Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

martedì 10 maggio 2011

Uomini, non supereroi (Contributi 468)

Vi propongo un altro articolo di Pigi Colognesi, una riflessione a partire dalla beatificazione di Giovanni Paolo II tratta da Il Sussidiario:

Chiedo scusa se torno ancora sulla beatificazione di Giovanni Paolo II; abbiamo già letto fin troppi commenti. Ma quando eravamo là a Roma, quel giorno, cosa abbiamo visto? Lasciamo per un momento da parte gli elementi per così dire di contorno: l’enorme folla, la parata di autorità ecclesiastiche e civili, le veglie di preghiera e le fatiche per arrivare a prendere un posto.
In che cosa è consistita, in sé, la beatificazione? Un gesto molto semplice, quasi prosaico. Il vescovo della diocesi in cui il candidato beato è morto ha salito i gradini che lo separavano dal seggio papale, ha preso il microfono e ha detto al Papa che la vita di un certo battezzato di nome Karol Wojtyla merita attenzione e ha spiegato il perché raccontandone i momenti principali. In conclusione, è stata una vita degna di essere ricordata come una vita riuscita, «beata» appunto.
E il Papa ha risposto che sì, quella vita d’uomo poteva proprio dirsi beata. Fine della cerimonia di beatificazione. In questo semplicissimo scambio di battute la Chiesa dimostra però un coraggio eccezionale. Dice che è possibile, oggi, essere uomini autentici, veri; essere un uomo guardando il quale si possa affermare senza ironia ma con sorpresa: «Beato lui». Il santo, in fondo, non è nient’altro che questo: un uomo vero.
Chi altro osa proporre una simile speranza alla nostra vita? Quando va bene, ci raccomandano di accontentarci di primeggiare in qualche settore dell’esistenza, ci suggeriscono di tenerci fisicamente in forma e di tentare di “star bene con noi stessi”, di evitare troppe complicazioni nella ricerca di amore, giustizia, verità. Il mondo, ci dicono, è una giungla, il tempo scorre inesorabile, le attese vengono sistematicamente deluse. Non è mica possibile essere veramente e compiutamente uomini. E che diamine, abbassiamo la mira: l’uomo vero è una chimera.
La Chiesa, invece, annuncia proprio che l’umanità realizzata - in tutte le sue dimensioni, compresa l’esigenza di eternità e la misteriosa salvezza dal male di cui ogni esistenza è intrecciata - è possibile. E non lo dice come auspicio o imperativo morale; lo dice mostrando l’esempio in cui questo è avvenuto: un uomo con nome e cognome, vissuto negli stessi anni in cui sono vissuto io, che ha respirato la mentalità, affrontato le difficoltà, sofferto i drammi che sono toccati anche a me.
Insomma, la beatificazione è un grande gesto di stima sull’uomo. Confermata dal fatto che la pienezza dell’umano non è considerata come l’esito di una particolare abilità della persona indicata ad esempio, ma di una cosa molto più semplice. «Beata te perché hai creduto» è la frase con cui il vangelo descrive Maria, la capostipite della schiera dei santi, e che Benedetto XVI ha usato per spiegare la pienezza umana del nuovo beato.
Nessun titanismo eroico da supereroe, ma la semplicità della fede. E quando abbiamo applaudito alla proclamazione del nuovo beato, in fondo, abbiamo esultato per la rinnovata, dolce speranza che riguarda la misera e grande umanità di ciascuno di noi.
---------------

Nessun commento:

Posta un commento

Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..

Lista blog cattolici

LOGO DEL BLOG

LOGO DEL BLOG
inserisci il logo del blog sul tuo blog (anche ridimensionandolo)