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Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

domenica 21 giugno 2009

Contributi 121 - La Chiesa ha bisogno di sacerdoti santi


Apertura dell’Anno Sacerdotale. Il Papa: "La Chiesa ha bisogno di sacerdoti santi".

◊ “La Chiesa ha bisogno di sacerdoti santi; di ministri che aiutino i fedeli a sperimentare l’amore misericordioso del Signore e ne siano convinti testimoni”.
E’ uno dei passaggi dell’omelia di Benedetto XVI in occasione della Celebrazione dei secondi Vespri, ieri sera nella Basilica Vaticana, nella Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù. Il rito ha segnato l’apertura dell’Anno Sacerdotale, nel 150.mo anniversario della morte di San Giovanni Maria Vianney, patrono dei parroci. Il Papa ha anche lanciato un duro monito: “Nulla fa soffrire tanto la Chiesa, Corpo di Cristo, quanto i peccati dei suoi pastori, soprattutto di quelli che si tramutano in ‘ladri delle pecore’”. Sacerdoti santi, capaci di aiutare “i fedeli a sperimentare l’amore misericordioso del Signore” e allo stesso tempo in grado di essere testimoni di quell’amore.
E’ qui il cuore dell’omelia di Benedetto XVI che, in occasione dell’apertura dell’Anno Sacerdotale, ha esortato i ministri di Dio a seguire l’esempio del Santo Curato d’Ars e il suo “cuore infiammato di amore divino”:
“’Il sacerdozio è l’amore del Cuore di Gesù’ (n. 1589). Come non ricordare con commozione che direttamente da questo Cuore è scaturito il dono del nostro ministero sacerdotale? Come dimenticare che noi presbiteri siamo stati consacrati per servire, umilmente e autorevolmente, il sacerdozio comune dei fedeli? La nostra è una missione indispensabile per la Chiesa e per il mondo, che domanda fedeltà piena a Cristo ed incessante unione con Lui; questo rimanere nel suo amore esige cioè che tendiamo costantemente alla santità come ha fatto San Giovanni Maria Vianney.”
Rimanere nel suo amore ma anche “lasciarsi conquistare pienamente da Cristo” è l’esortazione del Papa, “l’obiettivo principale – ha aggiunto – di ognuno di noi”: “Per essere ministri al servizio del Vangelo, è certamente utile e necessario lo studio con una accurata e permanente formazione teologica e pastorale, ma è ancor più necessaria quella ‘scienza dell’amore’ che si apprende solo nel ‘cuore a cuore’ con Cristo. E’ Lui infatti a chiamarci per spezzare il pane del suo amore, per rimettere i peccati e per guidare il gregge in nome suo. Proprio per questo non dobbiamo mai allontanarci dalla sorgente dell’Amore che è il suo Cuore trafitto sulla croce.”
Proprio al Cuore di Gesù, Benedetto XVI invita a guardare come balsamo per i peccati soprattutto quando il peccatore è vinto dai propri limiti e dalle proprie debolezze e ancora di più questo deve fare il sacerdote: “Nulla fa soffrire tanto la Chiesa, Corpo di Cristo, quanto i peccati dei suoi pastori, soprattutto di quelli che si tramutano in ‘ladri delle pecore’ (Gv 10,1ss), o perché le deviano con le loro private dottrine, o perché le stringono con lacci di peccato e di morte? Anche per noi, cari sacerdoti, vale il richiamo alla conversione e al ricorso alla Divina Misericordia, e ugualmente dobbiamo rivolgere con umiltà l’accorata e incessante domanda al Cuore di Gesù perché ci preservi dal terribile rischio di danneggiare coloro che siamo tenuti a salvare.”Un rischio evidenziato ancora una volta quando il Santo Padre esorta i sacerdoti a coltivare la commozione di San Giovanni Maria Vianney per adempiere al proprio ministero “con generosità e dedizione”, per custodire un vero timore di Dio: “il timore – prosegue il Papa – di poter privare di tanto bene, per nostra negligenza o colpa, le anime che ci sono affidate, o di poterle – Dio non voglia! – danneggiare”.
Benedetto XVI ricorda poi come la Solennità del Sacratissimo Cuore – “il mistero del cuore di un Dio che si commuove e riversa tutto il suo amore sull’umanità” - sia l’occasione offerta alla “nostra contemplazione”. Un amore “misterioso” “rivelato come incommensurabile passione di Dio per l’uomo”: “Nel Cuore di Gesù è espresso il nucleo essenziale del cristianesimo; in Cristo ci è stata rivelata e donata tutta la novità rivoluzionaria del Vangelo: l’Amore che ci salva e ci fa vivere già nell’eternità di Dio. Scrive l’evangelista Giovanni: ‘Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna’ (3,16). Il suo Cuore divino chiama allora il nostro cuore; ci invita ad uscire da noi stessi, ad abbandonare le nostre sicurezze umane per fidarci di Lui e, seguendo il suo esempio, a fare di noi stessi un dono di amore senza riserve.”
A conclusione il Papa si è rivolto a Maria, verso la quale il Santo Curato d’Ars “nutriva filiale devozione”, per “essere guide salde e illuminate” dal cuore infiammato di quella “carità pastorale”- ha sottolineato Benedetto XVI – capaci di assimilare il proprio personale “io” a quello di Gesù sacerdote.
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