Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

mercoledì 25 agosto 2010

Come incontrare Cristo oggi? (Contributi 365)

Un estratto dell'intervento di Mons. Angelo Scola al Meeting di Rimini tratto da Il Sussidiario:

Fino a quindici anni fa circa si parlava dell’eclissi di Dio, giungendo anche ad affermare che la sfera religiosa sarebbe del tutto sparita dalla società. Oggi, se si eccettuano taluni tentativi di elaborare un “nuovo ateismo”, giudicati dai critici come più stravaganti che oggettivamente pertinenti, siamo di fronte a una grossa sorpresa: Dio è tornato.
Quella che era la questione centrale della fine dell’epoca moderna, il binomio eclissi/ritorno di Dio assume, nella post-modernità, un’altra, forse più adeguata, formulazione.
Oggi la domanda cruciale non è più: “Esiste Dio?”, ma piuttosto: “Come aver notizia di Dio?” E quindi: “Come Dio si comunica a noi così che si possa narrare Dio, e comunicarlo in quanto Dio vivo all’uomo reale che vive nel mondo reale? Come nominare questo Dio perché l’uomo post-moderno - cioè ciascuno di noi - lo percepisca significativo e quindi conveniente?”.
Nell’ottica occidentale, influenzata radicalmente dal giudaismo e dal cristianesimo, Dio è Colui che viene nel mondo. Se viene nel mondo è distinto da esso, ma questo non esclude la possibilità che gli uomini lo colgano come familiare. Allora per parlare di Dio all’uomo post-moderno, «si deve azzardare l’ipotesi che sia Dio stesso che viene nel mondo ad abilitare l’uomo a divenirgli familiare» (Jungel).
È necessario domandarsi prima se c’è una familiarità tra Dio e l’uomo e interrogarsi su di essa perché Dio possa essere veramente conosciuto. Un problema di sempre, è divenuto particolarmente acuto nella post-modernità che non è interessata ai discorsi sui massimi sistemi, sulle mondovisioni, ma è sempre più presa dai problemi del vivere quotidiano.
Per l’uomo di oggi la questione non è tanto se esiste Dio, ma se esiste cosa ha a che fare con me ogni giorno. Mi è familiare? Ebbene la convinzione che Dio si è fatto conoscere e si è reso familiare perché si è compromesso con la storia degli uomini è nel DNA della mentalità occidentale.
Se le cose stanno così allora cerchiamo di scoprire come la presenza di Dio ci diventa quotidianamente familiare, giungendo a colmare, in modo del tutto gratuito, il desiderio in senso pieno, sciogliendo l’inquietudine di cui parlava Agostino.
In questo modo la parola desiderio acquista tutto il suo spessore, che non si lascia ridurre, come quasi sempre noi rischiamo di fare, a una pura aspirazione soggettiva, ma vive nella sua pienezza bipolare, come il tendere con tutte le nostre forze al reale, il cui orizzonte ultimo è l’infinito e propriamente parlando Dio stesso.
La possibilità di aver notizia di Dio e di narrare di Lui sta nell’ascolto di quanto Egli ha voluto liberamente comunicarci. E conviene dire subito che la comunicazione gratuita e piena del Dio Invisibile ha un nome proprio, è una persona vivente: Gesù Cristo. In lui, morto e risorto, Dio ci viene incontro in quanto Dio.
Per dire Dio occorre, quindi, approfondire la lingua della creatura che il Verbo incarnato ha voluto liberamente assumere. È necessario comprenderne, per così dire, la grammatica. Quella grammatica che è capace di narrarci il Divino. Così, non solo il cristiano sarà in grado di confessarlo come il suo Signore e Dio, ma ogni uomo, anche colui che si dice non credente, lo potrà riconoscere.
QUI il testo completo
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2 commenti:

  1. Dio ha creato l'uomo, l'uomo non ha perso mai i suoi tratti essenziali, di creatura " bisognosa", anche nel momento in cui non accettava la sua condizione e la negava. Dio non ha mai abbandonato l'uomo, ma l'uomo non puo' vederlo finché non si riconosce " creatura ", limitata e incapace di" essere " completamente se stessa senza Dio. Dio ha seguito l'uomo nella sua realtà, umiliandosi per restargli vicino e condurlo di nuovo, passo passo, alla sua condizione di nascita : creatura amata e che prende parte della natura del Padre, pur essendo più piccolo, ma pieno di tutta la pienezza che può contenere la sua condizione di creatura.
    Col peccato originale l'uomo ha spezzato la relazione fra lui e il Padre, ora per ritornare al Padre l'uomo deve "ricostruire" questa relazione. Da solo ha fallito, in relazione con i fratelli torna alla relazione col Padre, per Dio c'è un solo Figlio obbediente : Gesù Cristo e tutti noi siamo suoi figli solo se in relazione , anzi in comunione con l'Unigenito Gesù Cristo. Per Dio l'umanità è un " solo uomo " : Gesù Cristo, quando si compirà questa unità il Regno di Dio sarà totalmente. Per raggiungere questa unità ogni uomo deve ritrovare in sé il Padre, testimoniare questa scoperta ai fratelli camminare con loro verso l'Unico padre, tutti gli uomini racchiusi nell'Unico Figlio Gesù cristo.
    FIORELLA MORETTI

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  2. Ringrazio di cuore l'amica Fiorella per la sintesi efficace e puntuale che ci dona dell'intervento del Cardinal Angelo Scola.
    E riflettiamo e preghiamo su quanto scrive.
    ..testimoniare il Padre, camminare verso Lui racchiusi in Cristo Gesù..

    RispondiElimina

Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..

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