"Prima danzavo per uomini che volevano solo il mio corpo. Stavo gettando via la mia vita nei locali più trasgressivi come il Celebrity di Milano tra esibizioni sui cubi, lap dance, sesso senza amore, cercato come una droga. Ora la mia vita è cambiata, sono come rinata, ma non ho smesso di danzare perché danzo per Dio e i miei passi, le mie coreografie, sono tutte dedicate a Lui". Confessione a cuore aperto di suor Anna Nobili, la religiosa trafitta da una "folgorazione sulla via della danza", quasi come una novella figlia di San Paolo, che sarà la protagonista nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme della serata evento dedicata al libro sulla "Bibbia giorno e notte", tratto dalla lettura integrale trasmessa da RaiUno.
Suor Anna Nobili, lei praticamente ora prega con la danza. Come lo spiega?
"Sì, è vero, ora prego anche con la danza. Pregare col corpo è il mio obiettivo perché entriamo così, attraverso la fisicità, i movimento, le coreografie, in sintonia con la Parola di Dio. Non a caso San Paolo insegna che il corpo è il tempio dello Spirito Santo".
E' stato lungo il cammino che ha percorso che ha percorso per cambiare la sua vita?
Ha sofferto molto?"Ho fatto un lungo cammino, partendo da una situazione di indubbia sofferenza. Fin dai miei primissimi anni. Sono nata in una famiglia in cui è mancato l'amore, il rispetto, l'attenzione. Ho vissuto fra botte, parolacce, insulti. Mamma faceva la sarta, decise di divorziare da papà, che lavorava come cuoco, e così, all'età di 13 anni con due fratelli, Marco e Cristiano, sono andata a vivere a Milano".
E a Milano cosa successe?
"Cercavo la felicità nelle grandi luci del palco o della notte con la danza nei locali trasgressivi. Pensavo di valere niente, di non sapere fare nulla nella vita. Non pensavo di essere bella, ma avevo capito che piacevo. Piacevo agli uomini. La sessualità e il desiderio di possedere l'amore hanno fatto il resto. Ho scoperto la danza ed è stata un mezzo di conquista. Tutte le notti le trascorrevo nelle discoteche più in voga di Milano e a fine settimana facevo la cubista e l'intrattenitrice".
Le piaceva quella vita?
"Si, mi piaceva molto. Ero al centro degli sguardi ed ho gettato via il mio corpo, la mia sessualità. La notte è il buio. Puoi riempirla col male, il sesso, l'alcool. La notte ti può nascondere".
Poi, improvvisamente, la conversione.
"È stato, invece, un cammino lungo e sofferto. Alla vigilia di un Natale mi sono trovata seduta sulla chiesa che mia madre aveva cominciato a frequentare. Non so perché piansi tutta la notte. Dio aveva messo nel mio cuore una scintilla del suo amore. La mia vita, però, non cambiava e chi mi conosceva continuava a reputarmi una prostituta, una donna facile, spregiudicata".
E cosa fece per cambiare vita definitivamente, ma anche per convincere gli altri della sua conversione?
"La prima parola che mi viene è quella di 'illuminazione'. A 22 anni ho dato a Dio un ultimatum. L'ho sfidato. Se ci sei me lo devi dire di persona, senza intermediari. Ad Assisi, davanti alla chiesa di Santa Chiara, sono rimasta sorpresa dal cielo. Dietro le nubi qualcosa di fosforescente, una cascata di colori. Ho sentito la presenza di Dio creatore. E mi sono messa a danzare fra lo stupore della gente. In treno, di ritorno a Milano, ho sentito che Dio era dentro di me. Una emozione interiore fortissima. Allo specchio della toilette non mi sono più riconosciuta. Non ero più io. Una trasfigurazione, un alone di grazia. Ho danzato ancora una notte sul cubo. Gli uomini mi guardavano per rubare il mio corpo, mi volevano solo per portarmi a letto. È stato il mio addio. Ho telefonato ai miei impresari ed ho spiegato che avevo trovato un tesoro pulito e questo era Gesù".
I voti perpetui li ha presi nel settembre del 2008 a Palestrina, percorrendo un cammino di ripensamenti, di angosce, dubbi, turbamenti. Come ricorda quel periodo?
"Mi è capitato di tutto. Mi ero persino avvicinata al buddismo. La battaglia l'ho fatta con me stessa. Vedevo il mondo con gli occhi del mio cuore sporco. Ho tagliato, poco alla volta, tutto. Mi sono riconciliata con mio padre ed ho trovato anche Dio Padre di misericordia. Ed ho trovato la forza di sostenere il peso del mio peccato. Un processo di purificazione. Una guarigione affettiva. Infine, ho trovato la spiritualità della famiglia, quella delle suore operaie della Santa Casa di Nazareth, quella famiglia che mi è mancata. Gesù mi ha ridato la dignità. Mi ha ridato la verginità, quella del cuore. Il dono della castità. Prima danzavo per possedere, ora i miei passi sono tutti di Dio. È lui che danza in me. È lui che è morto ed è risorto anche in me. Volevo dargli tutto, a cominciare dalla danza e lui mi ha restituito ogni cosa, persino mio padre e mia madre. Ora, sì, danzo l'amore".
Suor Anna, il coreografo Stefano Vagnoli vuole fare della sua vita un musical dal titolo "Annina". Ma lei oggi è veramente felice?
"La mia storia è quella di tante ragazze come me, quella di una generazione in bilico. Avrei potuto scegliere la via normale, formarmi una famiglia, avere dei figli. Ma tutto dipende da chi trovi nella tua ricerca e la mia mi ha portato ad abbracciare una scelta di vita più radicale, evangelica. Non c'è nulla di straordinario. Sono sempre Anna, ma è Gesù che ha preso spazio in me. E prego molto per stare accanto a lui, come la sposa innamorata vuole essere accanto al suo sposo. Ho accettato tutto il mio passato impastato di peccato. Dio ha voluto immergermi nella sua luce. Dio, credimi, ti travolge e non ti lascia vie d'uscita".
Non è una ubriacatura, una ulteriore fuga dalla realtà, una bella avventura costruita più per disperazione e forza di volontà che per convinzione?
"No, no. Non sono una miracolata o una visionaria. La redenzione e la purificazione non sono privilegio di pochi, sono un dono messo a disposizione di tutti. Il mio "sì" è stato continuo. Volevo essere un angelo per mortificare il mio corpo e Gesù mi ha insegnato il valore dell'incarnazione. Raggiungi l'armonia interiore se sei tutta te stessa. Nel quotidiano ho scoperto, sulla faccia di un bambino, di un carcerato o di un operaio, il brivido dell'infinito".
E' proprio vero che le via del Signore sono infinite, come infinito è il Suo Amore nel cercare di portare tutti noi a Sè!
RispondiEliminaChe bella storia! Ha fatto la stessa esperienza della Peccatrice del Vangelo... un po' come noi tutti; ognuno di noi si prostituisce a qualcuno o a qualcosa. Ciao carissimo!
RispondiEliminaIl Signore guarda il cuore e, sicuramente, il cuore di Anna è un cuore molto grande da attirare l'attenzione di Dio. Queste sono le testimonianze più efficaci di come opera il Signore e per questo , come Maria, credo che Anna possa dire:" grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e santo è il suo nome....."
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