Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

giovedì 12 maggio 2011

La preghiera è una sfida e una grazia (Contributi 469)

Veloce sintesi di quanto ha detto oggi Benedetto XVI nell'udienza settimanale:

ROMA, mercoledì, 11 maggio 2011 (ZENIT.org).- L’esperienza del pregare è per tutti “una sfida, una 'grazia' da invocare, un dono di Colui al quale ci rivolgiamo”. E' quanto ha detto questo mercoledì Benedetto XVI durante l’Udienza generale in piazza San Pietro.

Proseguendo il ciclo di catechesi inaugurato mercoledì scorso sulla preghiera e riflettendo in particolare sulla natura religiosa dell’essere umano, il Papa ha ricordato che l’epoca attuale è così segnata dal secolarismo che "Dio sembra sparito dall’orizzonte di varie persone o diventato una realtà verso la quale si rimane indifferenti".
Tuttavia, ha sottolineato, esistono anche “molti segni” che ci indicano “un risveglio del senso religioso, una riscoperta dell’importanza di Dio per la vita dell’uomo”, che per sua natura è “religioso”. Egli, infatti, “porta in sé una sete di infinito, una nostalgia di eternità, una ricerca di bellezza, un desiderio di amore, un bisogno di luce e di verità, che lo spingono verso l’Assoluto”.
Questa attrazione “verso l’Altro e verso l’Oltre” costituisce "l’anima della preghiera", che acquista poi diverse forme e modalità in ogni religione e cultura. Prima che in "una serie di pratiche e formule", dunque, essa consiste in "un atteggiamento interiore" che "ha il suo centro e affonda le sue radici nel profondo della persona". L'uomo, infatti, "sperimenta di essere creatura bisognosa di aiuto" e orienta perciò "la propria anima a quel Mistero da cui si attende il compimento dei desideri più profondi".
Un fatto questo che ha accompagnato l'umanità sin dalla sue origini: “L’uomo ‘digitale’ come quello delle caverne – ha spiegato il Pontefice –, cerca nell’esperienza religiosa le vie per superare la sua finitezza e per assicurare la sua precaria avventura terrena. Del resto, la vita senza un orizzonte trascendente non avrebbe un senso compiuto e la felicità, alla quale tutti tendiamo, è proiettata spontaneamente verso il futuro, in un domani ancora da compiersi”.
L’uomo, ha aggiunto, “sa che non può rispondere da solo al proprio bisogno fondamentale di capire”. Ed ha avvertito: “Per quanto si sia illuso e si illuda tuttora di essere autosufficiente”, l’uomo “fa esperienza di non bastare a se stesso”, “ha bisogno di aprirsi ad altro”, a “qualcuno che possa donargli ciò che gli manca”.
E "in questo guardare a un Altro, in questo dirigersi 'oltre' - ha ribadito Benedetto XVI - sta l’essenza della preghiera".
Tuttavia, ha constatato poi, “pregare è difficile”, perché la preghiera ha il suo centro nel più profondo della persona, “non è facilmente decifrabile” e dunque “può essere soggetta a fraintendimenti e mistificazioni”.
Il Papa ha quindi concluso la sua riflessione invitando i fedeli a sostare maggiormente davanti a Dio: “Impariamo a riconoscere nel silenzio, nell’intimo di noi stessi, la sua voce che ci chiama e ci riconduce alla profondità della nostra esistenza, alla fonte della vita, alla sorgente della salvezza, per farci andare oltre il limite della nostra vita e aprirci alla misura di Dio, al rapporto con Lui, che è Infinito Amore”.
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1 commento:

  1. si SOLO LUI E' AMORE ,,GESU 'piu' ti conosco e piu' ti AMO ,,, M Luisa

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Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..

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