Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

venerdì 5 novembre 2010

I diritti che il Corano attribuisce al credente (Articoli 25)

Vi invito a leggere questo interessante articolo di Don Gabriele Mangiarotti originariamente tratto da Cultura Cattolica e che ci aiuta a capire :

Ho pensato molto prima di scrivere questo editoriale, perché c’erano (e ci sono) due aspetti che in questi giorni mi colpiscono della realtà che ci circonda: da un lato la questione del bene, nel senso che diventa sempre più insopportabile un mondo dei mass-media che sa solo comunicare il male, il negativo, con un compiacimento morboso e inutile. Non voglio guardare la TV o ascoltare le notizie in modo da dovere essere io il giudice, quasi che mi si chieda ogni volta di individuare e condannare il colpevole.

Dall’altro lato il problema del politically correct, per cui di certe questioni, come del rapporto con l’islam, bisogna parlare solo in certi termini.
E allora ho letto quanto ha detto a proposito dell’islam il Vescovo libanese Raboula Antoine Beylouni, censurato persino dall’Osservatore Romano. Ciò che dice mi pare tra l’altro in sintonia con quello che andiamo pubblicando sul sito, sperando che i rapporti tra gli uomini delle religioni sappiano trovare ragioni di rispetto, nell’assoluta consapevolezza che «solo la verità ci farà liberi».


Riporto quanto affermato (e censurato), per amore di verità:
«Ecco le difficoltà con cui ci confrontiamo. Il Corano inculca al musulmano l’orgoglio di possedere la sola religione vera e completa, religione insegnata dal più grande profeta, poiché è l’ultimo venuto. Il musulmano fa parte della nazione privilegiata e parla la lingua di Dio, la lingua del paradiso, l’arabo. Per questo affronta il dialogo con questa superiorità e con la certezza della vittoria.
Il Corano, che si suppone scritto da Dio stesso da cima a fondo, dà lo stesso valore a tutto ciò che vi è scritto: il dogma come qualunque altra legge o pratica.
Nel Corano non c’è uguaglianza tra uomo e donna, né nel matrimonio stesso in cui l’uomo può avere più donne e divorziare a suo piacimento, né nell’eredità in cui l’uomo ha diritto a una doppia parte, né nella testimonianza davanti ai giudici in cui la voce dell’uomo equivale a quella di due donne ecc.
Il Corano permette al musulmano di nascondere la verità al cristiano e di parlare e agire in contrasto con ciò che pensa e crede.
Nel Corano vi sono versetti contraddittori e versetti annullati da altri, cosa che permette al musulmano di usare l’uno o l’altro a suo vantaggio; così può considerare il cristiano umile, pio e credente in Dio ma anche considerarlo empio, rinnegato e idolatra.
Il Corano dà al musulmano il diritto di giudicare i cristiani e di ucciderli con la jihad (guerra santa). Ordina di imporre la religione con la forza, con la spada. La storia delle invasioni lo testimonia. Per questo i musulmani non riconoscono la libertà religiosa, né per loro né per gli altri. Non stupisce vedere tutti i paesi arabi e musulmani rifiutarsi di applicare integralmente i “Diritti umani” sanciti dalle Nazioni Unite.
Di fronte a tutti questi divieti e simili argomenti dobbiamo eliminare il dialogo? No, sicuramente no» […] «Peggio ancora, talvolta ci sono interlocutori del clero che, nel dialogo, per guadagnarsi la simpatia del musulmano chiamano Maometto profeta e aggiungono la famosa invocazione musulmana spesso ripetuta “Salla lahou alayhi wa sallam” (che la pace e la benedizione di Dio siano su di lui).» (...)
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E non posso che riportare, come motivo e ragione di speranza, quanto Margherita Coletta, nel bel libro di Lucia Bellaspiga Il seme di Nassiriya, ha raccontato per indicare quello che a lei sembra essere il cammino giusto per una autentica convivenza umana. Mi auguro che sia di stimolo a tutti coloro che non si rassegnano e che desiderano essere nella vita protagonisti:

«Un giorno una tempesta terribile si abbatté sulla costa, scaraventando sulla riva migliaia e migliaia di stelle marine che restavano immobili e morivano sulla spiaggia. Tutti stavano a guardare esterrefatti e nessuno faceva niente. Tra la gente, tenuto per mano dal papà, c’era anche un bambino che fissava le piccole stelle di mare. All’improvviso lasciò la mano del padre, si chinò, ne raccolse tre e le riportò in acqua, poi corse indietro e ripetè la cosa... Un uomo che era lì gli disse: «Ci sono migliaia di stelle marine su questa spiaggia, non puoi salvarle tutte, e lo stesso succede su tante altre spiagge. Inutile, non puoi cambiare le cose». Il bambino si chinò a raccogliere un’altra stella e gettandola in acqua rispose: «Ho cambiato le cose per questa qui». L’uomo fece lo stesso... Poi furono in quattro, poi in cento, poi migliaia di persone che buttavano stelle di mare in acqua.»
Noi, col sito CulturaCattolica.it, vogliamo essere come quel bambino, ingenuo certamente, ma l’unico capace di fare andare avanti il mondo, consapevoli che, come dice il poeta francese Charles Péguy, «Per sperare, bimba mia, bisogna essere molto felici, bisogna aver ottenuto, ricevuto una grande grazia» (Il portico del mistero della seconda virtù, in I Misteri, Jaca Book, 1997, p. 167): quell’incontro che è la certezza di una presenza, della grande Presenza di Gesù.
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