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Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

martedì 8 maggio 2012

La temperanza, virtù trascurata (Contributi 634)

Una riflessione di padre Stefano Maria Pio Manelli FI da Zenit sulla Vergine Maria: 


Nella maniera più perfetta Maria fece tesoro della temperanza, virtù cardinale che assicura il dominio della volontà sugli istinti e fa servire Dio nell’amore di chi Gli appartiene. 
La temperanza è quella virtù che modera l’inclinazione al piacere sensibile, soprattutto ai diletti del gusto e del tatto, contenendola nei limiti della retta ragione illuminata dalla grazia. In particolare, il piacere del gusto è moderato dalla sobrietà e quello del tatto dalla modestia e dalla castità. Tanto l’una che l’altra brillarono in maniera fulgidissima in Maria Santissima, quantunque Ella, non avendo contratto il peccato originale, non sperimentasse in sé quell’inclinazione ai diletti sensibili che è la triste conseguenza del primo peccato. 
Benché fosse piena della grazia divina, Maria Santissima infatti mortificava i suoi occhi al punto che li teneva sempre bassi e non li fissava mai su nessuno, come dicono sant’Epifanio e san Giovanni Damasceno e aggiungono che sin da fanciulla era così modesta che suscitava l’ammirazione di tutti. Perciò san Luca nota che nel recarsi a visitare santa Elisabetta, la Vergine «andò in fretta»: per essere meno veduta in pubblico. In quanto poi al cibo, san Gregorio di Tours attesta che ella digiunò in tutta la sua vita e san Bonaventura afferma che Maria «non avrebbe mai ricevuto tanta grazia se nonfosse stata molto moderata nel cibo; infatti non si conciliano la grazia e la gola». «La graziosissima Vergine Maria, - scrive Corrado di Sassonia – fu come un paradiso di benedizioni; come infatti nel paradiso materiale la gola di Eva meritò le maledizioni delle pene, così nel paradiso spirituale la temperanza di Maria meritò le benedizioni delle grazie. Onde Agostino dice “La maledizione di Eva si cambia nella benedizione di Maria”. Come poi la gola di Eva incorse nella maledizione non solo nell’anima ma anche nel corpo, non solo nella maledizione spirituale ma anche nella corporale, così la temperanza di Maria ottenne la benedizione e nell’anima e nel corpo, non solo la benedizione spirituale ma anche la corporale. Poiché la maledizione di Eva golosa fu partorire con dolore, la benedizione di Maria temperante fu partorire senza dolore». 
Maria praticò una mortificazione universale, non solo nel mangiare e nel bere ma anche fuggendo il più possibile la vista degli uomini e vivendo in un’angelica modestia che traspariva da tutta la sua immacolata persona. Le sue passioni, al contrario di quanto accade in noi poveri figli d’Adamo corrotti dal peccato, anziché opporsi alla ragione, erano sempre pronte ad eseguirne gli ordini in una pace perfetta. Ella rifulse nella modestia degli occhi, nella compostezza della persona, nel candore dei pensieri, nella verecondia dei discorsi, nella purità delle azioni, che praticò in tutta la sua vita. 
Si sa bene che la forma più sublime della virtù della temperanza è la verginità perfetta, ed essa si manifestò in Maria Santissima nella sua angelica purezza, che le assicurava il predominio universale dell’anima sul corpo, e quello delle facoltà superiori sulla sensibilità, in modo che Ella era sempre più spiritualizzata: l’immagine di Dio risplendeva in Lei come in uno specchio purissimo, senza imperfezione alcuna. 
Questa virtù, che abbiamo appena contemplato nella Vergine Santissima, è una delle più importanti che ogni cristiano deve praticare con sforzo e generosità, non distogliendo mai lo sguardo dalla Vergine Maria, quale suo sublime modello. Non è forse davanti agli occhi di tutti la terribile sregolatezza che regna nel mondo di oggi? Con la virtù della temperanza l’uomo vive secondo la ragione e opera in virtù di tale razionalità, ma, al contrario, quando segue i propri istinti e le proprie passioni, quando vien meno questa virtù, egli appare più un animale che un uomo. 
Il mangiare e il bere, ad esempio, sono necessità della nostra povera natura e dovrebbero servire all’uomo per sostentarsi e poter così operare, ma, purtroppo, al giorno d’oggi pare più che si viva per mangiare e non che si mangi per vivere! Quanti uomini si perdono dietro alla soddisfazione del gusto, con squisitezze e raffinatezze, ed esagerano nella quantità in maniera sregolata! Se poi si considera l’immoralità dei costumi dei nostri tempi, con la messa al bando del pudore, della modestia o anche della semplice compostezza non si può far altro che pregare incessantemente e implorare la Vergine Santissima che illumini tanti cuori imprigionati nelle nefandezze della carne e li aiuti a perdere quelle tristi abitudini che rendono l’uomo tanto simile agli animali.
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