Benvenuti

Questo blog è uno spazio per aiutarsi a riprendere a pensare da cattolici, alla luce della vera fede e della sana dottrina, cosa che la società moderna sta completamente trascurando se non perseguitando. Un aiuto (in primo luogo a me stesso) a restare sulla retta via e a continuare a camminare verso Gesù Cristo, Via Verità e Vita.
Ogni suggerimento e/o contributo in questa direzione è ben gradito.
Affido allo Spirito Santo di Dio, a Maria Santissima, al Sacro Cuore di Gesù e a San Michele Arcangelo questo lavoro di testimonianza e apostolato.
Un caro saluto a tutti e un sentito ringraziamento a chi vorrà contribuire in qualunque modo a questa piccola opera.

S. Giovanni Paolo II

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata... Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio... Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale... Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società... Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia... Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

giovedì 9 luglio 2009

Contributi 132 - Scola: la testimonianza di Cristo, al cuore dello sviluppo

intervista a S.E. Angelo Scola, Patriarca di Venezia sull'Enciclica Caritas in veritate da Il Sussidiario

giovedì 9 luglio 2009

Molti commentatori, a due giorni dall'uscita dalla Caritas in veritate ne hanno sottolineato gli aspetti più innovativi da un punto di vista filosofico, economico ed etico di fronte alla grande crisi economica. Ilsussidiario.net ha raggiunto il Patriarca di Venezia, Cardinal Angelo Scola per entrare con lui nel merito dell’ultima enciclica sociale.

Eminenza, qual è la portata della sfida che con la Caritas in veritate il Papa lancia al mondo contemporaneo?
Dopo una prima attenta lettura, non esito a dire che ha una portata veramente storica. Per la prima volta in termini così espliciti e diretti, quasi tecnici, il magistero pontificio fa una proposta, sottolineo proposta, di innovazione radicale in ambito economico.

In che cosa consiste l’originalità di questa enciclica, nell’ambito della tradizione costituita dalle altre encicliche sociali?
La sua originalità emerge in due punti che, a mio giudizio, rappresentano i cardini del documento. Il Papa parte dalla “ragione economica” (per due volte nel testo ricorre questa espressione) e mostra come la sua proposta si innesti in domande che sorgono dall’interno dell’economia. La Caritas in veritate non è una sorta di verniciatura che si sovrappone ad un sistema economico già in sé compiuto, ma raccoglie le domande inevase che vengono dall’economia e da suggerimenti per una nuova “civilizzazione dell’economia”. In secondo luogo il contenuto fondamentale di tali suggerimenti è dato dal “principio di gratuità” e dalla “logica del dono tesa alla costruzione di una fraternità”. Solo da qui può venire lo sviluppo integrale dell’uomo. Sono molti gli esempi e le descrizioni proposte dal Santo Padre in chiave direi “tecnica”, di come questo principio di gratuità sia intrinseco all’economia. In tutto questo io riscontro una radicale novità.

Perché un uomo del nostro tempo impegnato con la realtà (economica ma non solo) dovrebbe accettare di confrontarsi con quanto scritto e suggerito dal Papa?
Perché, se è un osservatore appassionato ed attento di tutta la realtà, non può non avere nel cuore - soprattutto in quest’epoca - una serie di domande irrisolte. Domande assai concrete, relative alla vita personale e sociale, a problemi materiali e spirituali che trovano in questa enciclica delle piste nuove e convincenti per essere affrontate. Basta sfogliare l’indice per rendersene conto.

Il Papa è molto chiaro e netto nella Caritas in veritate sulla natura del cristianesimo. Questo è anche un giudizio sulla Chiesa e sul cristianesimo nel mondo contemporaneo?
Sì, questo è un insegnamento che deve far riflettere tutti noi cristiani. Non mi piace il generico riferimento alla Chiesa, perché essa è un soggetto di comunione che, in ultima analisi, riposa nella persona di ciascuno di noi. Tocca al magistero della Chiesa, soprattutto al magistero di Pietro - perché Gesù questo ha ordinato -, proporre un insegnamento. La Caritas in veritate implica sicuramente da parte di tutti noi cristiani una precisa autocritica circa il nostro modo di stare dentro la realtà contemporanea.

Cosa chiede il Papa ai cristiani impegnati nella società?
Il Papa chiede il coraggio umile di mostrare le ragioni adeguate per incontrare la bellezza dell’avvenimento di Gesù Cristo dall’interno della propria vita quotidiana fatta di affetti, di lavoro e di riposo. Occuparsi di economia, di impresa, di diritti e di doveri, di vita, di tecnica, di fraternità, significa prendersi cura di tutto l’umano. Ai cristiani è chiesto di assumere questo insegnamento papale domandando con umiltà al Signore l’energia di rinnovare la propria esperienza e la propria testimonianza.

«L’annuncio di Cristo è il primo fattore di sviluppo». Cosa vuol dire?
Vuol dire che al cuore dello sviluppo non ci possono essere delle strutture, che sono solo delle condizioni per lo sviluppo, ma ci deve essere l’uomo. Come ha insegnato la Gaudium et Spes, in Cristo l’uomo può scoprire il suo vero volto. Cristo vive oggi attraverso i cristiani, Dio ha bisogno degli uomini. Quindi annunciare Cristo attraverso la propria vita, dentro tutti gli ambiti della propria esistenza, è la prima condizione dello sviluppo.
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