Il vangelo odierno riporta la parabola del grano e della zizzania narrata da San Matteo. La riporto velocemente:
«Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”»
Quindi grano e zizzania, cioè bene e male, sono destinati a convivere fino alla fine dei tempi a dare l’impressione che la seconda possa soffocare il primo e risultarne vincente.
Ne abbiamo parlato anche pochi giorni fa, l’impressione (sbagliata) è che chi opera male (chi è zizzania) se la passi meglio di chi opera bene (cioè il grano). Ma abbiamo visto che non è così.
E’ sempre più conveniente essere grano e operare un’imitazione dell’amore di Dio nel mondo, che essere zizzania e voler essere una sua limitazione.
L’esistenza delle zizzania, cioè di qualcosa che vuole negare l’esistenza o la necessità di Dio (fin dall’origine il serpente ci vuole far credere che mangiando di quel frutto saremo come Dio e quindi potremo fare a meno di Lui) è paradossalmente segno della misericordia di Dio in quanto, in primo luogo, è offerta la possibilità di convertirsi fino all’ultimo momento di vita dell’uomo.
La grande unica fondamentale legge di Dio è la misericordia, è l’amore. Dio ama la Sua creatura e le chiede di essere amato. Ma in modo libero e convinto.
La possibilità di essere rifiutato, che la Sua creatura si trasformi da buon grano a zizzania, fa parte del “rischio” che Dio ha deciso di correre.
La zizzania può tornare ad essere buon grano, come il figliol prodigo può tornare a casa, l’operaio può iniziare a lavorare nella vigna di Dio anche all’ultima ora e sempre troverà l’accoglienza e l’abbraccio del Padre.
Solo chi vorrà restare zizzania fino alla fine sarà bruciato alla fine dei tempi e fino ad allora chi è zizzania cercherà di mettere in croce il grano.
Fino a quel momento il grano pregherà per la zizzania mentre ne subisce le angherie fisiche o morali.
E a quel momento la misericordia cederà il passo alla giustizia facendo sì che chi è ancora zizzania venga legato e bruciato e il buon grano accolto nei granai celesti.
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Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
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Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..