Ogni tanto capita che un post di questo blog provochi reazioni ad effetto ritardato. Per carità va bene così, non ci sono argomenti a scadenza, il pensiero cristiano (e gli attacchi che vorrebbero farlo sparire) sono sempre attuali. Questa volta è stato il post del 22/4 su Zapatero a provocare la reazione di Maria
Breve riassunto per chi non ha letto o si è scordato: colui che vuole far abortire le ragazze, se fosse possibile prima del coito e fino al 270° giorno, ha pensato bene di bandire da tutte le scuole del regno ispanico la nefasta narrazione delle favole di biancaneve, cenerentola e anche della bella addormentata.
La motivazione di tale atto da inquisizione è che queste narrazioni possono causare nelle fanciulle delle giovani generazioni false aspettative (leggi: vana attesa del principe azzurro).
A parte la considerazione che è altamente probabile che il problema più grave che gli iberici devono affrontare non sia tanto il possibile effetto negativo di dorati sogni ingenerati da favole ma il sicuro risultato sconfortante della crisi economica che attanagli il paese dei nostri cugini latini, questa intenzione rivela la tentazione mai sopita di tagliare alla radice ogni possibile legame con ogni forma di tradizione per forgiare un uomo e una donna che sappia guardare al futuro con la mente sgombra da pensieri del passato.
Talmente sgombra che i pensieri vi possono essere messi dentro da chi governa.
La tentazione di avere non un popolo di uomini ma una massa di automi di cui gestire voglie, pensieri e desideri.
Ma l'uomo è desiderio e domanda di infinito e ogni tentativo di soffocarla è destinato prima o poi a fallire. Il cuore dell'uomo è creato da Dio per essere da Lui riempito e ogni cosa diversa non lo sazia realmente.
Per cui anche il sogno zapateriano di un'infanzia senza fiabe (per poi arrivare ad un'infanzia senza idee ed ideali) è destinato a cadere e ad essere abbattuto.
Forse ci vorrà del tempo e io non lo saprò mai, ma un giorno qualche bambino troverà in una soffitta un libro di favole che incuriosito leggerà e di cui parlerà agli amici. E un altro giorno qualcuno invece troverà una Bibbia...
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Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
Bhè, stavolta ti rispondo a scoppio immediato ;)
RispondiEliminaGiustamente tu parli di crisi economica, essere umano automa che viene gestito dallo stato.
Tutto vero, quindi aggiungo solo qualche altra riflessione personale.
Quello che potrebbe essere (a prima vista) il "sogno romantico del principe azzurro" è sostanzialmente un modo (alla buona, adatto a bambine e bambini!)di instillare, in qualche maniera, il desiderio di famiglia, di legame di vero amore fra uomo e donna.
Sono donna e quindi posso parlare in quanto tale e in quanto cresciuta anche con le favole. Il sogno romantico che si coltiva guardando certi cartoni, in un certo senso è il "preludio" ad un pensiero maturo sulla relazione uomo-donna. Da bambine si ragiona come tali, poi, crescendo, i pensieri cambiano, crescono anche loro...ma il nocciolo è identico.
L'ideale romantico è come un seme, se cancelliamo anche quello, banalizziamo e razionalizziamo tutto. Anche i rapporti affettivi. Quindi è vero che si diventa automi, come dici tu, anche nel campo più "aperto" al richiamo del cuore verso l'infinito: l'amore.
Per me non è un problema solo legato alla Spagna, sono tanti i settori in cui, vari Stati, stanno poco a poco (e quasi "silenziosamente") distruggendo la famiglia.
Per me è distruttivo il mondo del lavoro, nel momento in cui costringe i genitori a lavorare con turnazioni che impediscano di godere della propria famiglia (mia madre è insegnante e al giorno d'oggi lavora mattina, pomeriggio, avesse figli piccoli, grande sarebbe il danno!), dal lato opposto, la scuola costringe gli stessi bimbi ad essere parcheggiati per giornate intere a scuola, con la scusa della mensa e del dopo-mensa. E il tempo di essere bambini, di giocare, di studiare coi genitori, di consumare con loro un pasto, dove rimane? Anche queste sono cose che fanno famiglia. Ma ovviamente c'è dietro la grande balla dei genitori impegnati che lavorano, della scuola che funziona meglio cosi' (e non è vero...) e via dicendo.
La cosa più logica (in un'ottica umana, prima ancora che cristiana) sarebbe di organizzare il lavoro in maniera tale da consentire di poter gestire la propria famiglia senza fare della scuola un deposito di bambini, facendo ritrovare -quotidianamente e non solo al sabato e Domenica- alla famiglia, la sua dimensione di famiglia. Non dimentichiamo che, dopo la scuola, molti piccoli sono "costretti" a fare le cose più disparate :tennis, pianoforte, palestra.
E anche qui: la famiglia dove si costruisce?
Scusa la divagazione, ma il contributo precedente e anche questo tuo commento, mi hanno condotta anche a queste riflessioni.
Buona giornata!
Mi è piaciuto molto quello che hai detto. La famiglia è sotto attacco da molti fronti e pare abbia perso molto la sua identità. Occorre pregare veramente molto e con forza per questa nostra disgraziata (nel senso letterale di senza grazia) società.
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