Propongo a tutti un interessante articolo di Carlo Bellieni tratto da Il Sussidiario:
Spot tv dell’associazione Exitus per depenalizzare l’eutanasia: tanto scalpore, giuste critiche.
Ma è sfuggito il messaggio vero (e terrificante) dello spot.
Già, parla di cambiare una legge, invece fa un’opera più forte, insinua un tarlo: che la vita è tutta solitudine. E l’ideale è: in questa solitudine fare “le scelte”. “La vita è una questione di scelte - dice il protagonista dello spot, un malato terminale -. Ho scelto di fare l'università, di sposare Tina, di avere due figli splendidi, ho scelto che macchine guidare. Quello che non ho scelto è di diventare un malato terminale".
Invece ripensiamo alla nostra vita: che ci piaccia o no è fatta soprattutto di cose che ci càpitano, non di cose che scegliamo noi. Cose belle o brutte, morti o innamoramenti, non li scegliamo, arrivano. Non mi sono fatto da me e non ho scelto di nascere, di nascere in Italia, di avere certi genitori e una certa predisposizione genetica a malattie o abilità mentali. E anche le scelte da adulti arrivano dopo l’impatto con una realtà, come risposta a provocazioni della realtà: io non sono chiuso in una cassa, solo con i miei pensieri dove scelgo come in un sogno solitario quale tipo di donna vorrei incontrare, quale tipo di lavoro vorrei fare, quale tipo di figlio voglio generare.
Insomma, la vita non è un mondo di carta che costruiamo noi: la vita ci supera, ci spiazza per definizione.
L’uomo ragionevole ne prende atto; e sa che solo una minima parte di quel che abbiamo davanti si può padroneggiare; e sa anche non giocare a essere padrone della realtà con la inevitabile conseguenza che al primo “discordante accento” tutto crolla e finisce nella disperazione.
Invece dire che “tutto è scelta” sembra ampliare le possibilità umane, è dire che la realtà che io non scelgo non deve esistere: dal figlio “imperfetto” a scuola o nell’utero; alla moglie che mostra di non essere perfetta e allora si pianta; al lavoro che appena ci si accorge che è più duro del previsto diventa profitto personale. Giovanni Verga nella novella "La roba", mostra il protagonista che, arrivando la morte e non accettando che le sue proprietà non lo seguano nella tomba, le incendia, uccide e distrugge: non rientravano nel suo disegno e dovevano perciò sparire.
Insomma, questo è il vero “tarlo” dello spot: la vita limitata a quello che noi vorremmo che fosse. Col corollario che sentiamo tutto quello che non abbiamo programmato come nemico.
Capiamo allora il messaggio diretto dello spot: l’apertura all’eutanasia.
Che è figlia di questo tarlo: perché buona parte di coloro che chiedono di morire non sono persone in fin di vita, ma “scelgono” la morte per tristezza o solitudine, perché la vita tragicamente non corrisponde più ad un certo disegno o un determinato livello di vita.
Certo, di fronte al dolore e alla morte che incombe, anche un Titano cala le difese. Il problema qui è se lasciamo sola la persona o la mettiamo al primo posto nelle agende sociali e politiche, e nella nostra responsabilità personale. Perché è chiaro che la disperazione e la voglia di morire nasce dalla solitudine, non dal dolore: il dolore ha ottimi farmaci come risposta; la solitudine invece ha una sola risposta: l’incontro con una persona che aiuta a capire il senso di quello che sta avvenendo, che ti aiuta anche a curarti di te sopraffatto dall’angoscia e dalle lacrime.
L’idea che si sta affermando invece è che prendersi cura di persone così è tempo perso o una pena senza senso. “Vuole morire? Che muoia”. Non sarà che l’eutanasia è voluta più per sollevare i familiari dalle cure del malato che per sollevare il malato stesso? Non sarà che spesso la gente chiede di morire per “non sentirsi di peso”?
Insomma, il tarlo suddetto non erode solo il diritto alla vita, ma soprattutto il “diritto alla cittadinanza”, dove chi è più debole è bene che si accomodi e non disturbi.
Anche il personaggio dello spot rimpiange il peso che è lui stesso per la sua famiglia, mostrando che sente la propria morte come una liberazione per loro.
Ma siamo sicuri che le nostre famiglie sentano il padre malato e disabile come un peso?
Se è così, dobbiamo seriamente ripensare non all’eutanasia ma a come le nostre famiglie sono tragicamente malate (e come l’aiuto sociale sia purtroppo insufficiente).
Curiamo questo aspetto; avremo curato l’eutanasia.
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Tra le braccia di Molly Malone
1 mese fa
Lo trovo orrendo! Possibile che dobbiamo promuovere la morte! La vita è un dono e dobbiamo averne cura e non possiamo non abbiamo il diritto di toglierla!
RispondiEliminaNoi non abbiamo scelto di venire al mondo, noi non abbiamo scelto di morire, ma siam vivi per AMORE e quest'amore va difeso, va apprezzato! Quest'amore si chiama regalo di Dio a noi cioé la nostra VITA! Ma come un regalo non possiamo buttarlo o distruggerlo!
RispondiEliminaIo trovo l eutanasia un vero orrore, orrore che viene eseguito, noi malgrado anche a nostra insaputa, magari sui nostri malati,i nostri anziani che tribolano la fine in letti malsani e inadeguati ai loro bisogni...ma la cosa più che mi rattrista e vedere come certi genitori accettano così inconsapevolemente forse, la fine della vita di un figlio,la accettano perche si chiedono quanto possa soffrire il figlio in quella situazione, attaccato ad un respiratore,ma questo scusatemi a noi quanto e concesso saperlo?non e Dio con la Sua gloria che può contemplare tutto questo?chi siamo noi per poter appropriarci del diritto di far terminare quella vita?si e dico e ripeto vita!perche finchè c e il soffio di DIo, in quella sofferenza, nessuno puo metterci le mani..l uomo si crede onnipotente di fronte alla certezza della sofferenza,si crede al centro dell'universo anche per le scelte che non gli competono, lasciamo fare a DIo!!non mi stancherò mai di dirlo, la vita a tutti i costi,l'amore di Dio a tutti i costi e per qualsiasi situazione,amiamo la nostra vita, guardate che avvolte ci sono situazioni che sembrano inesorabilmente gia definite, ma la speranza supera ogni barriera,anche puella più impervia,Dio accoglie la nostra supplica, quando meno ce lo aspettiamo...un saluto atutti in Gesu e Maria..iva
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