Riporto due commenti che il post precedente ha causato. Ringrazio di cuore le due persone che hanno voluto offrire il loro contributo e ricordo a tutti che c'è sempre spazio:
Inizio con SG che dice:
Hai proprio ragione! A me dispiace non poterti aiutare economicamente perché anch' io ho i miei guai... (Intendo dire: che te ne fai di 20 Euro?!)
I parroci avrebbero potuto fare una colletta in chiesa e i soldi presi un pò là un pò qua sarebbero arrivati (almeno una parte).
Ma ecco il commento di evergreen:
Sacrosante parole! Le applico anche a me stesso. Intanto i poveri non cessano di essere in mezzo a noi, soli e abbandonati con il loro carico enorme di bisogni, accusatori silenziosi ma implacabili delle nostre viltà. Forse proprio questo intendeva dire Gesù con quel Suo: "i poveri li avrete sempre con voi".
Intanto ringrazio SG per la disponibilità offerta. Come fatto! Le tue preghiere sono già un ottimo contributo. Anche se è vero che con una colletta durante la Messa domenicale (anche non quella principale) da parte di ciascuno lo scopo si sarebbe ampiamente raggiunto.. Come è vero che rispondere "Spiacente, nulla posso" è un gesto di cortesia che non intacca nè il portafoglio, nè il tempo di nessuno..
E ringrazio anche evergreen che mi fa venire in mente un altra frase di Gesù: "difficilmente un ricco entrerà nel Regno dei Cieli".
E capisco che ricco non è un parametro dato dal saldo del proprio contro corrente, ma dall'attaccamento che si ha a ciò che si possiede (o si crede possedere). Uno può essere "ricco" con 5 euro e un altro "povero" con 100.000-
Perchè il primo vede solo la sua piccola banconata grigia e nient'altro, l'altro capisce che la sua ricchezza è lo strumento per rendere presente Gesù fra gli uomini. E lo stesso vale anche per i "talenti": a nulla mi giova essere bravo in qualcosa se non gioco questa bravura per annunciare Cristo.
I poveri, i questuanti inopportuni, i seccatori, e via dicendo non sono coloro che minacciano il nostro patrimonio, di soldi, di tempo, di capacità ecc., ma l'occasione che Dio ci offre per uscire dalla nostra egosistica possessività e rinunciare ad un po' di noi stessi.
Rinnovo l'invito a intervenire sull'argomento e il ringraziamento a chi l'ha fatto.
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Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
Beati i poveri! L'interpretazione di questa beatitudine bellissima, sommamente consolatrice ma mai compresa a fondo, rappresenta secondo me il discrimine tra il cristiano autentico e il cristiano che si professa tale soltanto a parole. Qui - sempre secondo me - di poveri veri si tratta. Non di poveri in ispirito o altre astruse diavolerie inventate per liberarsi la coscienza. I poveri sono i poveri tout-court, coloro cioè che - al contrario dei ricchi nei riguardi dei quali vale quel terribile "guai a voi" - sentono la morsa delle difficoltà quotidiane, coloro che soffrono la mancanza di beni materiali essenziali, coloro che in una parola avvertono sulla propria pelle il disagio di una condizione economica per la quale sono costretti a vivere ai margini della società. Ma, come vien detto molto efficacemente in questo post,"i poveri, i questuanti inopportuni, i seccatori, e via dicendo non sono coloro che minacciano il nostro patrimonio... ma l'occasione che Dio ci offre per uscire dalla nostra egoistica possessività e rinunciare ad un po' di noi stessi". I poveri sono un dono di Dio.
RispondiEliminaEd è un vero peccato che la Chiesa stessa abbia messo la sordina all'imperioso precetto cristiano che impone di rispettarne non a parole ma con i fatti l'"eminente dignità".
http://evergreen-quattrochiacchiere.blogspot.com/2010/04/beati-pauperes.html