I fatti sono (o dovrebbero essere) noti a tutti, l'inqualificabile comportamento dei signori Fazio e Saviano che prima danno la parola ai sostenitori dell'eutanasia e poi NEGANO e chi sostiene la vita la possibilità di parlare.
A partire da questo episodio vi presento l'editoriale di Don Gabriele Mangiarotti tratto da Cultura Cattolica che ci propone un'interessante riflessione:
Siamo forse tutti rimasti sorpresi di fronte al diniego di fare parlare in TV quelle persone che, colpite da gravi malattie e disabilità, si erano rivolte alla trasmissione di Fazio e Saviano per un giusto diritto di replica.
È stato detto loro che in trasmissione si facevano parlare i fatti, non le opinioni, come se la testimonianza di uomini vivi, amanti della vita, passati attraverso gravi prove li rendesse, di fronte ai conduttori di quella trasmissione televisiva, vane idee, opinioni senza consistenza… Leggendo la bellissima biografia di Solženicyn, mi è sembrato di scoprire che la storia si ripete, e che le nefandezze del regime sovietico non hanno insegnato niente a nessuno. Il «metodo Fazio(so)» perpetua i (ne)fasti del passato. Peccato però che si serva dei nostri soldi, quelli pubblici, per mantenersi.
Mi sono venute in mente queste amare considerazioni quando un amico mi ha raccontato di un incontro che si è svolto in questi giorni tra insegnanti di religione, sponsorizzato da un sindacato di categoria, che avrebbe preso le distanze, in modo molto critico, da quanto da anni andiamo sostenendo sul sito di CulturaCattolica.it.
Chiunque è libero di pensarla come vuole, e non mi attarderò a ribadire le motivazioni di quanto, proprio da anni, con Nicola Incampo, andiamo sostenendo. Francamente ci piacerebbe però che queste ragioni venissero ascoltate, in un clima costruttivo di dialogo, e mettendo in campo la capacità di difendere l’assoluta originalità della nostra condizione di cristiani.
Tempo fa è uscito un documento della Congregazione per l’Educazione dal titolo sorprendente: «Il laico cattolico testimone della fede nella scuola». E parlava del laico, del docente di qualunque disciplina! E non varrà forse di più per l’insegnante di religione cattolica?
Certo, abbiamo parlato di «mandato», di «Regno di Dio», della responsabilità che rimane ai Vescovi riguardo alle nomine, anche dei docenti di ruolo, e di ciò siamo fieramente convinti. Se vogliamo che il sale non perda il suo sapore, e che la scuola sia luogo per l’uomo, non spazio da occupare (tra l’altro con molta facilità) per avere una professione remunerativa. Parliamone, da amici, francamente.
Soprattutto non facciamo una «guerra tra poveri», pensando che chi ha posizioni «lecitamente» diverse abbia anche l’opportunità di comunicarle.
Non vogliamo che nella Chiesa il «metodo Fazio(so)» prevalga.
Troppo ci sono care la libertà e l’educazione.
E troppo ci è caro questo Papa che sa dare sempre, pacatamente e fermamente, le ragioni della sua (e nostra) speranza.
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Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
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Che lo Spirito Santo illumini la tua mente e che Dio ti ricolmi di ogni grazia, spirituale e materiale, e la speciale benedizione materna di Maria scenda su di te..