervento di ieri..

Se nel santo segno della croce – dapprima probabilmente tracciato solo "nel nome del nostro Salvatore Gesù Cristo", poi "nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo" (Barsanufio e Giovanni, Epist. 46) – è insito un tale potere, allora si capisce che non solo non è possibile farlo per futile ricerca di gloria, ma nemmeno con distrazione. La tradizione della chiesa ha perciò fissato anche il modo in cui si deve fare il segno di croce.

Come mostrano i testi tratti dall’epoca patristica che sono stati citati finora, ci si imprimeva in un primo tempo il "piccolo segno" (signaculum) – probabilmente anche solo con un dito – sia nell’oriente greco che nell’occidente latino, soprattutto sulla propria fronte. Allo stesso modo, poi, per occasioni particolari, si "poneva il sigillo" anche sulle labbra, sul cuore, finché, col tempo, di qui si sviluppò quell’ampio gesto che è familiare a tutti, mediante il quale, per così dire, il credente si pone con tutto il suo corpo sotto la croce di Cristo.
Si deve ammirare come i demoni e le molte specie di malattie vengono cacciati dal segno della croce preziosa e vivificante, che ognuno può fare senza spesa e senza fatica. E chi sarebbe in grado di enumerare le lodi [a onore della santa croce]? Ma i santi padri ci hanno trasmesso il significato del suo santo segno per confutare gli increduli e gli eretici.
Dunque, le due dita e l’unica mano rappresentano il Signore Gesù Cristo crocifisso, che viene riconosciuto in due nature e in un’unica ipostasi. La mano destra ricorda la sua sconfinata potenza (Sal 117,15 e passim) e il suo essere assiso alla destra del Padre (Sal 109,1 / Mt 22,44 e passim). E si incomincia dall’alto [a fare il segno] a causa della sua discesa dai cieli sino a noi . (Ef 4,10) e inoltre, [il portare la mano] dalla parte destra alla sinistra mette in fuga i nemici e indica che il Signore, con la sua invincibile potenza, ha vinto il diavolo, che è un essere sinistro, impotente e tenebroso .
(Pietro Damasceno, Libro I. la differenza tra i pensieri e gli stimoli (cf. Filocalia III, p. 192).
E’ facile vedere che questa "croce con le due dita", che ci è ben nota come gesto di benedizione da numerose rappresentazioni di Cristo in oriente e in occidente e che i "vecchi credenti" in Russia hanno conservato fino ad oggi, deve aver avuto origine in un ambiente caratterizzato da "non credenti" ed "eretici". Le due dita e l’unica mano sono – contro monofisiti e nestoriani – una muta confessione delle due nature del Figlio fatto uomo in un’unica ipostasi (o persona). Molto più antico e non legato a un determinato tempo è, invece, il simbolismo biblico "alto - basso", "destra - sinistra", che fino ad oggi è rimasto profondamente radicato nel linguaggio e nelle consuetudini della vita quotidiana.

Con la scomparsa delle sopraccitate controversie cristologiche o, forse, in un contesto libero da esse, il segno di croce ha dispiegato, allora, tutta la pienezza del suo simbolismo e ha trovato la sua forma definitiva.
Si deve fare il segno di croce con [le] tre [prime] dita [della mano destra], perché viene impresso sotto invocazione della Trinità – di cui il profeta dice: "Chi tiene appesa con tre dita la massa della terra?" (Is 40,12 Vulg.)  – in modo tale che si scenda dall’alto verso il basso e si vada da destra a sinistra, perché Cristo è disceso dal cielo fin sulla terra ed è passato dagli ebrei ai pagani
(Innocenzo III papa, De sacro altaris mysterio II, 45 (PL 217,825))

Allo stesso modo in cui Innocenzo III, allora ancora diacono della chiesa di Roma, descrive l’esecuzione del segno di croce – siamo sul finire del XII secolo –, così veniva fatto, a quell’epoca, anche nell’ambito della chiesa d’oriente e così fanno, ancora oggi, i cristiani ortodossi. Anche al di là del grande scisma del 1054, dunque, il segno della santa croce rimase, per un certo tempo, un gesto di profondo, ben ponderato simbolismo, che continuava a unire oriente e occidente.

Come mostra, però, il seguito del capitolo appena citato, già allora "alcuni" cominciarono a tracciare in direzione opposta il lato trasversale della croce, dunque da sinistra a destra, come è, oggi, l’unico modo in uso in occidente. A questo si addiceva una giustificazione simbolica e una pratica: dobbiamo infatti – è detto – passare dalla miseria (simboleggiata dalla sinistra, il lato "non buono") allo splendore (simboleggiato dalla destra, il lato "buono"), come anche Cristo è passato dalla morte alla vita e dagli inferi al paradiso. Inoltre, ci si dovrebbe fare il segno della croce nella stessa maniera in cui si viene "segnati" nella benedizione.
Innocenzo non si esprime riguardo alla motivazione simbolica; quella pratica, tuttavia, non l’ammette come valida. Infatti, egli richiama giustamente l’attenzione sul fatto che noi non facciamo certo il segno della croce sugli altri come se ci girassero la schiena, bensì stando faccia a faccia. Per questo il prete segna il lato trasversale da sinistra a destra, cosicché il credente lo riceva da destra a sinistra, in modo del tutto uguale a come egli fa il segno di croce su se stesso.
E’ cosa deplorevole che da "alcuni" si sia passati presto a "molti" e poi a "tutti", nonostante le parole molto chiare del grande papa, e così sia andato perso un pezzo in più di quella comune eredità che in passato legava oriente e occidente. E cosa ancor più deplorevole è il fatto che oggi, in occidente, probabilmente più nessuno conosca il simbolismo del segno di croce, così come ce lo hanno trasmesso i padri.
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