Ho trovato su un sito cattolico questo articolo (datato 15/7/2010) che riporto:
Il papa si è ritirato a Castel Gandolfo. A studiare, a scrivere il seguito della sua opera su Gesù, a sentire musica e a suonare il pianoforte. A qualcuno l’immagine del pianoforte che suona mentre la Chiesa è stretta d’assedio ha suggerito “la suggestione del pianoforte che suona mentre il Titanic affonda”: così Luigi La Spina sulla Stampa di ieri. Ma lo stesso giornalista che cita quella suggestione riconosce che essa è ben lontana dal tipo di papa che è Ratzinger. Piuttosto Benedetto XVI richiama qualcosa che è a metà strada fra l’atteggiamento dell’intellettuale che sa guardare lontano e del credente che anche quando guarda da vicino non si limita mai a registrare quello che vede.
Il papa a Castel Gandolfo mi ha fatto venire in mente, invece, s. Agostino. Il grande santo muore nel 430, in un periodo drammatico della storia. I Vandali di Genserico si avvicinano a Ippona, dove Agostino è vescovo, e la assediano. Il biografo di Agostino, Possidio, racconta. “Di fronte all’erompere e all’attuarsi di quest’atrocissima violenza e devastazione ad opera di nemici, quell’uomo di Dio tenne un atteggiamento e pensieri diversi dagli altri uomini. Considerava gli avvenimenti più addentro, con maggior profondità; in essi prevedeva soprattutto i pericoli o la morte delle anime… Una volta accadde, mentre stavamo con lui a mensa e discorrevamo di questi fatti, ch’egli ci dicesse: ‘Sappiate che in questo tempo di calamità per noi io prego Dio che si degni di liberare questa città dalla morsa dei nemici o, se diverso è il suo giudizio, che dia ai suoi servi la forza per sostenere la sua volontà, oppure mi tolga da questo mondo per accogliermi presso di Sé’”. Piangeva spesso, Agostino, “ogni giorno con fiotti di lacrime”, sia di fronte alle calamità presenti, sia perché si commuoveva leggendo i salmi, con i quali pregava.
Dunque: il santo, di fronte alla fine di un mondo – tale era l’invasione dei barbari e il crollo dell’impero romano - si preoccupa più di pericoli per le anime, che di eventi politici e militari, sembra estraniarsi dai fatti ma piange su di essi e prega. In fondo si potrebbe dire che Agostino viene presentato dal suo biografo come credente esemplare anche di fronte ai grandi sommovimenti della storia e ai grandi sommovimenti della vita personale, perché la fine della vita di Agostino coincide con la fine dell’impero.
Qualche cosa di simile, forse, ci dice papa Ratzinger che sente musica, scrive e prega mentre porta avanti l’annus horribilis della Chiesa.
In fondo è una verità molto semplice: le certezze definitive del credente che pure vive intensamente la storia, non sono nella storia.
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Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
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Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..