Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

lunedì 21 maggio 2012

Tempi difficili (Contributi 645)

Un nuovo articolo di Pigi Colognesi da Il Sussidiario per riflettere: 

Di questi tempi una frase abbastanza comune nei nostri discorsi, negli articoli di giornale, nei messaggi sms suona così: “È un momento difficile”. 
Quest’ultima parola è un composto che deriva dal latino: dis è una particella che dà il senso contrario a quello che segue; facile è abbreviazione di facibilem, (da facere, fare) cioè cosa che si fa agevolmente, senza incontrare inciampi, come una strada pianeggiante senza buche, senza dossi e senza pericoli sul percorso. Dis-facile, cioè difficile, è dunque, un tempo, una lettura, un rapporto, un’impresa in cui si presentano degli ostacoli, che normalmente non si erano previsti. 
Ostacoli che ci vengono incontro dall’esterno e, nello stesso tempo, mettono “in difficoltà” le risorse interne con cui ci apprestavamo a “fare” quella determinata cosa. Dell’ostacolo esterno ci stupiamo con amarezza; ci sembra assurdo che realizzare quel che desideriamo sia irto di difficoltà, che le nostre vicende non siano tutte come quella strada piana. Ci si stupisce e arrabbia se oggi è stranamente complesso quello che ieri era semplice, contorto quello che era lineare. Allora si finisce per maledire qualcosa o qualcuno, si cerca - o ci si fa suggerire - un capro espiatorio, sul quale riversare la rabbia suscitata dalle difficoltà che si incontrano. 
Il pericolo è che, come ha scritto recentemente Remo Bodei, visto che gli ostacoli non spariscono subito, si passi velocemente dall’indignazione alla disperazione. In tal modo, invece di continuare tenacemente a fare, pur nella fatica, si dis-fa. E quando questo fenomeno assume livelli profondi e consistenza generale, una famiglia, un’amicizia, una città, un popolo rischiano il disfacimento. 
Con gli ostacoli interni la cosa è ancora più complicata. Prima di tutto non è ovvio che li si ammetta; ci si può fermare al lamento verso l’esterno e basta. Ma quando si riconosce che un certo obiettivo è difficile per qualche incapacità o limite o piccolezza che dipende da noi, vien la tentazione di rinunciare a desiderare quel che si desiderava. Invece la saggezza popolare dice, senza scandalizzarsi, che “chi fa falla”, cioè sbaglia, si espone al fallimento. E questo, in fondo, è della natura del nostro essere: non siamo infallibili, ma non per questo rinunciamo a fare tutti i tentativi che ci sembrano giusti. E siamo ultimamente tranquilli in quanto disponibili a correggerli in continuazione. 
Per i cristiani questa dinamica è chiarissima e pacificamente accettata: Ecclesia semper reformanda, la Chiesa deve continuamente mettere mano alla sua purificazione e proprio in questo sta il sugo del suo camminare nella storia. Del resto, nel vangelo la parola che stiamo analizzando ricorre una sola volta: quando Gesù dice che è “difficile” per un ricco, cioè per chi pensa di non aver dentro di sé impotenza e incapacità, entrare nel regno dei cieli. 
Anzi, non è solo difficile: è impossibile. 
Ma Gesù aggiunge che “ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio”. 
Ed è questa la certezza del cammino.
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