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Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

lunedì 29 giugno 2009

Contributi 125 - San Pietro secondo Auerbach: la forza dirompente di un fatto quotidiano

da Il Sussidiario

Laura Cioni
lunedì 29 giugno 2009

L’apostolo Pietro – che oggi si festeggia insieme a Paolo, quest’anno più alla ribalta per l’anno che gli è stato dedicato - è un uomo affascinante: il pescatore di Galilea, rude e tenero, impulsivo e a tratti quasi infantile, ha spesso spinto gli artisti a illustrarne il carattere, sbozzato in pochi tratti dal Vangelo. Un momento centrale e drammatico della sua vita è costituito dal rinnegamento. Dopo l’arresto di Gesù Pietro lo segue e viene riconosciuto come uno della sua cerchia, ma egli nega di conoscere il Signore.
Erich Auerbach commenta l’episodio in Mimesis, il realismo nella letteratura occidentale, scegliendo la versione dell’evangelo di Marco, composto nella cerchia dei discepoli di Pietro e quasi coevo degli scritti di Petronio e di Tacito, con i quali viene messo in relazione. Il suo metodo critico si basa sul commento e sul confronto di pagine letterarie significative allo scopo di rintracciare le strutture culturali portanti di un’epoca e di una civiltà. Non è superfluo ricordare l’origine ebraica di Auerbach, costretto ad abbandonare la Germania nazista, riparato prima a Istanbul e poi negli Stati Uniti, dove insegnò romanistica all’università di Yale.


Egli ha lasciato il paese e il mestiere, ha seguito il suo maestro a Gerusalemme e per primo l’ha riconosciuto come messia; quando era venuta la catastrofe, egli era stato più coraggioso degli altri, s’era avviato a seguir Cristo anche questa volta. Però questo è soltanto un avvio, un seguirlo a mezzo e con paura, forse determinato dalla confusa speranza che potesse ancora avvenire il miracolo per cui il messia avrebbe annientato i suoi nemici. Perché crede profondamente, ma non abbastanza, a lui accade la cosa peggiore che possa accadere a un credente, pochi momenti prima ancora entusiasta: trema per la sua povera vita.
Una figura tragica che ha tale origine, un eroe di tanta debolezza, che proprio dalla sua debolezza trae la forza maggiore, tali oscillazioni sono inconciliabili con lo stile illustre della letteratura antica. Ma anche il modo e il luogo del conflitto stanno completamente al di fuori della cornice dell’antichità classica. Si tratta, guardando le cose dal di fuori, di una operazione di polizia, la quale si svolge in tutto e per tutto fra persone comuni del popolo; qualche cosa del genere avrebbe fatto pensare agli antichi a una farsa o a una commedia. Perché non fu così? Perché suscita la partecipazione più seria e più commossa? Perché rappresenta quanto non è stato mai rappresentato né dalla poesia né dalla storiografia antica: la nascita d’un movimento spirituale nelle profondità della vita spirituale del popolo, che con ciò acquista un’importanza mai raggiunta nella letteratura antica. Davanti ai nostri occhi si risvegliano un cuore e uno spirito nuovi.
Quanto è detto qui si riferisce a tutti i fatti che sono raccontati nel Nuovo Testamento; in essi si tratta sempre della stessa questione, sempre dello stesso conflitto, che si presenta fondamentale per ogni uomo e che con ciò è aperto e infinito.
Per gli scrittori del Nuovo Testamento questa storia contemporanea che si svolge entro una cornice quotidiana costituisce un avvenimento rivoluzionario nella storia del mondo, e in seguito diventa tale per ciascuno. Si rivela quale moto e forza storica perché in qualsiasi persona vengono esemplificati gli effetti della dottrina, della persona e del destino di Gesù.
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