Cosa troverà il Papa in Terrasanta? In questa terra fertile e allo stesso tempo calda e polverosa dove vivono al massimo 150.000 cristiani, un segno di speranza e di pace arriverà con Benedetto XVI. Per chi vive qui, la vita e dura, soprattutto per i cristiani. In una cittadina ammassata sulle colline a fianco di Gerusalemme vive una grande donna, coraggiosa, speranzosa e certa.
Si chiama Samar Sahhar, 48 anni, un viso spigoloso con gli occhi d'angelo. E qui, in questa cittadina sporca, caotica, brutta, sorge un piccolo paradiso. Samar vive in una casa con 31 bambine e ad altre 4 donne. Sono orfane e donne abbandonate. È una casa accoglienza, come quelle che ci sono in Italia, ma qui è l’unica in Palestina, come un oasi in mezzo al deserto.
Avevano iniziato nel 1971 i suoi genitori accogliendo bambini abbandonati, Samar ne ha preso le redini alla loro morte. Tutte le bambine studiano, e aiutano in casa. In questa terra martoriata dall’odio e dalla guerra solo un ambito di educazione vera potrà cambiare la mentalità e placare le controversie storiche degli abitanti di questa nazione. Sarà un lavoro lungo e faticoso, ma se non si educano i bambini, il futuro riserverà solo guerre.
Samar è cristiana, mentre le piccole sono tutte musulmane. Quando sono arrivato alla casa le bambine sono uscite e hanno salutato tutti dando la mano, in maniera molto diversa dai bimbi palestinesi che appena ti vedono ti chiedono la carità oppure cercano di venderti le collane. Samar è una donna forte e certa, le han detto che aveva bisogno dei permessi per fare quel che fa e lei ha risposto che il permesso a lei lo ha dato Dio.
Dimenticavo, la casa di Samar non riceve nessun aiuto assistenziale né dal governo locale, né dalle istituzioni, è tutto frutto di carità. E mentre i musulmani con il sindaco in testa costruiscono una moschea enorme, le 10 famiglie cristiane di Betania accompagnano Samar in questa avventura. Sembra un granello di polvere in mezzo al deserto, ma invece è un fiore di speranza e d’amore che oltre ad accogliere, educa, istruisce, ama.
E così mentre arriva la visita del Papa e Gaza viene bombardata, una luce, una voce di speranza si leva da Betania e dalla Palestina. Il Papa ha qui una buona amica.
(Daniele Boschetto)
Si chiama Samar Sahhar, 48 anni, un viso spigoloso con gli occhi d'angelo. E qui, in questa cittadina sporca, caotica, brutta, sorge un piccolo paradiso. Samar vive in una casa con 31 bambine e ad altre 4 donne. Sono orfane e donne abbandonate. È una casa accoglienza, come quelle che ci sono in Italia, ma qui è l’unica in Palestina, come un oasi in mezzo al deserto.
Avevano iniziato nel 1971 i suoi genitori accogliendo bambini abbandonati, Samar ne ha preso le redini alla loro morte. Tutte le bambine studiano, e aiutano in casa. In questa terra martoriata dall’odio e dalla guerra solo un ambito di educazione vera potrà cambiare la mentalità e placare le controversie storiche degli abitanti di questa nazione. Sarà un lavoro lungo e faticoso, ma se non si educano i bambini, il futuro riserverà solo guerre.
Samar è cristiana, mentre le piccole sono tutte musulmane. Quando sono arrivato alla casa le bambine sono uscite e hanno salutato tutti dando la mano, in maniera molto diversa dai bimbi palestinesi che appena ti vedono ti chiedono la carità oppure cercano di venderti le collane. Samar è una donna forte e certa, le han detto che aveva bisogno dei permessi per fare quel che fa e lei ha risposto che il permesso a lei lo ha dato Dio.
Dimenticavo, la casa di Samar non riceve nessun aiuto assistenziale né dal governo locale, né dalle istituzioni, è tutto frutto di carità. E mentre i musulmani con il sindaco in testa costruiscono una moschea enorme, le 10 famiglie cristiane di Betania accompagnano Samar in questa avventura. Sembra un granello di polvere in mezzo al deserto, ma invece è un fiore di speranza e d’amore che oltre ad accogliere, educa, istruisce, ama.
E così mentre arriva la visita del Papa e Gaza viene bombardata, una luce, una voce di speranza si leva da Betania e dalla Palestina. Il Papa ha qui una buona amica.
(Daniele Boschetto)
Avevo già sentito parlar bene di Samar. Spero che la sua missione, con l'aiuto di Dio, possa continuare: una delle cose più brutte è vivere senza famiglia e sono contenta che Samar abbia dato il suo cuore e la sua casa a chi non ha più nessuno su cui contare.
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