eius festa, eius gesta / cole splendidissima.
Pulchra tota, sine nota / cuiuscumque maculae,
fac me mundum et iucundum /te laudare sedule.
Ut sim castus et modestus, / dulcis, blandus, sobrius,
pius, rectus, circumspectus, / simultatim nescius.
Eruditus et munitus / divinis eloquiis,
timoratus et ornatus / sacris exercitiis.
Virgo sancta, cerne quanta /perferamus iugiter
tentamenta, et sustenta / nos ut stemus fortiter.
Esto tutrix et adiutrix / christiani populi;
pacem praesta, ne molesta / nos perturbent saecula. Amen.
Ogni giorno anima mia canta le lodi di Maria
Venera le sue feste e i suoi misteri splendenti(1)
Tutta bella, senza il segno di una pur minima macchia (2)
fa che anch'io possa lodarti puro e perciò lieto (3)
Fa che sia casto e modesto, dolce, buono, sobrio,(4)
pio, leale, scaltro e semplice ad un tempo (5)
Dalle parole di Dio attinga conoscenza e coraggio
Anche il cuore e l'agire sia pervaso della grazia divina.(6)
Vergine Santa, guarda a quanti pericoli andiamo sempre incontro,(7)
sostienici dunque, affinché stiamo saldi e vigorosi. (8)
Proteggi ed aiuta il popolo cristiano
Ottienici la pace, perché non ci turbino tempi cattivi (9)
(1) Per venerare Maria non basta parlarLe: bisogna ascoltare che cosa Lei ha da dirci. Lo possiamo anzitutto meditando la sua vita (Eius gesta) aiutati dalle feste e dai misteri del Rosario
(2) La prima caratteristica di Maria, concepita Immacolata, è la sua bellezza: è bella quanto lo può essere Donna (pulchra tota), e lo è a motivo del suo non aver mai peccato. Il peccato abbruttisce, Maria è perfettamente bella.
(3) Così anche noi chiediamo di poter essere puliti dalle macchie abbruttenti del peccato, e perciò lieti (di una iucunditas quasi scherzosa, leggera [ludit in orbe terrarum], di contro la pesantezza greve del male [Satana immobile nell'Inferno dantesco])
(4) Casto e modesto: l'uno perché l'altro, preoccupato di piacere a Dio, con cuore indiviso, non inseguendo consenso e potere; e perciò anche dolce, capace di valorizzare tutto il positivo ovunque si trovi, con un pregiudizio semmai positivo sul reale (come negli Apocrifi: "che denti bianchi", quella carcassa di cane), e sobrio (sapendo che il positivo che è dato è già bastante, non ne occorre di più);
(5) pio, cioè religioso, cioè riferente tutto ad Uno, e perciò leale (rectus)
(6) Nella strofa precedente si chiedevano dei frutti morali, qui se ne chiede la radice prima, il radicamento della mente (eruditus) e del cuore (timoratus et ornatus) nel Verbo di Dio. Meditando la Sua Parola (anche tramite la parola autorevole del Carisma) e non stancandosi in ogni giorno, ora, istante e circostanza della vita reale di "esercitarsi" nella Sua sequela.
(7) Dopo aver chiesto di aderire a Dio, fissando lo sguardo su di Lui e la Sua proposta, consideriamo quanto possa ostacolare questo nostro desiderio: il male, che è fuori e quello che è dentro di noi.
(8) In questa strofa l'aiuto è contro il male che insidia la persona dall'interno (la tentazione)
(9) In quest'ultima strofa il male da cui si chiede protezione è quello che minaccia anche esteriormente la comunità credente, il popolo cristiano. È il male del "mondo" come groviglio di realtà umane strutturate che rifiutano Dio. Quel mondo per cui Cristo non ha pregato, e che emerge sempre nella storia ora perseguitando in modo aperto, ora cercando di minare dall'interno la Chiesa (in rapporto a questo, ad esempio, Paolo VI parlava del "fumo di satana").
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Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..