editoriale di Samizdat On Line
Milosz, nel suo "Miguel Manara", fa pronunciare al grande seduttore ormai sazio di conquiste questa frase: "Ho servito Venere con rabbia, poi con malizia e disgusto. Oggi le torcerei il collo, sbadigliando".
Questa frase non deve essere conosciuta da colei che, in un articolo sul Messaggero, afferma soavemente che "nulla è più noioso della santità".
In realtà, come sappiamo bene tutti noi che viviamo, è il peccato ad essere insopportabilmente tedioso. Mangiare, bere, sostanze strane, donne, uomini, ad un certo momento il cervello smette di rispondere agli stimoli, e occorre andare sempre più in là, sempre più giù per trovare un guizzo di novità, qualcosa che risvegli per un attimo i sensi assuefatti. Ci si condanna ai piaceri forzati, e non è una bella pena.
In realtà, come sappiamo bene tutti noi che viviamo, è il peccato ad essere insopportabilmente tedioso. Mangiare, bere, sostanze strane, donne, uomini, ad un certo momento il cervello smette di rispondere agli stimoli, e occorre andare sempre più in là, sempre più giù per trovare un guizzo di novità, qualcosa che risvegli per un attimo i sensi assuefatti. Ci si condanna ai piaceri forzati, e non è una bella pena.
Non c'è nulla di meno noioso dell'essere santi; perchè santità non vuol dire rispettare le regole, vuol dire amare la fonte di ogni regola, affidarsi totalmente a lei, come il bambino in braccio alla madre.
Ma è meglio cercare di essere santi e non riuscirci, che disprezzare il concetto stesso e non provarci neanche.
Se non si vuole essere santi allora si cerca, nella migliore delle ipotesi, di essere buoni; non riuscendovi, ci si accontenta di essere moralisti.
Se guardate la vita dei santi, vi accorgerete che non ve n'è una che sia stata meno che piena. Anzi, non essere santi, cioè attaccati a colui che è il compimento di ogni desiderio, è la fonte della tristezza della vita. Se non si riconosce quel compimento, se lo si fugge, se la santità è disprezzata, allora non si è tristi. Si è disperati, perchè oltre l'istante non vi è speranza, ma solo il nulla eterno.
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Ben detto! Purtroppo rilevo, con tristezza, che le vite dei Santi sono state sostituite da quelle dei VIP nell'ammirazione comune, anche, spesso, cattolica. (la "sacralizzazione" di Michael Jackson ne è un recente esempio). E infatti la società moderna è lo specchio delle sue aspirazioni; aspirazioni basse, sempre più basse. Riprendiamoci la cultura, lasciata da troppo tempo in mano alla sinistra, e preghiamo per la Santa Romana Chiesa Cattolica, perchè si riempia di Santi.
RispondiEliminaVandeano
Sono d'accordo anche in questo caso, al santo si è sostituito il divo che non guarda più a Dio ma a se stesso. La tragica riduzione dell'umano è la conseguenza dell'aver tolto Dio dall'orizzonte dell'uomo. Preghiamo che accada qualcosa che sappia risvegliare in tempo utile l'umano assopito nei "cattolici adulti", e di generare nuova cultura. E lo dice uno che proviene (non per colpa sua) dalla terra di Dossetti e Prodi che tanto male hanno fatto al cattolicesimo......
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