Da La Stampa un commento di Massimo Gramellini
La settimana scorsa, la maestra napoletana Maria Marcello si era tuffata in una zuffa di bambini per separarli ed era stata colpita da un calcio che le aveva fracassato la milza. Al risveglio dall’operazione, le sue prime parole erano state irrituali: voleva rivedere il piccolo che l’aveva mandata all’ospedale e perdonarlo. Ieri il bambino le ha spedito una lettera di scuse, un mazzo di fiori e il vangelo della sua prima comunione. Libro Cuore? Può darsi.
Per me quella maestra è una rivoluzionaria e ha raccolto il frutto di un gesto non buonista, ma anticonformista. Esiste oggi qualcosa di più banale che vendicarsi delle offese subìte? Pare sia rimasta l’unica regola morale accettata da tutti: ogni torto va riequilibrato con un’offesa di segno uguale e contrario. Centinaia di film gialli e di curve ultrà non fanno che ripetercelo di continuo: l’onore, la giustizia e il rispetto si ottengono soltanto con la ritorsione. Un bambino ti spacca la milza? Che sia cacciato dal consesso urbano, umiliato lui e la sua famiglia. Così il bimbo crescerà avvelenato contro il mondo, in preda a un astio vittimista che i familiari non mancheranno di alimentare. Poi arriva una maestra da 1100 euro al mese che dice: «Ti perdono». E lo scenario di colpo si ribalta. Perché come fai a sentirti ancora vittima della società, quando la «tua» vittima ti chiede di stringerle la mano?
Il perdono è l’arma disarmante. Non puoi farci nulla: ti vince, ti conquista, ti redime.
Ed è una medicina che alleggerisce il cuore di chi lo riceve, ma ancor più quello di chi lo offre.
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Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
Uhm...scusami Gianandrea, ma stavolta sono....dubbiosa!
RispondiEliminaIl perdono, è vero, a volte (non sempre, diciamocelo pure) è disarmante. Ma in alcuni casi, non è purtroppo arma "Educativa". Mi spiego meglio: la realtà di oggi ci mostra bambini sempre meno bambini, sempre più impregnati di problematiche da adulti, sempre meno gestibili ed educabili. Cronache come queste, lo fanno vedere nero su bianco.
Io penso che ridurre tutto all'equazione perdono=reinserimento sociale e crescita sana del bambino, sia un pò troppo riduttivo e mi sa di buonismo!
E poi: il gesto del bimbo è stato del bimbo o gli è stato suggerito?
Ti ripeto, ho i miei dubbi, con queste giovani generazioni di oggi, ci vuole il pugno di ferro nel guanto di velluto, apprezzabile il gesto della maestra, ed anche condivisibile, ma non mi piace il tono dell'articolo, che riduce il tutto ad una "improvvisa" maturazione del piccolo e ad una sua "reintegrazione" nella società.
Buona settimana!