Propongo questo bel commento dal sito di CulturaCattolica:
In questo mondo che del peccato, del male, della coscienza, della vocazione, non parla più, ognuno pensa di poter bastare a se stesso e di poter essere buono per indole, per scelta personale.
Sarah Scazzi, il volto è quello di una quindicenne come tante, bionda sorridente, in questi giorni tutti si sono chiesti se era fuggita o se era stata rapita.
Si diceva tutto e il contrario di tutto.
La televisione è un mezzo bello e terribile, entra nelle case, nei cuori, nei pensieri sbadati di una ragazzina e nelle lacrime eccessive di un assassino che si finge disperato, nello smarrimento di una madre che in diretta tv viene a sapere del ritrovamento della figlia e non ha accanto nessuno a cui vuole bene per poter essere se stessa.
Eppure tutto questo sapere, tutto questo vedere non ci rende migliori.
Perché?
Cosa ci manca?
Ci manca il cuore, il giudizio sul male.
Andiamo avanti discutendo dei contorni del male, se lo zio è un orco o un malato, se la ragazzina era l’unica vittima o l’ultima, se un tipo così sia già esistito nella storia, parlano tutti, opinionisti e specialisti, ma nessuno che ci dica che c’è il male, che c’è il peccato e che il peccato e il male sono in ognuno di noi.
Gli inquirenti hanno scavato nella sua vita di adolescente e così inevitabilmente i suoi diari, i suoi pensieri le frasi di bambina e donna non ancora fiorita sono state date in pasto al mondo, e noi un po’ per curiosità, un po’ per pietà, per condivisione abbiamo partecipato a questo rito.
Eppure basterebbe leggere le frasi su facebook delle nostre figlie adolescenti e subito sembrerebbe chiaro che esprimono un disagio, un’allegria, una ribellione, fiducia nella vita e un attimo dopo smarrimento, a volte ci pare di non riconoscerle, e lette alla luce di una scomparsa potrebbero reggere castelli fragili e ipotesi di qualsiasi tipo.
Con quegli occhi da bambine a volte troppo truccati a mascherare una fanciullezza che tarda ad andarsene e con quelle tenerezze invece ancora infantili, quasi a non volersi staccare dalle certezze di bambine, quei desideri di coccole e di amore, esprimono desiderio di amicizia esclusiva e di trasgressione, di fuga e dalla fatica, dalla scuola, dalla famiglia di pane e nutella.
Voleva fuggire Sarah, certo come tutti gli adolescenti a cui sta stretta la famiglia, il paese, il già vissuto e conosciuto, non aveva il computer ma aveva dei profili in facebook, e così a domandarsi chi era lo sconosciuto che l’aveva attirata a sé, chi aveva abusato della sua ingenuità.
La verità era invece vicina e orribile, perché l’orco assassino era un parente, uno zio, il padre della sua migliore amica, della ragazza con la quale aveva appuntamento per andare al mare.
Le cronache ci racconteranno nei prossimi giorni altri tristi e agghiaccianti dettagli, il popolo di internettiani inneggia alla pena di morte, alla tortura lenta del suo assassino, di chi forse sapeva o aveva intuito e ha taciuto.
Ora ci aspettano mesi di ripetuti riti televisivi, le telecamere ad indugiare sul dolore, sulle lacrime, i magistrati, gli avvocati, i criminologi e gli psicologi tutti a dire tutto, a chiedersi se il mostro sia una persona normale e malvagia o una persona respinta e impazzita, un raptus lo chiamano, quasi a tranquillizzare noi stessi che il male, la brutalità, la cattiveria è solo un lampo di follia che coglie l’uomo.
Nessuno che dica che il male e il bene convivono in noi.
Conosciamo il bene e non lo facciamo, o non sempre.
Andiamo avanti discutendo dei contorni del male, se lo zio è un orco o un malato, se la ragazzina era l’unica vittima o l’ultima, se un tipo così sia già esistito nella storia, parlano tutti, opinionisti e specialisti, ma nessuno che ci dica che c’è il male, che c’è il peccato e che il peccato e il male sono in ognuno di noi.
Che solo scegliere ogni giorno, ogni ora, ogni istante, altro, ci fa diversi.
Ma in questo mondo che del peccato, del male, della coscienza, della vocazione, non parla più, ognuno pensa di poter bastare a se stesso e di poter essere buono per indole, per scelta personale.
Così guardiamo al vicino di casa, orco e assassino, certi che a noi non accadrà mai, e l’orrore degli altri pare a tratti confortarci.
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Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
io credo che la cosa migliore da fare oggi più che mai e prendere il rosario in mano ed incominciare ad usarlo ma usarlo col cuore
RispondiEliminaperche siamo invasi di malvalgita e di ecoismo
dove chi sa non parla e chi puo fare non fa allora
vi propongo il santo rosario a finche maria la madre di gesù e madre nostra ci dia il coraggio di allontanare il male con le nostre preghiere ma preghiere fatte col cuore
perche più siamo sinceri verso la madre di gesù più lei ciriservera delle grazie per vincere l'oscurita
Concordo pienamente con le parole di Givanni. Preghiamo con cuore sincero e semplice la Santa Vergine.
RispondiEliminaIl male, il bene, il diavolo, il peccato, ecc., sono realtà che vanno ben oltre la ragione umana, anche se di alcune di loro se ne possa dire qualche cosa. In poche parole San Paolo dice che noi esseri umani vogliamo il bene e ci troviamo a fare il male che scambiamo quasi sempre per un bene, o meglio non facciamo il bene che desideriamo e vogliamo, ma il male che non vogliamo, perché troppo presi dai nostri egoismi e abbagliati dal nostro orgoglio. Quindi, finché l'uomo non accetterà di fare delle scelte di fede, che poi alla fine è l'unica che può dare senso a tutto, la vita dell'uomo non cambierà un gran che.
RispondiEliminaRingrazio, sia pure con ritardo, l'anonimo commentatore (ma perchè non mettere un nome, fosse anche di fantasia, per poter citare meglio che interviene?). Concordo con le sue parole, senza la fede, senza (mi si perdoni) un pensiero cristiano, la vita dell'uomo non potrà cambiare e resterà sempre, per dirla con il grande bardo, "una favola raccontata da un folle, piena di grida e strepiti".
RispondiEliminaSolo l'affidare la nostra fragile e ferita umanità a Cristo ci aiuta a superare il nostro egoismo e il nostro orgoglio e a far sì che non siano essi a guidarci.
L'alternativa con tutto lo sgomento che ne consegue è, purtroppo, davanti ai nostri occhi e la vita diventa realmente il racconto di un folle..